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Feb 6, 2011 - cinema    Commenti disabilitati su Beacons!

Beacons!

Be’, dopo il post di venerdì ve l’aspettavate, dite la verità. Da Elizabeth – The Golden Age. Solo che, siccome YouTube non collabora, dovete andarlo a vedere qui.

Vedrete che Filippo II è il mostro fanatico e sanguinario delle più truci pagine della Leyenda Negra, ma al cinema è più facile avere un antagonista mooooolto cattivo – e d’altra parte, probabilmente questo è il Filippo dell’immaginario elisabettiano, per non dire inglese, per non dire universale. Notate il gesuita inglese che fa rapporto al re di Spagna – presumibilmente Padre Ballard, figura storica. E soprattutto notate la sequenza dei beacons, da 6.35 in poi.

A dire il vero, il fervorino messo in bocca alla regina è divertente, perché la libertà di pensiero e di coscienza nell’Inghilterra elisabettiana era un concetto molto relativo – guardate che cosa è successo a Marlowe! Ma è più che altro un caso di anacronismo obliquo, perché dubito molto che, all’epoca, la questione sarebbe stata davvero posta in questi termini. Il punto era Inglesi e Spagnoli, Protestanti e Papisti.

Se v’interessa una bizzarra esplorazione speculativa della faccenda, vi suggerirei di dare un’occhiata al romanzo ucronistico Per il Trono d’Inghilterra, di Harry Turtledove, in cui l’Armada ha ottenuto il suo scopo, e l’Inghilterra è un dominio spagnolo…

Buona domenica!

Mag 5, 2010 - guardando la storia    2 Comments

Ei Fu… in Ucronia

Molti anni fa – neanche moltissimi, pensandoci bene: nel 2001 – ho partecipato a un gioco promosso da Rai Radio Tre. Si trattava di una versione del celebre What If, in cui si stabilisce un’ipotesi ucronistica e poi ci si ricama sopra. Cosa sarebbe successo se, invece di X fosse successo Y?

Il gioco è affascinante, e ha intorno tutto un genere letterario, il cui maestro indiscusso è Harry Turtledove. Avete presente il suo Per Il Trono d’Inghilterra, in cui la Envencible Armada, anziché affondare ingloriosamente, conquista l’Inghilterra, e Shakespeare si ritrova invischiato in un intrigo politico letterario per rovesciare l’occupazione spagnola? Assolutamente fantastico. In Italia c’è La Saga di Occidente, in cui Roberto Farnesi ipotizza un’Italia in cui il Fascismo non è caduto. Affascinante serie di speculazioni.

Se parlo oggi di tutto ciò è perché nel gioco radiofonico di cui dicevo all’inizio, l’ipotesi era che Napoleone fosse fuggito dall’Elba negli Stati Uniti (e per dissennata che l’idea suoni adesso, c’erano fumosi piani in proposito e cospiratori intenzionati a metterli in atto). Come sarebbe cambiata la storia europea?

La mia ucronia cominciava così:

Napoleone raggiunge gli Stati Uniti dove, con sua somma delusione, si ritrova circondato soltanto da gruppi di bonapartisti alquanto velleitari e non troppo bene informati che agiscono in semiclandestinità, concionano di Ideali Rivoluzionari e, in un patetico tentativo di segretezza, si affannano a chiamare il loro ospite “Mr.Goodside”…

Napoleone non moriva più a Sant’Elena il 5 maggio 1821, ma nell’America del Sud, quindici anni più tardi. E Alessandro Manzoni dedicava all’avvenimento un’ode intitolata Il Quattordici Settembre:

Ei fu. Di guerra il fulmine

nel Messico lontano

si tacque. E rugge il tuono

che mosse la sua mano,

che il suo voler, mancando,

dietro di sé lasciò.

 

Dorme la spoglia immemore

nell’or di Montezuma.

Gloria, potere ed impeto

svaniro come bruma,

e ‘l due volte imperadore

il capo alfin posò.

 

E via dicendo per altre quindici o venti sestine – che non ho scritto. Però, se qualcuno avesse voglia di leggere l’intera storia, la può trovare qui.