A volte si tratta di un’invenzione pura e semplice, come Pamela… e adesso tutti pensiamo a Richardson e al romanzo omonimo. Ma in realtà prima di Richardson venne Sir Philip Sidney, fiore della cavalleria nell’Inghilterra elisabettiana, poeta, cortigiano e soldato che a fine Cinquecento coniò il nome (probabilmente nel senso di Tutta Miele) per un personaggio secondario del suo The Countess Of Pembroke’s Arcadia. Poi nel 1740 o giù di lì venne Richardson – seguito da Fielding con la sua biliosa parodia Shamela) – ma fu nel XX secolo che il nome diventò davvero popolare, prima nel mondo anglosassone e poi da noi.
Anche Cora è una creazione letteraria a partire da radice greca: James Fenimore Cooper lo coniò a partire da Kore (fanciulla) per un personaggio secondario de L’Ultimo Dei Mohicani, la sorellina minore che nel romanzo sopravvive e si marita felicemente con l’ufficiale inglese.
D’altra parte, non sempre i nomi inventati sono fatti per essere presi sul serio. Per qualche ragione, non scommetterei granché sul sense of humour di D’Annunzio, ma Dickens ci dice Mrs. Kenwig, personaggio minorissimo in Nicholas Nickleby, ha inventato personalmente il nome Morleena per la sua primogenita, e ne è così compiaciuta che la chiama molto più spesso di quanto sia necessario – con scarsa soddisfazione dell’interessata. Morleena è concepito per avere un suono romantico e vagamente irlandese – e pertanto esotico – in risposta alle pretese di raffinatezza della madre.
Serissima è invece la storia di Vanessa, creato come un omaggio personale: nel 1713 scrisse Cadenus and Vanessa, un poema autobiografico. L’eroina semieponima portava un collage dei nomi dell’amante di Swift cui era ispirata: Esther (detta Essa) Vanhomrigh. Di nuovo, perché il nome diventasse di uso comune* ci vollero il XX secolo e Sir Michael Redgrave, che lo scelse per la sua primogenita – futura celebre attrice. Se ve lo state chiedendo, la faccenda delle farfalle è opera di un entomologo tedesco nel 1806.
Wendy ha una duplice storia – prima e dopo Peter Pan. Era un vezzeggiativo di Gwendolen prima che Barrie ne facesse un nome in proprio, prendendolo dal modo in cui non so più quale bambino dalla erre moscia chiamava i suoi amichetti: Friendy, in teoria, ma pronunciato Fwendy, donde Wendy – che dunque vorrebbe significare “piccola amica”.
Coraline esisteva prima di Neil Gaiman, femminile, normale ma trascurato. Un giorno Gaiman stava battendo al computer e, invece di Caroline, scrisse per errore Coraline. Gli piacque tanto da battezzarci una protagonista – per poi scoprire che il nome esisteva già, seppure in uso sporadico.
Poi ci sono gli errori di cui l’autore è innocente. Imogen, nome shakespeariano dal Cymbeline, in tutta probabilità doveva essere Innogen, nome celtico dal significato di “fanciulla”. Dopodiché, sapete come andava in epoca elisabettiana: la gente non aveva mai del tutto chiaro lo spelling del proprio nome, figurarsi quello di un personaggio letterario. Il misprint si diffuse e così fece il nome, e la morale si è che nel mondo anglosassone un sacco di gente si chiama Imogen grazie a un errore di stumpa.
D’altra parte Shakespeare era un altro attivissimo creatore di nomi: altri suoi parti sono Jessica, la figlia del Mercante di Venezia, e Miranda, offerta alla generale ammirazione nella Tempesta.
Nel 1760 James MacPherson tentò per far passare per un caso del genere il nome Fiona, supposta antichità celtica. Ma d’altra parte, in una specie di prescienza dell’arte del caso letterario, MacPherson stava cercando (con un certo successo) di far passare per antichità celtiche tutta la sua poesia ossianica, per cui forse possiamo considerare Fiona un peccatuccio minore. Mi si dice che negli ultimi anni il nome si stia diffondendo in Germania come se piovesse. Merito di MacPherson, mi domando, o merito di Shrek?
Ma d’altra parte, come si vede nello scambio di battute in Sabrina, un nome eccentrico è un nome eccentrico – e ho il sospetto che le prime Pamela, Vanessa e Jessica/Gessica siano state accolte con lo stesso genere di scetticismo e incredulità assortiti che oggi riserviamo ai nomi da gossip o da soap opera. Con la differenza che, se lo sa, la bimba*** può stupire tutti annunciando che il suo è un nome letterario, thank you very much.
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* Comunissimo negli Stati Uniti, dove resiste saldamente tra i cento nomi più diffusi dal 1977 a oggi.
** Per dire, Anna dai Capelli Rossi di cognome fa Shirley.
*** Perché avrete notato trattarsi di nomi femminili…