Senza Errori di Stumpa

Centovent’Anni Di Schiaccianoci

Le cose che si scoprono grazie ai Google Doodles!

Per dire, mi ci è voluto un Doodle per scoprire che ieri era il centoventesimo anniversario della prima de Lo Schiaccianoci di Çaikovskij*.

Balletto. E prima del balletto fu il racconto. Uno dei racconti di Hoffman**, Nußknacker und Mäusekönig. Poi venne l’Histoire d’un casse-noisette di Dumas, che edulcorò (un pochino) e allungò (alquanto) la storia, e da quella fu tratto l’argomento del balletto, che la direzione dei teatri imperiali di San Pietroburgo commissionò a Çaikovskij e a Marius Petipa.

Sembrava l’accoppiata perfetta di compositore e coreografo – e invece non lo fu. Petipa era abituato a fare di testa sua, così scrisse il libretto e poi spedì al “suo” compositore un elenco dettagliato e preciso di quel che voleva, indicando tempo numero di battute, segmento per segmento, thank you very much. Non del tutto incomprensibilmente, Çaikovskij non gradì quella specie di lista della spesa, e la collaborazione creativa fu… interessante, e lo sarebbe stata di più se Petipa non si fosse ammalato, cedendo parte del lavoro al suo assistente.

Ad ogni modo, il balletto venne pronto, come si doveva, giusto in tempo per le feste di Natale, e il 18 dicembre del 1892 debuttò al Mariinskij, con un cast di tutto rispetto e un direttore d’orchestra e una primadonna italiani – merce di gran moda nella Russia dell’epoca.

E adesso sarebbe bello dire che fu un trionfo, ma… be’, non lo fu affatto.

Critici e pubblico seccati ne avevano per tutti. Antonietta Dell’Era, che interpretava la Fata delle Prugne Candite, era corpulenta e tozza, la coreografia era confusa, c’erano troppi bambini in scena, il libretto era sbilenco e non era fedele a Hoffman***…

Chi ne uscì relativamente bene fu Çaikovskij: la musica piacque, per lo più, e la suite in particolare colpì l’immaginazione del pubblico pietroburghese.

In seguito lo Schiaccianoci faticò un po’ ad affermarsi, ma una volta giunto a ovest della Manica nel 1934, trovò favore e divenne rapidamente un classico natalizio, come si conveniva alla storia di giocattoli animati, dolciumi danzanti, regali di natale, fate e feste attorno all’albero – con tanto di principe incantato e padrino-stregone.

In anni recenti, ha ricevuto quell’inquietante palma di notorietà estrema – un cartone animato natalizio con Barbie per protagonista.

Ma lasciamo da parte Barbie**** e, in celebrazione del centoventesimo anniversario della prima, qualche link:

– Una bellissima edizione illustrata del racconto di Hoffmann, dall’archivio digitale della Biblioteca di Stato di Bamberg. 

– La storia di Dumas, presa da Scribd.

– E poteva forse mancare un po’ di musica e di danza? No che non poteva. Ecco qui una fettina della festa di Natale, tratta da un’edizione americana del 1977, con una coreografia che dovrebbe essere Balanchine ripreso da Baryshnikov (o forse invece è Vainonen). Ovviamente, Baryshnikov danza la parte dello Schiaccianoci. Clara è Gelsey Kirkland:

Voleste mai il balletto intero, la versione completa è qui, mentre qui ne trovate una londinese (Royal Opera House) e qui una russa al Mariinskij.

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* Non è la prima volta che lo dico, ma la trascrizione dal Cirillico è sempre un problema. Nel dubbio, faccio la cosa stupida e adotto una versione ibrida che però mi piace. Portate pazienza.

** Sì, quello dell’opera.

*** Magari si sarebbero dovuti preoccupare di più della fedeltà a Dumas, visto che da Dumas era tratto – ma è vero che, se non proprio sbilenco, il libretto è inconsistentissimo. Ma d’altra parte, che è che al balletto si preoccupa della trama? Well, I do, ma in tutta probabilità non faccio testo.

**** Ok, per gli increduli qui c’è il trailer. Sembra impossibile e invece. Anche se immagino che sia lievemente meno dissennato dell’analogo maltrattamento de I Tre Moschettieri

Centovent’Anni Di Schiaccianociultima modifica: 2012-12-19T08:10:00+01:00da
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