Pensieri Oxfordiani
Sotto certi aspetti (prima o poi ne parleremo) vorrei tanto essere rimasta sull’Isoletta – ma che ci si può fare? E vorrei esserci rimasta perché l’Isoletta è l’Isoletta, ma anche perché a Oxford ho avuto tre favolose, intense ed entusiasmanti giornate. Come dicevo, era la mia prima conference, e quindi non ho termini di paragone, ma posso dire che HNSOxford16 è stata organizzata alla perfezione, stimolante, varia, intelligente – e piacevolissima. Ho incontrato gente interessante, seguito conferenze e lezioni, imparato parecchio… e ho parlato del mio romanzo con due agenti letterari.
Il feedback è stato molto, molto interessante. Per riassumere:
- Il mio titolo è ottimo
(Evviva) - La storia forse è un po’ blanda
(ma potrebbe essere questione della sinossi) - La storia è molto interessante e promettente
(Sì, lo so – ma sul serio. Non vi stupirete se vi dico che preferisco la seconda opinione – ma starò ben attenta alla prima – e senz’altro riscriverò la sinossi) - Ci sono troppi particolari descrittivi
(Ouch… Questo sì che pizzica. I miei beneamati particolari! Ho dunque ecceduto in zelo? Parrebbe di sì…) - Il mio Inglese è troppo densamente elisabettiano
(Ero stata avvertita – e non ho voluto dare ascolto. Ben mi sta, immagino) - Il mio Inglese è troppo difficile
E quest’ultima, devo dire, mi ha sorpresa parecchio. Voglio dire, mi aspettavo che avessero da ridire sul mio Inglese, che lo trovassero inadeguato o che – ma troppo difficile? Tra parentesi, è quel che Conrad si sentiva dire all’inizio della sua carriera, e quindi sono intenzionata a trovarlo incoraggiante, in qualche contorta e obliqua maniera. D’altro canto, sono davvero sorpresa. E ho trovato molto lusinghiero che nessuno dei due agenti avesse sospettato dal materiale preliminare (sinossi e le prime 2000 parole) che non fossi madrelingua.
Insomma, ho detto che sarei andata a Oxford più per imparare che per cercare un contratto, giusto? E direi che ho imparato. Critiche costruttive, cose su cui posso lavorare nella prossima stesura. Anche solo questo varrebbe il prezzo del biglietto – e c’è stato così tanto di più…
Oxford, missione più che compiuta.
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