“Beata te, che te ne stai tutto il giorno lì a scrivere…” (Mia Cugina – 3 volte solo il 28 dicembre, mentre cercavo di finire ASfC in tempo per spedirlo, oscillando tra frenetica disperazione e disperata frenesia.)
“Oh… hai scritto un’altra favolina? Sì, lo so che la definizione non ti piace, ma io le chiamo favoline lo stesso!” (Ancora mia cugina, a proposito di Di Uomini E Poeti.)
“Dev’essere bellissimo: ti siedi lì e le parole ti vengono in mente e tu le scrivi… che invidia!” (T.)
“Ho sempre voluto scrivere un racconto, ma non sono fortunato come te: a me scrivere riesce difficile.” (C.)
“Tu, che sei una scrittrice, scrivi il biglietto per gli sposi. Tanto a te ci vuol niente!” (Innumerevoli persone)
“Sono incantato dalla facilità con cui produci. Ti chiedono un atto unico e tu lo scrivi come se niente fosse…” (Più di una persona)
Un giorno mi farò un ciondolo, una tazza, una spilla o una maglietta, o forse un cartello – qualcosa che si veda bene – con questo:
E comunque mia cugina non mi crederà.
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Utterly unrelated thing: buon compleanno, P.!