L’idea di partenza sembra quella di raccogliere a Scadbury, la casa avita di Tom Walsingham, la maggior parte dei personaggi della vita di Kit Marlowe – e siccome siamo avanti nel maggio del 1593, noi sappiamo che la resa dei conti è vicina… Come spesso accade in questo genere di storie, molta della tensione si basa sul fatto che il lettore/spettatore sia consapevole del conto alla rovescia, il che non è un gran problema nel mondo anglosassone, ma devo domandarmi – e non solo a proposito di Whelan: sarebbe altrettanto efficace, questa storia, letta o vista con occhi ignari?
Oh, well. In realtà, che Kit sia nei guai è evidente fin quasi dall’aprirsi del sipario. Scandalizzatore di professione, esploratore di cose proibite, impaziente e beffardo – ma spaventato. Si credeva più invulnerabile di quanto si scopra, ed è uno shock. La sfrontatezza si rivela presto per una facciata e una tattica difensiva, mentre intorno a lui si infittiscono gli intrighi e le minacce. E al centro di tutto sembra essere l’eponima Scuola della Notte, il gruppo di liberi pensatori, scienziati e stregoni dilettanti che un tempo si riuniva a Durham House sotto l’ala di Sir Walter Raleigh, e i cui membri cominciano a domandarsi con qualche nervosismo se ci si possa fidare davvero di Kit Marlowe…
Shakespeare entra in scena sotto falso nome, come un attore avventizio di molto buon senso e scarsa capigliatura, chiamato Tom Stone. La ragione non è chiarissimissima – e il modo in cui Whelan cerca di girare attorno al fatto che a questo punto in scena ci siano ben tre Thomas/Tom* suona forzatello anzichenò.
Tutto il resto è Kit che si dibatte mentre il passato torna a morderlo, il presente si complica e il futuro si fa viepiù incerto – ma prima deve venire a patti con l’idea che il calcatavole illetterato che non si chiama Tom Stone sia destinato a sorpassarlo in arte e in fama…
E se voleste provarci, e a patto di avere un po’ di pazienza, The School of Night
_________________________________________
* C’è un altro play, di D.E. Lillie – che ancora non sono riuscita a leggere – il cui programma di sala vanta “non meno di tre personaggi di nome Tom”… E in effetti, nella storia di Marlowe c’è una scomoda densità di Tommasi: Thomas Walsingham, Thomas Nashe, Thomas Kyd, Thomas Watson – e sono già quattro. Poi, a voler vedere, ci sarebbero anche Thomas Lodge, Thomas Dekker, Thomas Middleton…