E magari tutti conosciamo Burgess più che altro per Arancia Meccanica, ma lasciate che vi dica che non era soltanto l’uomo delle distopie feroci. In fact, era poeta, linguista, commediografo, traduttore, critico letterario, compositore (scrisse la sua prima sinfonia a diciotto anni), autore di libretti d’opera e romanziere abbastanza versatile da scrivere dozzine di romanzi diversissimi tra loro. Uno di questi – e decisamente il mio prediletto – è A Dead Man In Deptford
In realtà, e non se siamo spaventosamente sorpresi, non furono pochi i romanzi marloviani pubblicati quell’anno – ma questo… ah, questo!
Ecco, il dialogo con (forse) Dio è una di quelle cose meravigliose che si leggono, rileggono e rileggono ancora, in reverente ammirazione per la combinazione di voci perfette, aerea leggerezza e vertici di acutezza e profondità. Una di quelle pagine che si vorrebbe tanto saper scrivere una volta nella vita…
Ma insomma, si è capito che questo libro mi piace proprio tanto, vero? Naturalmente, il fatto che ci si parli di Marlowe aiuta, ma è davvero una gemma di romanzo storico – magistrale nella narrazione, superlativo nella caratterizzazione dei personaggi e brillante nel linguaggio.
A mio timido avviso, se dovete leggere un solo romanzo e mai più su Marlowe (o, for that matter, sull’Inghilterra elisabettiana), leggete questo.
Ecco, visto? Un anniversario letterario non elisabettiano – a riprova del fatto che qui a SEdS siamo capaci, capacissimi di occuparci di cose non elisabettiane. Che cosa credete, o gente di poca fede? Tsk!
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* E dico che non so che cosa vada perduto perché non la conosco affatto… magari mi documenterò e vi saprò dire.
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