Senza Errori di Stumpa

Il Tuo Sogno È Possibile

È un po’ che non parliamo di pubblicità, vero?

D’altra parte, è un po’ che non vedo passare campagne su cui valga la pena di scrivere qualcosa. È il periodo. I tempi essendo quelli che sono, le aziende investono meno in pubblicità, riciclano vecchie campagne, sfruttano molto più a lungo quelle che hanno e, sospetto, quando ne commissionano una nuova ricorrono ad agenzie meno costose.  

Impera, naturalmente, il ricatto morale: nulla è superfluo o voluttuario se ci sono di mezzo i figli. Ho visto oggi per la prima volta la pubblicità di un antipiretico/antinfiammatorio – che a dire il vero poi così voluttuario non parrebbe, ma ai Ragazzi del Marketing è parso più sicuro impostare la campagna come quella del Voltaren. Ricordate? Questa volta si afferma che raffreddore e influenza non ti permettono di occuparti di Loro come dovresti. Ma prendi, oh prendi Influmed “e torni a fare il papà”.

I padri così così sopportano stoicamente l’influenza. Un buon padre prende Influmed.

Yes, yes, I know. È ricatto morale tanto bieco quanto maldestro, è usare l’artiglieria pesante per sfondare una porta aperta – e per di più è copiata pari pari dalla campagna del Voltaren… Ma parliamo invece di manipolazione come si deve – spudorata e sottile al tempo stesso.

Vi è capitato di vedere la paginata della Porsche?

È uscita la settimana scorsa su un certo numero di quotidiani nazionali*, fatta apposta per attirare l’attenzione e incuriosire, con l’automobile incorniciata dal testo a caratteri colorati – e nemmeno leggibilissimissimi, se proprio vogliamo. E si comincia a leggere, e presto si nota che è qualcosa di diverso dal consueto…

Vogliamo dargli un’occhiata? Vediamo un po’…

Il tuo sogno è possibile,

E fin qui nulla di particolarmente originale. Ne abbiamo visti un sacco, di questi: profumi, abbigliamento, viaggi, gioielli, altre automobili… l’idea del sogno accessibile è vecchia come il commercio – semmai potremmo sollevare un sopracciglio considerando il grado di accessibilità di una Porsche, ma attenzione…

…non ucciderlo, è la cosa più importante per te.

Ed ecco che, a metà della prima riga, siamo già usciti dal territorio consueto con questo tono più che un po’ melodrammatico. Sottotesto: se uccidi il sogno che è la cosa più importante per te, O Consumatore, è come se uccidessi un pochino te stesso – quanto meno quella parte di te che sogna. Ouch.

Non farti frenare dalle tasse sul lusso.

Ma non sentirtici male, O Consumatore, chè la colpa non è tua, non sei tu il sognicida. È questo governo cupo e ferreo, che non vuole lasciarti spazio. Che soffoca la tua individualità, punisce la tua intraprendenza, che impila sensi di colpa sulla tua gioia di vivere. Ma tu, O Consumatore, non lasciarglielo fare.

Se ti fermano per un controllo lasciali fare. Se sei in regola, andranno a controllare quelli che non lo sono.

Ecco, io guido una Ka trilustre e non lo so – ma mi si dice che, alla guida di un’auto di lusso, le probabilità di essere fermati per controlli siano molto più alte. Di nuovo, è questo Grande Fratello tetro e gretto che dà per scontato che, se puoi permetterti una Porsche, tu sia un ladro – e allora ti punisce e ti vessa. Ma tu non badarci, O Consumatore.

Se la tua fantasia sono io, non reprimerla.

Altra chiamata all’azione, e per la prima volta ci accorgiamo che l’automobile – anzi, scusate, l’Automobile parla in prima persona. È, O Consumatore, una faccenda personale: tu – sì, proprio tu! Ribellati a questa mentalità, non uccidere il sogno, non reprimere la fantasia. Non lasciarti imporre azioni negative. Uccidere, reprimere: bad for you

La vita va vissuta con passione, altrimenti cosa ci rimane?

Anche la passione è una di quelle parole onnipresenti in pubblicità – dal gelato all’automobile, dal sugo per la pasta al gioiello componibile, passando per i liquori e la biancheria intima… Ma badate bene, perché dietro la buona vecchia passione è nascosta la bordata vera e propria: altrimenti cosa ci rimane? In questo mondo triste, traballante e un po’ squallido, O Consumatore, non abbiamo altro. È una questione di vita o di morte – interiore. 

Il 50% di quello che spendi per me va allo Stato che dovrebbe stimolare a possedermi e a esserti riconoscente perché, comprandomi, contribuisci con coraggio allo sviluppo di cui tutti parlano.

E che poi, diciamocelo, O Consumatore: che diavolo vogliono da te e da me? Comprarmi è un atto di coraggio, di fiducia nel futuro, un contributo a quello sviluppo di cui tutti parlano – e per il quale si fa così poco. E in cambio, lo Stato vuole farti passare per irresponsabile capriccioso – manco ti stessi comprando un set di rubinetti d’oro massiccio tempestati di rubini! Invece io sono

Essenziale, tecnologica, e moderna;

Sono una scelta intelligente. Una scelta di classe. Il meglio che ci sia. E tu lo sai bene, perché…

…con me hai vissuto i safari africani, le 24 ore di Le Mans e le tue serate a teatro.

Nella realtà o nell’immaginazione, non importa. Perché io, O Consumatore, lo so che hai gusti raffinati: viaggi, sport esclusivo, cultura… 

Il mio design è senza tempo e già futuro,

Ah, già: sono anche un investimento a lungo termine. Non sarò un modello sorpassato nel giro di un anno. Che cavolo, io…

…sono amata perché vivo la realtà senza l’eccentricità della moda.

Sono stabile. Sono duratura. Sono amata. Sono riconosciuta. Sono un modo di vita, non una moda. Oh, e chiariamo bene un’altra cosa.

Non sono veloce. Se si rispettano i limiti.

Magari vorranno considerarti un criminale in potenza solo perché puoi disporre delle mie fantastiche prestazioni, ma quel che conta è la tua scelta individuale di non infrangere i limiti. Perché tu sei responsabile – checché ne dica chi vuol fare di ogni erba un fascio. Ma è tutta facile e astiosa demagogia, perché in realtà…

A questa Italia ferma servono i cavalli che io ho e che devi avere anche tu.

Te lo ripeto, O Consumatore: la mia energia e la tua audacia sono la ricetta giusta.

I sogni non sono un lusso.

No, perbacco. I sogni sono un diritto. Io sono un sogno. Ergo, possedermi è un diritto. E te lo ripeto ancora: a dispetto di tutto quel che ti dicono, di tutti le coperte bagnate che cercano di gettarti adosso tassandoti, vessandoti, demonizzandoti e spingendoti in mezzo alla massa, tu ricorda sempre questo:

Il tuo sogno è possibile!

Punto esclamativo.

Il tuo sogno è possibile.

Tosta, don’t you think? Spudorata, finto-candida, mirata con molta cura, modellata su sentimenti diffusi, ferocetta a tratti, manipolativa oltre ogni dire, finemente travestita da cri de coeur, rischiosa in potenza, con tanto sottotesto da verniciarci un ponte – e tanto fuori dal coro da farsi notare di sicuro.

Essendo i tempi quelli che sono, non ho proprio idea di quanto terreno possa trovare un discorso del genere, ma, parlando in termini di scrittura e nient’altro, era ora che si vedesse una campagna con qualche barlume di audacia e di cattiveria.

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* Solo carta stampata – da leggersi e meditarsi.

Il Tuo Sogno È Possibileultima modifica: 2012-11-30T08:10:00+01:00da
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