Ott 28, 2010 - libri, libri e libri    7 Comments

Promessi Sposi, Capitolo XXII

FedericoBorromeo.jpgDue distinti lettori mi avevano detto che il Capitolo XXII è una noia mortale. Io non mi ricordavo molto del Capitolo XXII, se non che vi si parla del Cardinal Borromeo, ma due lettori adulti e competenti annoiati dovevano pur voler dire qualcosa…

Ebbene, i lettori avevano ragione: per la prima volta da quando ho cominciato la (ri)lettura dei Promessi Sposi con la UTE mi sono imbattuta in questa strana bestia, un capitolo noioso.

Tra l’altro, il capitolo è insidioso perché si presenta sotto falsi colori. Comincia bene, con una rapida scena in cui l’Innominato scende a valle, riluttante e ansioso, trepidante, incerto e stupito di sé, dando ordini incoerenti tra le occhiate stupite di servi, bravi e valligiani. Bene, pensiamo noi. Ci piace, questo Innominato e siamo interessati alla sua conversione…

Meglio non abituarci troppo. Tre pagine e Don Lisander frena bruscamente e parcheggia la narrazione in corsia d’emergenza. Mentre siamo fermi con le doppie frecce lampeggianti ci promette ristoro, ombra, acqua fresca. Noi siamo perplessi: andava tutto già molto bene, grazie. Non potremmo tornare ad occuparci dell’Innominato, per favore?

No, non potremmo.

Prima “bisogna assolutamente che spendiamo quattro parole” su questo straordinario personaggio, il Cardinal Federigo Borromeo. Siamo già allarmati. Chissà perché, quelle quattro parole suonano tanto come una spudorata menzogna, un’azione preventiva o qualche altro procedimento poco rassicurante. Quattro parole… “Chi non si curasse di sentirle, e avesse però voglia di andare avanti nella storia, salti addirittura al capitolo seguente”.

Ecco, questa invece suona come coda di paglia e noi siamo ancora più allarmati.

E infatti… Il Cardinal Federigo Borromeo, sapete, era nobile, pio, buono, umile, dotto, energico, caritatevole, caritatevole, caritatevole, generoso, savio, lungimirante, caritatevole, soave, severo con chi lo meritava, sobrio, autorevole, misericordioso, fondatore dell’Ambrosiana, caritatevole, zelante, virtuoso, eloquente, amante delle arti e lettere, caritatevole, semplicissimo nei costumi, giudizioso, benevolo, instancabile, caritatevole…

Confessate: a che punto vi è diventato vitreo lo sguardo? E questa è una versione liofilizzata. L’unico lieve sollievo consiste in quella che potrebbe sembrare un’ulteriore dose di coda di paglia – e invece con  Manzoni diventa uno dei consueti gioiellini di sottile ironia. Era perfetto dunque il CFB? No, non era perfetto. Sostenne in atti, parole e opere delle “opinioni opinioni che al giorno d’oggi a ognuno parrebbero piuttosto strane che mal fondate.” Tuttavia ci glissiamo sopra, perché in questo romanzo il CFB è dalla parte degli angeli e non vogliamo complicarci la vita. E allora, perché le abbiamo citate affatto, queste opinioni strane? Per non dar l’impressione di essere acritici.

Oh, e il CFB scrisse, scrisse molto, scrisse un centinaio d’opere. Nessuna di esse è di quelle che si ricordano? No, nessuna. E come mai? Oh, “per ragioni molte e prolisse” che non ci metteremo nemmeno ad affrontare.

Noi siamo lasciati a sospettare che le cento opere del CFB siano di una noia mortale, ma intanto “sarà meglio che riprendiamo il filo della storia, e che, in vece di cicalar più a lungo intorno a quest’uomo, andiamo a vederlo in azione…”

Tiriamo un sospiro di triplice sollievo, o Lettori: il capitolo è finito; possiamo ragionevolmente aspettarci che, una volta che l’Innominato sarà rientrato in scena, anche questo caritatevolissimo e virtuosissimo CFB ci sarà meno antipatico; e enfin, nemmeno Manzoni è perfetto per tutto il tempo.

Promessi Sposi, Capitolo XXIIultima modifica: 2010-10-28T08:13:00+02:00da laclarina
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7 Commenti

  • Eh, lo sguardo s’è fatto vitreo molto presto, ho innescato il pilota automatico e il capitolo è finito in fretta.

    La conversione m’è sempre sembrata una grossa mancanza di rispetto. Il Manzo l’ha voluto proprio umiliare, il suo cattivo. Doveva ALMENO fare una brutta fine.

    Una mia amica tempo fa mi disse: “Aveva tra le mani il cattivo perfetto, uno dei cattivi più intriganti di tutto l’ottocento, ai livelli di Dracula e Mr Hyde. E se l’è bruciato in quel modo, ridotto a pecorella da quel Borromeo”.
    La frase mi incuriosì a tal punto da decidermi a superare definitivamenti i pregiudizi ginnasiali e riprendere in mano il tomo. Tomo sublime, il mio nick non è quello per caso 😉 (se L’innominabile è un fantastico cattivo, Renzo è un Paperino ante-litteram, e io mi ci rispecchio molto)

  • Sono d’accordo con Renzo, la faccenda della conversione ridimensiona un po’ la figura titanica e tragica dell’innominato, che era davvero un cattivo fantasmagorico, un gigante: soprannome bellissimo (per fortuna M. non ha mantenuto il precedente soprannome, l’orrido “conte del sagrato), tutto quel mistero, quel coraggio, quel carisma…
    Il capitolo su Borromeo, in effetti, è forse l’unco che non amo dei Promessi Sposi…

  • Renzo, Danilo, sono lieta di vedere che non sono la sola a subire il fascino dell’Innominato e a trovare stucchevole la conversione. D’accordo, una certa quantità di dubbi e di tormenti si addice al gentiluomo (è il tipo di personaggio che all’opera andrebbe baritono), ma poi tutto quel tripudio di zucchero e campane e bontà cardinalizia… ugh!
    Ci voleva una brutta fine fiammeggiante e tragica – o come minimo la peste. Altro che Don Rodrigo!
    Vedo lo spazio per un What If, qui… magari più d’uno. (Danilo? Hint hint!)
    Che dite, vi va di fondare con me un Innominato Fan Club? O un CIA (Circolo Innominato Alternativo)?

  • Sono favorevolissimo a questo tipo di associazione. Sono dei vostri!!! Viva l’innominato pre-conversione, o meglio ancora alternativo!

  • Uah, un gruppo su anobii 😀

  • Ops, intendevo su facebook 😀

  • Oh sì, dovremmo troppo! E un concorso per la migliore storyline alternativa…