E la messe di stelle è stata limitata, ma si è costatato che di luna in letteratura ce n’è davvero tanta…
A cominciare dall’ovvio, la luna del Pastore Errante, e la bella luna di Saffo che fa impallidire le stelle – come pure quella del Magnifico Lorenzo, che dà il titolo al post.
E poi ho provato con un po’ di lune in prosa, come il truciolo d’oro di Conrad, il Voyage dans la Lune di Cyrano de Bergerac, il Verne di Dalla Terra alla Luna, e la Luna e Sei Soldi di WS Maugham, e la Luna e i Falò di Pavese, e Chiardiluna per fanciulli, e il Ciaula pirandelliano che scopre la luna, e gli elefanti di Kipling che danzano sotto la luna…
Ma è chiaro che a farla da padrona in proposito è la poesia. Astolfo sulla Luna, la Luna distante dal Mare di Emily Dickinson, e la graziosa luna di Leopardi, e le meravigliose immagini di Garcia Lorca, con la sua luna da cui si beve, o che deve scappare prima i gitani facciano collane e bracciali con il suo cuore bianco. E poi la luna che sempre sale e mai si ferma di Coleridge, e Shelley e Christina Rossetti che si chiedono separatamente se la luna sia pallida di stanchezza, e la luna triste e languida di Baudelaire, che piange sulla terra lacrime d’opale, e la rana d’oro del cielo di Esenin, e la luna rossa di Quasimodo, e quell’altra luna leopardiana che nella notte chiara e senza vento posa queta sovra i tetti e sovra gli orti, e la luna incapace di dubitare di Blake, e la gatta di Yeats che danza sotto la luna, e la luna monocroma e curva d’imperturbabile serenità (credo) di Thomas Hardy…
E a questo punto era abbondantemente ora di cambiare mood – e quindi la luna scema di Beckett che dà sempre il posteriore, e la filastrocca con la mucca che salta sulla luna, e la testa mozza e squallida nel libretto della Turandot…
Il che è servito per una deviazione musicale – perché anche le canzoni non scherzano: la luna rossa, la verde luna, the blue moon,the pink moon, the silver moon, the black moon, the harvest moon, e luna tu, e la tintarella di luna, e la luna nel pozzo, e la luna che spunta dal monte, e la luna francese del Gobbo di Notre Dame, e Moonlight Shadow, e guarda la luna come la cammina e la scavalca i monti come noialtri Alpin, e fly me to the moon, la luna che bussò, e non ti fidar di un bacio a mezzanot-te se c’è la luna… e au clair de la lune, mon ami Pierrot, prête-moi ta plume pour écrire un mot, e sicuramente un’infinità di altre.
E infine, a mo’ di calzante congedo lunare, lasciate che vi metta qui per intero la Falce di Luna Calante di D’Annunzio:
O falce di luna calante
che brilli su l’acque deserte,
o falce d’argento, qual mèsse di sogni
ondeggia a ‘l tuo mite chiarore qua giù!
Aneliti brevi di foglie
di fiori di flutti da ‘l bosco
esalano a ‘l mare: non canto, non grido,
non suono pe ‘l vasto silenzio va.
Oppresso d’amor, di piacere,
il popol de’ vivi s’addorme.
O falce calante, qual mèsse di sogni
ondeggia a ‘l tuo mite chiarore qua giù!