Senza Errori di Stumpa

Undici Di Tutto

Nick del blog Nocturnia mi coinvolge in questo meme… lo sapete, vero, che sono sempre un po’ riluttante a bloggare per meme? Non perché non li trovi divertenti, ma perché non sono terribilmente certa che al lettore di SEdS, che passa di qui in cerca di libritudini assortite, interessino troppo i miei rimuginamenti personali. Per cui tento di resistere alla tentazione – e fin qui ho resistito, con un paio di eccezioni giustificate dal fatto che in un caso si trattava di ossessioni di scrittura e nell’altro di personaggi letterari.

Stavolta la faccenda è un pochino meno pertinente, anche se cercheremo di tenerla entro i binari per quanto si può, ed è anche complicata – in tre fasi più passaggio del testimone. E il fatto è che è anche tanto graziosa, e non resisto…

Per cui, senz’altri indugi, andiamo a cominciar.

La cosa funziona così:

Scrivere 11 cose su di sé;
Rispondere alle 11 domande del taggatore;
Scrivere 11 domande per i taggandi;
Taggare 11 blogger.

Quindi, prima undicina: Cose Su Di Me

1) Non distinguo troppo bene la destra dalla sinistra. Mi si dice che dipende dal mancinismo corretto forcibly in prima elementare. Sarà – ma adesso sono piuttosto ambidestra e devo portare un anello sulla mano sinistra per sapere se sto camminando sul mio marciapiedi o se devo cedere il passo. Tengo a chiarire però che distinguo molto bene il sedile del passeggero da una portiera, per cui alla guida non sono pericolosa. Tranne in Inghilterra – ma questa è un’altra storia.

2) Una volta ho portato a casa da Londra un bonsai nello zaino. Ho telefonato alla British Airways prima per assicurarmi che non ci fossero obiezioni e poi, quando sono arrivata ai controlli, la signorina dei bagagli ha aperto lo zaino e ha dato uno squittio deliziato: “Hey, this lady has a tiny tree in her rucksack!” Un attimo dopo, c’era una piccola folla di addetti e passeggeri occupati a entusiasmarsi per il tiny tree. Che, tra parentesi, si chiamava Lemuel…

3) E questo mi porta a dire che dò nomi ta tutto quanto, in particolare la tecnologia. Nomi tendenzialmente letterari. Il mio primo lettore CD portatile si chiamava Captain Brassbound come un personaggio di Shaw. La mia automobile si chiama Bat (short for Batrace, trattandosi di una Ka verde – però quando mi irrita va anche sotto il nome di Kaa). Il vetusto e non silenziosissimo condizionatore si chiama Belfagor. Una successione di telefoni cordless ha portato i nomi di diavoli danteschi. Il computer fisso attuale si chiama L’Innominatino-cum-Steno. Il netbook si chiama The Beastie. E così via.

4) E, parlando di tecnologia, mi secca maledettamente che non ci sia più la Google bar per Firefox. Probabilmente c’è modo di girarci attorno, ma non ho ancora avuto il tempo di strologarci, e per ora mi limito a snocciolare imprecazioni elisabettiane ogni volta che ci bado.

5) Ma tornando invece a parlare di aeroporti, si vede che ho l’aria da terrorista: non mi è mai successo di arrivare in Inghilterra (o in Scozia, o in Galles, se è per questo) senza che il personale isolano sentisse di dovermi perquisire personalmente. Ripeto: si vede che sembro pericolosa.

6) Ancora aeroporti: una volta, nel corso di un viaggio allucinante per disguidi, ritardi e improbabilità aeree, mi sono trovata nel bel mezzo di un allarme bomba all’aeroporto di Bruxelles. Non è stato divertente.

7) A quattordici anni sono caduta da cavallo incrinandomi un polso – solo che al pronto soccorso hanno deciso che non era nulla di rilevante. Ci ho guadagnato un barometro personale, visto che quasi un quarto di secolo più tardi il mio polso segna l’avvicinarsi del maltempo con discreta precisione.

8) Per sette anni ho commerciato legnami per l’edilizia. Diciamo che è stata un’esperienza molto istruttiva da tutta una varietà di punti di vista – non escluso quello antropologico. Per qualche motivo, la gente si siede in ufficio (avevo un ufficio molto vecchia maniera – con tanto di ritratti degli avi alle pareti…) e racconta la propria vita alla sconosciuta del magazzino di legnami. Mentre calcolavo luci e portate ho raccolto storie che voi umani…

9) Un tempo ogni tanto partivo da Verona alle dieci di sera con il pullman delle badanti, arrivavo a Vienna in tarda mattinata, la sera andavo all’opera e poi tornavo a casa con il primo treno del mattino. Oppure partivo per Roma o per Zurigo nel primissimo pomeriggio, arrivavo in tempo per andare all’opera e poi tornavo con il treno della notte. E andavo direttamente dalla stazione al lavoro. Ah, mais j’étais jeune alors

10) Quando avevo otto anni, per un annetto mio padre mi diede lezioni di Ebraico antico. Poi smettemmo e cominciai a studiare pianoforte – per il quale ero interamente negata. Peccato. Per l’Ebraico, non per il pianoforte.

11) Voglio scrivere radiodrammi. Sono affascinata dai radiodrammi. C’è qualcosa in queste voci disincarnate, in questi rumori ed effetti che dipingono un palcoscenico inesistente – qualcosa che mi attira oltre ogni dire. Un giorno, presto o tardi, scriverò un radiodramma. E ditemi se non suono come Grisù: farò il pompière! Un giorno io farò il pompière!…

And so far, so good. O almeno spero. Vi siete annoiati a morte? Adesso cambiamo gioco: le domande di Nick.

1) Si avvicina un (o una tua) ex che hai amato profondamente, però lui (o lei) ti ha lasciato per un altra persona. Adesso dice che vuole tornare con te.Tu come ti regoli?
Mai capitato, per cui lasciatemi sperare che saprei sfoggiare un sorrisetto tra l’amarognolo e il feralmente comprensivo e mormorare “There was a time for this…”

2) Un editore vuole pubblicare il tuo libro fumettosaggio però a pagamento. Cosa gli rispondi?
No. Uh, aspetti: No, grazie. È così che si dice, vero?

3)Dovendo scegliere: amore o soldi?
Suona molto brutto se dico soldi? È perché si ha questa impressione che l’amore senza un soldo frani  facilmente a valle, e allora ritrovarsi senza amore & senza soldi sarebbe una beffa sesquipedale.

4) Il tuo animale preferito e quello che più odi o che ti fa più paura e perchè.
Mi piacciono tanto gli elefanti, e la colpa è da attribuirsi in buona parte a Kipling e a Toomai of the Elephants. “Barraò, my Lords!” Invece nutro un invincibile, paralizzante ribrezzo per i R, le bestie con 8 zampe che fanno le r-tele, di cui non so nemmeno indurmi a scrivere il nome per intero. E in realtà, tutto quello che ha da 6 a 8 zampe ed è più grosso di una mosca, a tutti gli effetti pratici è più grosso di me.

5) La poesia o il libro che più ti hanno fatto odiare durante gli anni della scuola?
L’Eneide, I believe. Mai sopportato Enea – modello di perfezione, abbandonatore seriale di donne innamorate, stuoino degli dei, succube del fato, sottrattore di fidanzate altrui, vincitore per intervento divino plurimo e ineluttabilità congenita. Epperò non solo dovevo leggere, commentare, analizzare, tradurre e imparare a memoria vasti brani del suo poema – dovevo anche apprezzare le sue molteplici virtù perché era cosa buona e giusta. Furore Tremendo.

6)Cartaceo o eBook?
Entrambi, grazie. E in abbondanza, grazie. No, niente panna sopra, grazie.

7)Un film che rivederesti in continuazione.
Due, in realtà: Cyrano di Rappeneau, fedele al testo, raffinato, bello a vedersi, fotografato divinamente, recitato ancora meglio, moody quanto basta. E poi Shakespeare in Love, perché è un adorabile giocattolo shakespeariano e perché la sceneggiatura di Tom Stoppard è tanto, tanto, tanto vicina alla mia idea di metaletteraria perfezione.

8) La volta che hai pensato “Questa roba l’ avrei fatta meglio io!”
Qualche volta capita. Romanzi storici, per lo più.

9) La cosa che per prima ti colpisce di più in un uomo o in una donna (secondo le vostre inclinazioni: E non state a rispondere la sensibilità o l’inteligenza che tanto non vi crede nessuno!)
La voce prima di tutto. Timbro, colore, uso, vezzi, accenti e inflessioni. Poi, nell’ordine, Occhi, statura, sorriso e mani.

10) Cosa non vi piace della città dove vivete.
Ah, Mantova, Mantova, bella addormentata…

11) Rifareste un altro meme?
Dico sempre di no, ma poi…

E adesso cerchiamo di predicare almeno tanto male quanto si razzola, e induciamo in tentazione un po’ di altra gente. Per prima cosa, è la mia volta di far domande:

1) A che cosa proprio non sapete resistere?

2) Macchina del tempo: dove? Quando? Chi? Che cosa? Perché?

3) No, non siete inclini all’omicidio – però siete fortemente tentati quando…?

4) “Facciamo che il salotto era X, io ero Y e tu eri Z…” Chi giocavate ad essere, da bambini?

5) Il concerto della vita?

6) Il vostro fenomeno atmosferico prediletto – quello che, quando vi alzate e aprite la finestra, vi rende già felici sulla fiducia?

7) Il finale letterario (o cinematografico, o teatrale) con cui proprio non sapete riconciliarvi?

8) …E a un certo punto vi siete resi conto che eravate “dentro” un libro. Quale? Come?

9) Dal questionario di Proust: se non foste voi, chi vorreste essere?

10) Che cosa non avete mai fatto e vorreste tanto fare?

11) Finale in crescendo, à la Faust di Goethe: il momento cui avreste voluto dire “Sei bello, fermati…”?

E per finire, le mie undici vittime designate – in nessun ordine particolare:

1) Alessandro Forlani

2) Davide Mana

3) Marta Manfioletti

4) Mattia Nicchio

5) Marta Traverso

6) Alex Girola

7) Ferruccio Gianola

8) Andrea Camillo

9) Marco Freccero

10) Rossana Rotolo

11) Irene Gualtieri

e 12), che blog non ha, ma ci sono i commenti: Andrea F. (ex Renzo!)

Che poi, se non siete in lista e le domande vi solleticano, siete più che benvenuti. Qui nei commenti o sul vostro blog…

 

 

Undici Di Tuttoultima modifica: 2012-06-27T08:10:00+02:00da
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