Senza Errori di Stumpa

Otto Libri Miliari

Il secondo miglior complimento che si possa fare a uno scrittore è “Ho letto il tuo libro tutto d’un fiato”.

Il migliore in assoluto, quello che chiunque metta mai penna sulla carta sogna di sentirsi dire, è “Ho letto il tuo libro e ha lasciato in me un segno duraturo.” Tutti abbiamo, credo, dei libri miliari. Libri che – per contenuto o per forma, per merito o per circostanza, nel bene o nel male – hanno segnato altrettante tappe della nostra vita. E’ una lista in continua espansione, dall’infanzia in poi, e può comprendere i punti di svolta più singolari e le motivazioni più bizzarre.

Qui ci sono alcuni dei miei Libri Miliari, in un ordine vagamente cronologico.

– Il Piccolo Principe. Questo non mi ha segnata molto bene. Ero molto piccola e stiamo parlando di un’edizione illustrata, ma sono certa che la precoce overdose di saccarina ha contribuito a fare di me la cinica che sono. Mi ricordo che guardavo la Volpe e volevo chiederle perché diamine volesse farsi addomesticare. Ruined in infancy.

– Zanna Bianca. Non posso dire che mi sia piaciuto molto, ma è stato il primo libro “grosso e senza figure” che ho letto da sola, nell’estate dei miei cinque anni. La prima prova evidente che le parole e io ci capivamo benissimo da soli, senza nessun bisogno di adulti o illustrazioni, grazie.

– Il Deserto Dei Tartari. Più di vent’anni dopo, sono ancora stupita dall’influenza enorme che questo libro ha avuto nel dare forma al mio senso dell’attesa e delle attese.

– Le Commedie Gradevoli. Di George Bernard Shaw. Il mio primo idolo e modello. Se è vero che l’imitazione è la forma di adulazione più sincera, Shaw doveva sentirsi molto sinceramente adulato, all’epoca.

– Lord Jim. Sì, questo ve lo aspettavate. Mi ha segnata in più modi di quanti ne possa dire, mi ha aperto gli occhi sulla letteratura e sulla natura umana, mi ha fatto scoprire la bellezza della lingua inglese e, in generale, mi ha svezzata parecchio.

– Il Rosso E Il Nero. Folgorazione tecnica, perché non solo Stendhal era spietato con il suo protagonista, ma ne scriveva anche come se non gli piacesse troppo. Oh, il valore del distacco.

– La Battaglia. Di Patrick Rambaud. Leggendolo ho deciso che avrei scritto romanzi storici – e non è poco.

– The Brontes. Di Juliet Barker. Capitato in un momento difficile. Avete presente quella volta su un milione in cui una lettura casuale, come per incanto, sembra offrire proprio la risposta di cui c’era tanto bisogno? Ecco.

E voi? Quali sono i vostri libri miliari?

Otto Libri Miliariultima modifica: 2011-03-28T08:19:00+02:00da
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