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Ott 5, 2018 - Poesia    Commenti disabilitati su Autunno Poetico

Autunno Poetico

Gainsborough

Gainsborough

Questo post è per M.

Parlavasi di poesie d’autunno, stagione che ha sempre ispirato grandemente i poeti. Non dico che i prosatori non si siano mai dati da fare, perché foglie cadenti, giorni sempre più corti e quant’altro si prestano ad ogni genere di trattamento metaforico, simbolico o semplicemente decorativo, e pochi romanzi sono completi senza una buona scena autunnale, ma senza dubbio le citazioni che saltano alla mente per prime sono poetiche.

Prima di tutto, credo, Ungaretti, col suo Soldati: si sta come d’autunno sugli alberi le foglie…

Ma subito dopo la povera foglia frale dell’Imitazione di Leopardi, Settembre, andiamo, è tempo di migrare con I Pastori di D’Annunzio, San Martino di Carducci, con la sua nebbia che sale piovviginando agl’irti colli (e pensandoci, dev’esserci anche Alla Stazione Una Mattina d’Autunno, di cui confesso di ricordare solo la caduta di foglie), e la fredda estate dei morti di Pascoli, anche se  Novembre forse oggi è ancora un nonnulla prematura.

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Grimshaw

In qualche modo sarebbe stato innaturale che Gozzano non si occupasse di autunno, e infatti lo ha fatto più di una volta: per i vetri Autunno inonda la bella stanza delle luci estreme ne La Falce, Sire Autunno vuota munifico la sua cornucopia ne Il Frutteto, mentre La Signorina Felicita pensa i bei giorni di un autunno addietro, e l’elenco sarebbe lungo, se si volesse.

Fuori d’Italia, tutti ricordiamo i lunghi singhiozzi dei violini d’autunno di Verlaine forse più per il celebre messaggio in codice del D-Day che per la Chanson d’Automne in sé, e poi ci sono le gelide tenebre e i colpi funerei della legna spaccata nel Chant d’Automne di Baudelaire, e Mallarmé che chiama le nebbie sulle paludi livide – e in compenso Camus dice che l’autunno è una seconda primavera in cui ogni foglia è un fiore: lo so, è prosa, ma ci voleva proprio. Chi avrebbe mai pensato di dover ricorrere a Camus per allietare un po’ l’atmosfera?

arcimboldoautumn

Arcimboldo

E poi veniamo al mondo anglosassone, cominciando con Emily Dickinson, che in Autumn indossa un gioiello per essere in tono con i vestiti scarlatti dei campi, le gaie sciarpe degli aceri e le guance rubiconde delle bacche – e con Stevenson e i suoi Fuochi d’Autunno, che fioriscono dopo l’estate a punteggiare il canto delle stagioni… Nei boschi gialli d’autunno, invece, Robert Frost esita al bivio in The Road not Taken. E anche l’autunno di Yeats, è giallo: giallo e triste come le foglie umide delle fragole selvatiche in The Falling of Leaves, mentre The Autumn di Elizabeth Barret Browning è una faccenda di vento nei boschi e torrenti gonfi. L’autunno di William Blake è un personaggio carico di frutti e dalla voce allegra che fa danzare le fanciulle, ma è macchiato del sangue dell’uva (To Autumn), e quello di Keats è un tempo di foschie, il caro amico del sole che fa maturare le mele sotto il cui peso si piega l’albero accanto al cottage. E poi (in ordine del tutto sparso) ci sono Shakespeare, che paragona gli alberi autunnali a cori in rovina, Nova Bair, con i suoi pioppi d’ottobre, torce accese per illuminare la via verso l’inverno, Kipling con le sue sere profumate di fumo e le notti profumate di pioggia, e John Donne che riconosce la bellezza alla primavera e all’estate, ma riserva la grazia all’autunno.

E infine rapido passaggio in Germania per Hoelderlin, e il suo autunno – simbolo del tempo che divora se stesso.

Passaggio e caducità, rosso, oro, crepuscolo, frutti, declino, vendemmia, nebbia, bellezza, malinconia, abbondanza e finalità: se c’è una stagione da poeti, forse è davvero l’autunno.

 

Feb 8, 2012 - Poesia    Commenti disabilitati su Versi In Bianco

Versi In Bianco

Come temevasi, la neve ha colpito – con il serio aiuto dell’influenza. Tra la compagnia decimata e mezzo Mantovano snowbound, la prima di domani sera è cancellata, e Di Uomini E Poeti debutta sabato 11.

E visto che è così che van le cose, neve sia. In versi, magari, e in tre continenti…

La neve

Lenta la neve, fiocca, fiocca, fiocca,
senti: una zana dondola pian piano.
Un bimbo piange, il piccol dito in bocca,
canta una vecchia, il mento sulla mano,

La vecchia canta: Intorno al tuo lettino
c’è rose e gigli, tutto un bel giardino.
Nel bel giardino il bimbo s’addormenta.
La neve fiocca lenta, lenta, lenta.

(Giovanni Pascoli)
 
Pensiero segreto

In un paese ove la neve
raramente cadeva nei passati inverni,
da molti giorni nevica.
S’accumula la neve ed ogni cosa
vien ricoperta da un candido manto:
sotto quel manto paiono più belle
tutte le cose più comuni e vane.
Ma nel nostro pensiero c’impaura
il pensier, che domani, con il sole,
la neve sàrà fusa e allor le cose
sembreranno più brutte e più meschine.

 
(Fuyuhiko Kitagawa)
 
Era lei, la neve

E un mattino
appena alzati, pieni di sonno,
ignari ancora,
d’improvviso aperta la porta,
meravigliati la calpestammo:
Posava, alta e pulita
in tutta la sua tenera semplicità.
Era
timidamente festosa
era
fittissimamente di sé sicura.
Giacque
in terra
sui tetti
e stupì tutti
con la sua bianchezza.

(Evgenij Evtusenko)
 
The Snow That Never Drifts
 
La Neve che mai si accumula –
La transitoria, fragrante neve
Che arriva una sola volta l’Anno
Morbida s’impone ora –

Tanto pervade l’albero
Di notte sotto la stella
Che certo sia il Passo di Febbraio
L’Esperienza giurerebbe –

Invernale come un Volto
Che austero e antico conoscemmo
Riparato in tutto tranne la Solitudine
Dall’Alibi della Natura –

Fosse ogni Tempesta così dolce
Valore non avrebbe –
Noi compriamo per contrasto – La Pena è buona
Quanto più vicina alla memoria –

(Emily Dickinson)