II. La deliziosa anziana signora in tailleur che si avvicina ai consultatori di mappe a un angolo di strada chiedendo dove vogliono andare, e offre indicazioni.
III. Passeggiare per la Conciergerie immaginandosi Madame Roland, Robespierre, Lavoisier, André Chenier, i 21 Girondini, Maria Antonietta, ma anche Charles Darnay e Sidney Carton – che in realtà erano a La Force, ma fa nulla.
IV. Shakespeare & Company, sulla Rive Gauche, incantevole piccola tana tappezzata di libri, con le salette di lettura, i divani e il pianoforte al piano di sopra, e i calendari dei gruppi di scrittura, e la fessura per le monete con il cartello “Feed the Starving Writers.”
V. Entrare in Saint-Germain-des-Prés e trovarci un meraviglioso piccolo coro che prova mottetti rinascimentali nell’atmosfera d’acqua verde. E dopo avere ascoltato, uscire e trovare sul sagrato una deliziosa orchestrina jazz.
VI. Moules marinières e vino bianco al Quartiere Latino, nell’atmosfera di festa del sabato sera. Ma anche la zuppa di cipolle e un bicchiere di Côtes du Rhône a Les Halles non sono mica male.
VII. Passeggiare tra la folla di cappelle neogotiche del cimitero di Montmartre e incontrarci vecchie conoscenze come Berlioz, Stendhal, Madame Recamier, Zola, Dumas figlio, Nijinski, Gautier, il maresciallo Lannes…
VIII. Caffè e croissants dietro la chiesa di St. Sulpice, sotto la targa – molto Oulipo – di Plac G org s P r c.
IX. Un favoloso pianista che suona un piano verticale dall’aria vissuta davanti all’Opéra. Parigi è piena di musica.
X. Una classe di studenti d’arte distribuita per Notre Dame a copiare scorci di architettura gotica.