C’è stato un momento in cui mi sono detta che, non fosse per il diario di lettura in corso, avrei piantato l’Uomo dal Guanto lì dov’era per non toccarlo mai più. Ma non è del tutto vero. Confesso che a questo punto devo arrivare in fondo, perché sono mortalmente curiosa di che altro mai possa succedere…
Quel che è successo fin qui è che Salvatore&Silvio, sempre più messianicamente convinti della loro scoperta, non hanno trovato granché per archivi, se non qualche accenno che, per considerarlo una conferma, bisogna inclinarlo a 54°, tingerlo di violetto e guardarlo da sopra una spalla. Tuttavia, guarda la fortuna, hanno finito con l’inciampare in un antiquario che ha venduto loro un fascio di lettere cinquecentesche – un carteggio tra un’Ilaria, un Giovanni e un Guglielmo. Vi si parla di famiglia, di una defunta Gertrude, di ritratti e di tutto quel che serve… E così i nostri sono a cavallo. Già che ci sono, incaricano la zia di Silvio, curatrice museale in pensione, di rintracciare i ritratti in questione – e lei, senza batter ciglio e senza nemmeno sapere troppo bene che cosa sta cercando, li trova…
Perché nel frattempo, nel secolo Decimosesto, tra una conferenza e l’altra Gertrude è defunta di peste, ma non prima di avere dipinto insieme a Tiziano un ritratto del suo amato e aver dato alla luce Guglielmo, figlio del ripartito John, che a Stratford sarà anche diventato un mercante internazionale di guanti e vestiti confezionati (!) ma è infelicissimissimo. E comunque, appena ne scopre l’esistenza, questo fedifrago torna in Italia a prendersi il figliolino – con buona pace di Mary, che acconsente a far passare un italianino di due anni per suo… Ma d’altronde, chi non vorrebbe annettersi un pargolo così geniale e saggio che la Grammar School è troppo facile per lui – e per fortuna che nei dintorni c’è un coltissimo vecchio pescatore (!) pronto a iniziarlo alla Romanitas?…
E così adesso alla Sindrome della Bambinaia Francese e a quella di Phillips, all’implausibilità generale, all’ansia didascalica, ai dialoghi di legno e ai personaggi di cartoncino, adesso possiamo aggiungere anche gli anacronismi tout court.
Di bene in meglio… Che altro, prima della fine?