Mooligrubs è una favolosa parola che ho scoperto sfogliando un libro per fanciulli di Alison Uttley, una cosa chiamata A Traveler in Time, a proposito di una ragazzina degli anni Trenta del Novecento che, più o meno per sbaglio, si ritrova in età elisabettiana… er, sì.
Ma dicevo, mooligrubs.
Dev’essere dialettale, e significa broncio, paturnie, malinconie, malumori e, per estensione, mal di pancia. Non è deliziosamente espressivo? Ed è anche soddisfacente da masticare quando le paturnie in questione ci sono. Quando non si riesce a liberarsi dell’impressione che lo schema generale delle cose comprenda una deliberata intenzione di travolgerci e seppellirci… Ecco, sì – ma non badate a me.
Ho i mooligrubs.
O meglio, non badate all’attacco di mooligrubs, ma badatemi quando vi ricordo che:
I. Questa sera riparte Ad Alta Voce, con letture sul tema “L’Appetito Vien Mangiando”. Alle 21 presso la biblioteca Zamboni di Roncoferraro.
II. Domani sera bagolo di Shakespeare, Marlowe e cose elisabettiane in genere – a partire dall 20.45, alla Sala Civica di Levata di Curtatone. E se siete stati indotti a pensare che la chiacchierata sia questa sera, non fidatevi. È proprio domani.
Se siete da queste parti, nell’una o nell’altra occasione, perché non fate un salto?
Giuro che per allora mi sarò fatta passare tutte le paturnie.