Feb 11, 2011 - cinema    Commenti disabilitati su Uìllobi

Uìllobi

Uillobi.jpgDoveva essere il Novantasette o il Novantotto, perché ero a casa per poco, in vacanza dal mio anno Erasmus e, pur avendo già visto Ragione e Sentimento in originale a Cardiff, ero andata a vederlo di nuovo con la mia amica C., patita della Zia Jane al pari di me.

E dietro di noi sedeva una coppia in età, di cui posso dire con certezza che la moglie aveva letto il libro e il marito era sordo. Per tutto il tempo, infatti, la signora chiosò ogni singola scena a beneficio del consorte, in dialetto e a considerevole volume. A ogni informazione elargita, il marito rispondeva con un grugnito d’assenso.

“Vedat? Vedat? Cal lì, varda, cal lì l’è Uìllobi!”

“Grunt!”

Non vi dico la gioia – anche se la faccenda aveva un suo fascino, in fondo. Alle volte, in queste circostanze e se ho i disturbatori proprio dietro, mi giro e chiedo se non da loro fastidio il film mentre fanno conversazione, ma tendo a trattenermi quando la conversazione è attinente al film, perché è affascinante sentire il genere di interpretazioni e semplificazioni che lo spettatore zelante offre al prossimo.

Qualche volta si tratta di chiarimenti – più o meno necessari – qualche volta di anticipazioni destinate, immagino, a provare la conoscenza della storia da parte del chiosatore, e qualche volta di una specie di anticipazione apotropaica di passaggi che inquietano? Sospetto che quel che è già spiegato e preannunciato faccia meno paura non solo al destinatario della chiosa, ma anche al chiosatore.

Ne’ questo zelo missionario è ristretto alla terza età. Chiunque abbia visto anche uno solo tra i molteplici Harry Potter conoscerà la sensazione di essere circondati da orde di fanciulli che lo rivedono per la sesta volta e sentono di dover spiegare, sviscerare, preannunciare ogni battuta e ogni fotogramma a beneficio del pubblico in sala. A voce altissima.

Harry Potter-wise, una delle manifestazioni più sorprendenti del fenomeno è stato ritrovarmi seduta accanto a un gruppetto di quindicenni (tutti maschi) che commentavano tra loro in tutta  serietà e, una volta di più, in Mantovano.

Questo film può essere ascoltato dai non italianizzati. Una voce fuori campo commenterà le immagini prive di dialogo (e a dire il vero anche le altre) nell’idioma locale.

In tutt’altra circostanza e altro gruppo di età, ricordo una sera in cui, in un gruppetto molto internazionale e ragionevolmente adulto, si guardava un thriller in televisione. Due membri del gruppo, diciamo Francia e India, lo avevano già visto, e seguitavano a dire cose come “Oh questa parte mi fa sempre sobbalzare” o “Non è triste quello che capita a questo personaggio?”, senza badare allo scarso divertimento del resto del mondo*.

Evidentemente, l’istinto di raccontare è forte, se si sente l’impulso di raccontare anche ciò che sta già venendo raccontato.

_____________________________________________

* E per contro, quando Australia annunciò che credeva di avere individuato l’assassino, India e Francia rimbeccarono a una voce di non sopportare “quelli che vogliono sapere che cosa succede dopo.”

Uìllobiultima modifica: 2011-02-11T07:38:00+01:00da laclarina
Reposta per primo quest’articolo

I commenti sono chiusi.