Ott 12, 2009 - pennivendolerie    Commenti disabilitati su Così impari!

Così impari!

Una volta, al Ginnasio, mi hanno assegnato un tema che diceva più o meno così: “l’ira è un vento maligno che spegne la lampada della ragione.”

Vero. Peccato che non sempre me ne ricordi. Almeno, non al momento giusto.

Let me explain.

Ti commissionano un pezzo. Tu scrivi il pezzo e, trovando che sia tutt’altro che male, lo consegni entro il termine pattuito. E tutti vissero felici e contenti? Non proprio. Ti telefona il committente. “Ho letto,” dice in tono giulivo. “Molto carino. Però, avrebbe obiezioni a fare qualche modifica?” Ah. “Che genere di modifica, di preciso?” domandi tu, che non hai obiezioni serie, ma ti senti arruffare le penne quando il tuo lavoro viene definito carino. Il committente, in tono ilare, si lancia in un elenco di desiderata. Oh, cose da nulla: in definitiva si tratta solo di lobotomizzare il pezzo, stravolgendone il finale in modo da levargli ogni originalità e ogni barlume di significato. “Si può fare, vero?” conclude il committente. “Cerrrrto,” ringhii tu. “E’ mortalmente banale, così, ma si può fare.” Il committente si fa una bella risata. “Vuol dire che ci adatteremo a questa banalità,” annuncia compiaciuto. “Me la manda sistemata entro la settimana?” Facile per lui, che non avrà il suo nome stampato sotto il pezzo. Concludi la telefonata tanto civilmente quanto riesci, e poi dài sfogo alla tua furia. Ma come, tu scrivi loro una piccola riflessione sull’arte, e loro invece vogliono un pezzo d’occasione, calligrafico, carino* e perfettamente vacuo? Furore tremendo, come diceva una delle suore benedettine del mio collegio universitario a Pavia…

Mentre sei ancora in preda all’ira funesta, ti arriva una mail. Ti offrono un lavoro di traduzione. Si aspettano un livello più che ottimo per varie ragioni che condividi. C’è la possibilità che la cosa conduca ad una collaborazione di lunga durata, per cui, ti si dice, sii debitamente grata, e non badare al fatto  che il compenso è ridicolmente basso. Per capirci: meno di metà dell’assoluto minimo della tariffa abituale. Il tono è di estrema sufficienza, patronising e irritante oltre misura. Tu, che in momenti di calma potresti essere abbastanza lungimirante da abbozzare per amor della collaborazione a lungo termine, prendi fuoco. Rispondi, dicendo che per lavorare a una cifra del genere hai bisogno di un incentivo migliore della remota possibilità di una collaborazione… Pessima mossa. Loro ti rispondono dicendo che non si abbassano a contrattare**, che ti stanno già facendo un grosso favore, che non hai capito nulla della vita, ed altre amenità del genere, calcolate precisamente per farti perdere il poco che ti rimane in fatto di staffe. E anche per metterti in una posizione da cui non puoi più accettare senza ammaccature massicce al tuo ego. “Mettere la coda tra le gambe e accettare grati e riverenti?” strepita il tuo tirannosauro interiore. “Giammai!” Rispondi che non hai bisogno di favori, grazie tante, e lo fai in termini inequivocabilmente sarcastici, anche. Cyrano de Bergerac sarebbe orgoglioso di te. Non incomprensibilmente, non ottieni il lavoro, e puoi considerare irreparabilmente sfumata qualunque possibilità di collaborazione ci fosse all’orizzonte.

Ops…

Dopo averci dormito su, ti senti sei tipi diversi d’idiota, ma ormai è fatta. Così addomestichi il pezzo su commissione, seguendo alla lettera le istruzioni e cercando di limitare i danni. Adesso sì che è carino. Carino, calligrafico, vacuo e perfettamente inutile, ma ehi! è così che lo vuole il committente, giusto? Se non altro, il committente è soddisfatto. Tu no, nemmeno un po’, ma per questa volta fa lo stesso. Abbozzi e te ne vai, con la sensazione di avere riacceso il tuo lumino appena in tempo.

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* Mai, mai, MAI dire all’autore che quello che ha scritto è carino. E’ una specie d’insulto particolarmente sanguinoso. A meno che non si tratti di un autore per l’infanzia, forse, ma non saprei dire. Altra tribù.

** Fanfaluche: tolto il caso delle agenzie, il prezzo di una traduzione è sempre frutto di una contrattazione. E comunque tengo a precisare, per amor di cronaca, che non ho chiesto un centesimo in più…

Così impari!ultima modifica: 2009-10-12T13:25:00+02:00da laclarina
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