Giu 1, 2010 - grilloleggente    2 Comments

Pezzettini di Teschio: parte I

Cominciamo col dire che Il Teschio di Cristallo è un romanzo “multiperiod“, cioè combina due storie ambientate in periodi storici diversi, una delle quali è la chiave dell’altra. Nello specifico, la parte elisabettiana riguarda un medico (fittizio), custode di un misterioso artefatto di cristallo blu dotato di volontà (più o meno) propria. La Pietra del Cuore è un’eredità di famiglia, e Cedric Owen non sa troppo bene che cosa farne. Nel corso della sua metà della storia viaggerà fin nel Nuovo Mondo per scoprire di essere invischiato in una serie di profezie Maya riguardo alla fine del mondo nel 2012; farà abbastanza fortuna da rendere ricco il suo College (fittizio) di Cambridge; e infine metterà la pietra Là Dove Deve Essere, per il bene dell’umanità tutta (e dell’altra metà del libro). Nel 2007 a Cambridge, l’astrofisica e speleologa Stella Cody ha appena sposato Kit O’Connor (a sua volta dottore in qualcosa che non capiamo fino in fondo, ma probabilmente qualcosa d’informatico applicato alla crittografia/steganografia). Kit, vedete, è l’astro montante del College (fittizio) di Cedric Owen, e il suo sogno accademico è ritrovare la Pietra del Cuore. Perché si suppone che la Pietra sia un segreto segretissimo, eppurtuttavia, tutti lo sanno, e ancora più gente lo saprà prima della fine. E siccome Kit e Stella non sono i soli a volerla, prima della fine ci saranno anche morti e feriti. Quindi, per riassumere: stiamo parlando di un giallo intrecciato con un romanzo storico, entrambi conditi con una generosa spruzzata di fantasy.

Ciò detto, passiamo a chiarire che il TdC ha i suoi pregi. Personaggi, per dirne uno, cominciando da Cedric Owen, intelligente, intenso, di mente aperta, goffo e autoironico. E il suo grande amico Aguilar, nonostante sembri uscito da un film di Erroll Flynn. In età moderna, direi che le mie simpatie vanno a Kit, combattuto tra la sua passione per la Pietra e ogni genere di insicurezze improvvise dopo il ritrovamento della Pietra e il primo incidente… oh be’, immagino che svegliarsi invalidi dopo un volo di cinquanta metri, e scoprire che la propria moglie ha improvvisamente sviluppato una specie di unione mistica con quello che si credeva il proprio tesoro ritrovato non faccia bene all’autostima. Già, la moglie. Stella non è del tutto mal caratterizzata, e per esempio mantiene fino alla fine un certo scetticismo a proposito della profezia Maya, in un modo che contrasta bene con la pronta accettazione della storia da parte di Cedric Owen. Anche la frustrazione di Stella verso le reazioni tra il geloso e il depressivo di Kit è trattata in modo convincente; il modo in cui s’impadronisce allegramente del sogno di suo marito lo è un po’ meno. Stella non fa altro che ripetere che ‘deve’ fare questo o quello, e che ‘è la Pietra a decidere’ per lei… Non fa gran meraviglia che Kit, costretto su una sedia a rotelle, diventi un nonnulla insicuro. Ma su questo torneremo.

Con i personaggi minori, ahimè, veniamo alle dolenti note. Antony Bookless, Master del Bede’s College e mentore di Kit, presenta qualche ombra di complessità, completamente sacrificata alla necessità d’indirizzare tutti i sospetti su di lui, sospetti così ovvi, tra l’altro, da poter essere soltanto un tentativo di depistaggio. Gli altri personaggi sono malinconicamente tutti bidimensionali e/o nient’altro che plot-devices. Prima tra tutti Ursula Walker, la tosta-ma-raffinata antropolga che non solo è la maggiore esperta sulle profezie Maya ma, guarda caso, ha il segreto di Cedric Owen nascosto nella casa dei suoi avi; poi c’è Najakmul, sciamana (o si dice sciamanessa? Insomma, uno sciamano femmina) Maya, che tutto sa e tutto comprende; e che dire di Martha Huntley, la bella vedova intrepida che entra in scena a dieci pagine dalla fine senz’altro scopo che far innamorare il Capitano Aguilar, perché DEVE esserci una discendenza? poi ci sono Padre Calderon, il cugino Lawrence, Edward Wainwright, Nostradamus, e il sergente Jones, che entrano ed escono di scena per dispensare l’informazione giusta al momento giusto; e Davy Law, che (viene chiarito in modo singolarmente poco sottile) deve piacerci, Perché L’Autrice Ha Detto Così; e Fraser, lo Scozzese pittoresco per cui non si può non avere simpatia… Tutta gente che se ne va in giro utile ed inespressiva come i segnaposti del Cluedo, e tu, Lettore, li conti sulle dita: da una parte quelli puramente funzionali ad una svolta della trama, dall’altra quelli che sono lì soltanto come candidati al ruolo di Vilain. Chi fa cosa?

E questo ci porta ad un altro enorme difetto di questo libro… da vedersi nel prossimo post!

Pezzettini di Teschio: parte Iultima modifica: 2010-06-01T08:34:00+02:00da laclarina
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2 Commenti

  • Questo blog è molto molto bello (anche a livello estetico). complimenti

  • Grazie mille! Torna a trovarmi.