Tempo fa, mia madre aveva invece riprodotto con un certo successo il prosciutto arrosto con gli scalogni dei Buddenbrook, ed era una delizia – in sostanza un arrosto di maiale in una salsa di cipollotti molto delicata. Era un periodo così: avevo quattordici o quindici anni, e la mattina facevamo colazione con tè (non di tiglio) e madeleines, à la Proust.
Un’altra ricetta che un giorno o l’altro proverò è la carpa alla birra, la cui preparazione è descritta in minuzioso dettaglio in Bella Vita e Guerre Altrui di Mr. Pyle, Gentiluomo, di Alessandro Barbero. Il particolare di intestini e sangue messi a marinare nella birra mi allarma un po’ – e può darsi che ometterò questo passaggio, ma staremo a vedere.
I tramezzini al cetriolo che Algernon fa preparare per Lady Bracknell ne L’Importanza di Chiamarsi Ernesto, invece, li
A causa d’influenze dickensiane (oltre che per anglomania famigliare congenita), il Christmas Pudding è diventato uno dei dolci natalizi di casa mia, insieme al panettone e ai lebkuchen, deliziosi biscotti tedeschi fatti con le spezie e la melassa. Il pudding è arrivato per qualche anno da Londra, adesso lo facciamo in casa la prima domenica d’Avvento, secondo una ricetta ottocentesca che misura gli ingredienti in once. Parte del divertimento consiste nel convertire le quantità…
Qualcosa che non cucinerò mai è lo haggis, tanto poeticamente cantato da Robert Burns – e nemmeno lo assaggerò più, adesso che so cosa è: un pasticcio di interiora di pecora macinate e cotte all’interno di uno stomaco di pecora. Assaggiato all’Edinburgh Fringe Festival tanti anni fa, col tradizionale contorno di rape e patate in purea… come dire? E’ una di quelle cose come il black pudding, che assaggi perché se ne parla in tanti libri, e lo trovi anche buono, fino a che non scopri che è sanguinaccio.
E credo che finirò con una cosa che solo Rex Stout poteva mettere nella padella di Nero Wolfe, il quale evidentemente non spendeva troppi pensieri sul suo colesterolo: pane fritto nel burro di acciughe. A sentire Archie Goodwin, Fritz (lo chef tedesco di Wolfe) prima mescolava burro, cognac, prezzemolo tritato e filetti d’acciuga sminuzzati, e poi usava il miscuglio per friggerci dentro i triangolini di pane…