Dopo essermi incantata a proposito della Parigi settecentesca, naturalmente mi sono chiesta se non ci fosse nulla del genere a proposito della Londra elisabettiana – e me lo sono chiesto per piacere e per documentazione, perché se la ricostruzione sonora è così efficace, perché non provare a servirmi di un paesaggio sonoro a fini descrittivi?
E così mi sono messa a caccia – e quel che ho trovato è Hark! The Acoustic World of Elizabethan England, un meraviglioso documentario radiofonico che fa proprio quel che dice l’etichetta. Quasi un’ora di ricostruzione di quel che un Elisabettiano sentiva ogni giorno della sua vita. Le circostanze sonore così familiari da non badarci nemmeno più. Il paesaggio sonoro dei miei personaggi. È favoloso a sentirsi e, anche se non avete tanto interesse nel periodo da ascoltare tutto quanto, vi consiglio vivamente di fare anche solo un piccolo esperimento – possibilmente con un buon paio di cuffie.
Tra l’altro, all’inizio sentirete esporre l’affascinante idea che tutti i suoni emessi non si spengano affatto, ma seguitino a viaggiare a distanze sempre maggiori – e quindi siano ancora tutti là fuori, da qualche parte… “In teoria, con la giusta tecnologia, potremmo sentire la voce di Shakespeare che recita il fantasma nel suo Amleto…” Non so quanto sia solido dal punto di vista scientifico, ma trovo il concetto assolutamente meraviglioso – sia per la permanenza di tutti i suoni, sia per la teorica possibilità di recuperarli. Nel frattempo, però, in attesa della “giusta tecnologia”, mi piace pensare che l’immaginazione, la ricerca e l’indagine del passato possano fare da ponte, e recuperare almeno l’ombra dei suoni perduti.
________________________
* Grazie, D.