Senza Errori di Stumpa

Tutto Inventato

Millenni fa, quando davo ripetizioni private, la mia allieva preferitissima, vispa liceale quindicenne senza alcun vero bisogno di ripetizioni, pensò bene di sconvolgermi annunciando trucemente che non le interessava studiare Latino, non le piaceva e non ne vedeva l’utilità, visto che di sicuro nessuno l’aveva mai parlato.

Io, al momento appollaiata su una scaletta in cerca di un vecchio libro di versioni, scoppiai a ridere.

“No, dico davvero,” insisté R. “Non vorrai farmi credere che qualcuno fosse tanto idiota da parlare questa roba con le declinazioni, vero?”

“Un sacco di gente parla roba con le declinazioni,” dissi io. “Ancora adesso: il Tedesco ha le declinazioni, il Russo ha le declinazioni…”

“Be’, è diverso. Quelle sono lingue che la gente parla. Il Latino no.”

“Adesso no, magari*, ma fino a nemmeno tantissimo tempo fa… lo sai che il Quartiere Latino di Parigi si chiama così perché ancora nel Settecento…”

” È inutile, non sforzarti. Tanto non ci credo che lo parlassero davvero. E non credo nemmeno alla storia, se è per questo.”

E qui per poco non caddi dalla scaletta. Come, non credeva alla storia? Non credeva che fossero successe le cose raccontate nei libri di storia. E secondo lei, perché le avrebbero raccontate, allora? Oh, chi lo sa? Magari si erano messi d’accordo. Ma chi? E Perché? Oh, chi lo sa? Per far fare bella figura a Roma, per esempio. E quindi c’era una Roma? Boh, magari sì. E cosa facevano questi Romani, mentre non facevano quello che dicono gli storici? E chi lo sa? Di sicuro non quelle cose troppo ovvie e troppo prevedibili che dicono i libri. Ovvie e prevedibili?! Sì, come Cesare, che va in Senato anche se gli dicono di non andarci, e poi lo accoltellano…

D’accordo, la piccola R. aveva detto qualcosa a caso perché non aveva voglia di cercare cognovi sul vocabolario, e si era ritrovata in pasticci più grossi, come la necessità di difendere un’affermazione a cui non aveva pensato granché… E però non posso fare a meno di pensare che la sua insofferenza nei confronti della storia e del Latino fosse in parte sincera.

Considerando che R. era sveglia e studiosa, una di quei ragazzini a cui piace andare a scuola, l’idea era e resta un po’ scoraggiante. Non da oggi penso che insegnare la storia come una serie di date, nomi e fattori economici sia deleterio. Come è possibile appassionarsi alla complessità multiforme dei processi che ci hanno resi quelli che siamo, mandando a memoria il progressivo diffondersi della patata sul continente europeo?

E d’altra parte, me ne rendo ben conto, le ore e i programmi sono quelli che sono, e offrire una panoramica generale è il meglio che si può fare. Chi si interessa approfondirà poi all’università o per conto proprio…

Eppure… che non ci sia un modo diverso? Che non si possa da un lato stimolare l’interesse e consentirgli di svilupparsi, e dall’altro offrire gli strumenti intellettuali per farlo?

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* In realtà, di recente, un’amica di mia madre mi ha raccontato di una serata lontana, in una discoteca della Swinging London anni Sessanta, in cui conversò lungamente in Latino con un giovane ingegnere tedesco…

Tutto Inventatoultima modifica: 2016-11-30T08:33:00+01:00da
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