Ne avevamo già parlato? Abbastanza diffusamente? Forse no – ed è tempo di rimediare.
Allora, Josephine Tey (1896-1952) è una scrittrice scozzese, autrice di gialli, di drammi teatrali e anche di qualche romanzo storico. Un’altra Christie, pochissimo nota in Italia, e non so dire perché, visto che i suoi libri sono davvero scritti deliziosamente, con ottime trame e dialoghi strepitosi.
Qualcuno ha visto Giovane e Innocente? E’ un film di Hitchcock, pre-Hollywood, girato in economia ai Pinewood Studios, con una squadra di attori inglesi sconosciuti e bravi… Ebbene, è tratto da A Shilling for Candles, della Tey. Che poi non si chiamava affatto così: il suo vero nome era Elizabeth Mackintosh, ma pubblicava come Josephine Tey, Gordon Daviot e Craigie Howe. Daviot era il suo nom de plume per il teatro, e non parliamo di teatro qualsiasi: fu con il suo Richard of Bordeaux che John Gielgud si affermò come stella sui palcoscenici inglesi.
Di suo, Mondadori e Salani hanno pubblicato una mezza dozzina di titoli fra gli Anni Trenta e Cinquanta, con l’occasionale ristampa ogni tanto… Più di recente, mi pare nel 2000, Sellerio ha riproposto La Figlia del Tempo, e qualche anno fa Mondadori ha ripreso i gialli con delle bellissime copertine vintage.
Ecco, appunto: La Figlia del Tempo – che secondo me della Tey è il romanzo più significativo. La figlia in questione è, secondo Francis Bacon, la verità, destinata a emergere prima o poi – a patto che le si lasci il tempo di farlo. E a caccia di verità va l’ispettore Alan Grant, l’investigatore abituale di JT. Solo che, per una volta, deve andarci metaforicamente. Tutto comincia con una riproduzione del ritratto qui accanto. Immobilizzato in un letto d’ospedale da un incidente e annoiato a morte, Grant si rifiuta di credere che l’uomo del ritratto sia un assassino, e si mette a investigare sul caso dei Principi nella Torre: è vero o no che Riccardo III fece assassinare i suoi due nipoti per salire al trono?
Ora, non so dire nulla sulle traduzioni, perché non e ho lette – e posso soltanto sperare che voce e tono siano rimasti… Regardless, vale di sicuro la pena di dare un’occhiata a questo libro, affascinante dal punto di vista storico, ben scritto, appassionante come giallo, e popolato di gente simpatica. E se tutto ciò non bastasse, pieno di idee e di domande sul modo in cui si formano luoghi comuni, leggende nere e convenzioni storiche. Che si può volere di più da un libro? Se insegnassi – se insegnassi storia, credo proprio che lo farei leggere a tutti i miei alunni.