Dovete considerare che la mia esperienza di rievocazioni era… be’, era un sacco di cose, a ben vedere.
Da un lato, ho avuto a che fare con dei rievocatori, per dire così, da fuori. Di solito si trattava di malguidati tentativi di far interagire teatranti e rievocatori nel modo sbagliato. Perché il punto si è che, in linea generale, rievocatori e tratranti vogliono cose diverse. Si rievoca per ricreare un’epoca passata tanto accuratamente quanto si può, con somma attenzione ai particolari più minuti. In teatro, invece, si prendono scorciatoie, si tagliano angoli, si ignora con allegro sollievo tutto quel che non si vede dalla prima fila di platea, si adorano cerniere e velcro – ma soprattutto, non si ricrea: si evoca, si suggerisce, si richiama, si inclina a 45° gradi e si tinge di violetto…
Morale: i rievocatori inorridiscono davanti al costume teatrale medio e i teatranti levano gli occhi al cielo di fronte al rigore dei rievocatori. Mescolarli e farli lavorare insieme non sempre funziona. A me era capitato un po’ di tutto – dalle volte in cui proprio non aveva funzionato a quelle in cui si era rimasti a guardarsi sospettosamente da una riva all’altra del fossato… E poi c’erano i rievocatori che ho conosciuto di qua e di là senza vederli veramente all’opera. Compagni di studi, colleghi, amici, conoscenze occasionali… Gente che tornava dalla rievocazione della battaglia di Prestonpans definendo uno zigomo e un pollice fratturati come “roba da nulla” o che poteva passare ore e ore e ore a disquisire di fucili ad avancarica attraverso i secoli… Disse la donna che può passare ore e ore e ore a disquisire di minuzie teatral-elisabettiane – per cui sì, forse dovrei sentire più vicinanza di spirito con i rievocatori, ma devo confessare che almeno alcuni di loro mi fanno lievemente paura.
E il Palio di Ferrara mi ha dato ragione su questo secondo aspetto, modificando al tempo stesso molte delle mie idee in fatto di rievocatori&teatro.
Intanto, è chiaro che esiste un modo giusto per mescolare le due cose: con Hic Sunt Histriones siamo stati inseriti nel lato più teatrale della faccenda – in cui, una volta rivestiti come si doveva, potevamo interagire alla perfezione con i membri della Corte Ducale. In secondo luogo c’era G., histrio e rievocatrice – posizionata perfettamente a cavallo del fossato e in grado di fungere da cerniera tra i due mondi. È stata lei a
Dopodiché, essendo quel che sono, non mi sono saputa impedire di strologar storie attorno alla mia dama in rosso, alle sue circostanze e alla gente che aveva attorno… Ma in fondo, ditemi: avete idea di un singolo motivo per cui, nella sera azzurra e nella città d’oro rosso, al suono delle trombe e al garrire dei gonfaloni, me lo sarei dovuto impedire affatto?