Giu 10, 2010 - grilloleggente    Commenti disabilitati su Pezzettini di Teschio: parte V e Ultima

Pezzettini di Teschio: parte V e Ultima

Oh, dunque: il finale.

 

Premessa 1: se si stabiliscono delle regole interne al mondo che si crea nel libro, queste regole vanno rispettate. Anche se significa che il protagonista deve prenderla nelle costole. Sennò non vale.

 

Premessa 2: se per tutto il libro si conduce il lettore ad aspettarsi un finale, è perfettamente legittimo sorprenderlo; molto meno legittimo scodellargli il finale di una storia differente e lasciare senza risposta due terzi delle domande sollevate. Anche se si ha in programma una trilogia.

 

Detto ciò, vediamo come va a finire.

 

Dunque, sappiamo che ci sono tredici teschi di cristallo, il più importante dei quali è la nostra Azzurra Pietra del Cuore (e no: non sappiamo perché sia la più importante, dobbiamo fidarci sulla parola). Sappiamo anche che, se posizionate in altrettanti luoghi giusti, le pietre daranno all’umanità una chance di evitare la Grande Catastrofe. Vago, ma tant’è. La GC, per amor di cronaca, è attesa, sulla base dell’infinitamente preciso calendario Maya, per il 21 dicembre 2012. Inoltre sappiamo (perché ci è stato ripetuto spesso) che che tutti i Custodi delle Pietre muoiono/sono morti/devono morire portando a termine il loro compito, e che Stella è l’ultima Custode della Pietra Azzurra che, per motivi che non vengono mai chiariti, ha i suoi stessi lineamenti (e anche quelli della nonna di Owen, il quale a sua volta somiglia al nonno di Stella, benché non ci sia parentela).

 

Date queste premesse, ci aspetteremmo svariate cose, giusto?

 

Di cento non ci aspetteremmo che il Momento Critico per mettere la Pietra al Posto Giusto arrivi nel 2007. Perché mai? Non ci viene detto. E il 2012? E chi lo sa? Forse c’è un secondo volume in programma.

 

Ma allora, cosa succede? Be’, francamente non è chiaro. Stella, una volta entrata nel Posto Giusto, ha una breve visione di gente e draghi, poi Cedric Owen (che è già morto per la Pietra da vari secoli) le dice che è stata brava e, molto cavallerescamente, prende il suo posto, consentendole di non morire e tornare invece da Kit.

 

Quando Stella emerge dalla catacomba, che era il Posto Giusto e dove non è successo molto, Fraser è defunto, Davy Law e Antony Bookless se ne sono tornati a casa e Kit è lì che aspetta, molto impressionato e molto in salute, e anche molto noncurante in generale, considerando che pochi capitoli prima aveva rifiutato di essere curato dalla Pietra con quel tipo di veemenza che – tanto nei libri quanto nella vita reale – di solito conduce nello studio di un divorzista. Ma no, nulla di tutto ciò: Stella e Kit si baciano felici. Fine.

 

Un nonnulla di un anticlimax? Già.

 

Veniamo ancora informati succintamente che i Nostri riescono a far passare sotto silenzio le circostanze della morte di Fraser, e tutti si riuniscono dopo il funerale: Stella trionfante, Bookless riabilitato, Ursula guarita dalle ustioni (un miracolo della medicina, tra l’altro) e Davy Law improvvisamente riconciliato con Kit dopo dieci anni di feroce ostilità.

 

Er… e la fine del mondo? E chi lo sa? E chi se ne importa?

 

Morale (dell’autopsia, non del TdC): questo è un libro con dei seri difetti di trama, temi e caratterizzazione. La qualità della scrittura è buona, ci sono alcuni personaggi attraenti, delle bellissime descrizioni, dell’atmosfera, dei solidi dialoghi, e abbastanza tensione (soprattutto nella porzione elisabettiana) da catturare l’attenzione del lettore, ma tutto questo non basta.

 

E’ davvero un peccato che Manda Scott non abbia dedicato un po’ più di cura alla costruzione della trama e che non abbia maneggiato i suoi temi in modo un po’ più sottile: indipendentemente dal genere, ci sono alcune leggi della fisica narrativa che non si possono infrangere con impunità. Una è che la storia deve stare in piedi da sé, non per un atto di fede del lettore; un’altra è che le domande devono trovare risposta – non necessariamente le questioni filosofiche di fondo, ma di sicuro le domande sollevate dalla logica interna della storia; una terza ha a che fare con le regole interne della storia: l’autore crea queste regole, ma poi è tenuto a rispettarle se non vuole che la sua storia si afflosci su se stessa come un soufflé mal cotto; e un’altra ancora vorrebbe che si rispettasse sempre l’intelligenza del lettore, senza barare con le sue aspettative, senza sbattergli il messaggio sulla testa a ogni piè sospinto, senza pretendere che creda a tutto quello che l’autore gli dice.

 

Un romanzo, in fondo, è una bugia di quattrocento pagine – e il lettore lo sa benissimo quando prende in mano il libro. Il mestiere dell’autore non è raccontare la verità, ma raccontare storie con tanta efficacia e intelligenza che, giunto all’ultima pagina, il lettore sia al tempo stesso appagato dall’esperienza ed estremamente dispiaciuto di dover lasciare il mondo che è stato creato per lui. Se invece il lettore si sente imbrogliato e deluso, se non ha avuto quello che gli era stato promesso – o qualcosa di sorprendente in cambio – allora qualcosa non va.

Pezzettini di Teschio: parte V e Ultimaultima modifica: 2010-06-10T08:53:00+02:00da laclarina
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