Gen 30, 2012 - commercials    5 Comments

Ricatto Morale Applicato – La Nuova Frontiera

Qualche mese fa – forse ve ne ricorderete – parlavamo di pubblicità, ricatto morale e famiglia, per dire che di questi tempi occorre contrabbandare i bisogni indotti, e quella vasta fascia di consumatori che sono anche genitori costituisce un pubblico dall’alto tasso di ricattabilità.

Si direbbe che, con l’anno nuovo, i pubblicitari abbiano scoperto un campo nuovo e assai più vasto: l’orgoglio nazionale. Ora, non è che il ricorso alla buona vecchia Italia sia del tutto inedito in pubblicità, ma di solito (a parte gli spot d’occasione del 150° o quelli molto sporadici delle Forze Armate) la si butta sulla genuina unicità del made in Italy, alimentare o meno – come ancora fa, salvandosi con una dose d’ironia, la campagna della Proraso. Avete presente, no? “Copiarci non è impossibile: è inutile.”

Da qualche settimana, invece, sono emersi gli spot che si prendono sul serio.

Unicredit ci presenta una protagonista dall’aria di ragazza della porta accanto che, vedendo in cima a un’asta una bandiera italiana impigliata su se stessa, si toglie scarpe e cappelluccio* e si arrampica a molti metri di altezza. Una volta su, naturalmente, libera la bandiera permettendole di garrire al vento in tutta la sua gloria, e ridiscende a raccogliere il plauso della folla. Folla, badateci, costituita da giovani coppie, manager col telefonino, studenti con gli occhiali, anziane signore, giovanotti in bicicletta… anche se, per una volta, mi pare che non ci siano bambini. “Se sentite il bisogno di azioni concrete,” proclama la Voce Fuori Campo, “partecipate all’aumento di capitale Unicredit.” Fade to primo piano della nostra eroina, che guarda avanti e in alto, con un sorriso colmo di orgogliosa fiducia.

E poi c’è la Fiat, e la Fiat tira fuori i grossi calibri. Nel suo minuto e mezzo c’è proprio tutto: dal marmo di Carrara agli astronauti, dal desiderio di riscatto alla famiglia, da Pulcinella alla catena di montaggio, dalla disoccupazione alla vecchia piazza, dalla bandiera, a Pomigliano d’Arco, allo scatto d’orgoglio – perché non siamo solo quelli della pastasciutta, che diamine! C’è anche un testo fatto di slogan: “noi possiamo scegliere quale Italia essere”, “questo momento è quello di ripartire”, “il talento, la passione, la creatività”, “la voglia di costruire una cosa ben fatta”, “le cose che costruiamo ci rendono ciò che siamo” e, per finire, “questa è l’Italia che piace.”

Entrambi gli spot hanno una musica tra l’epico e il tambureggiante, un’attenzione al “volto italiano” e una Voce Fuori Campo il cui tono non sfigurerebbe in un film americano. Avete presente quando tutto sembra perduto e il generale/presidente/re/capovillaggio/primo ministro/capo dei ribelli fa il suo messaggio alla Nazione? Ecco.

E hanno in comune anche la morale ricattatoria: il momento è difficile per tutti, e occorre rimboccarsi le maniche? Ebbene, noi ve ne offriamo la possibilità: partecipando alla nostra ricapitalizzazione o comprando la nostra automobile, farete la vostra parte per rimettere in carreggiata la nostra beneamata Italia. Sottinteso: e dunque noi non ci limitiamo ad essere una banca o a vendere ruote – noi offriamo pezzetti di riscatto patriottico, ripresa, solidità, fiducia nel futuro. Come potete dirci di no?

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* Ma non lo zaino – che pure è la prima cosa che penserei a togliermi prima di dare la scalata a un palo, forse anche prima delle scarpe… Non che abbia mai scalato pali, but still. D’altra parte, lo zaino è lì per un motivo: non vi stiamo invitando, o potenziali ricapitalizzatori, a un picnic – bensì a fare uno sforzo, ad accollarvi una responsabilità. Venite con noi, portandovi le vostre difficoltà. Le scarpe, invece… Provate a badare a quanti spot mostrano gente a piedi nudi per simboleggiare spensieratezza, semplicità, serietà d’intenti, libertà fisica o di spirito… Avete presente la gente che, nel Cinque, Sei o Settecento, si faceva ritrarre con un guanto calzato e l’altro in mano in segno di affabilità? Le cose cambiano nel corso dei secoli, ma fino a un certo punto. Le funzioni simboliche fino a un punto ancor minore.

Ricatto Morale Applicato – La Nuova Frontieraultima modifica: 2012-01-30T08:01:00+01:00da laclarina
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5 Commenti

  • E beh, direi. Vendere fingendo che vada tutto bene e che lo sviluppo sia illimitato ormai è impossibile; la gente si sente presa per i fondelli (per non dir peggio). La pubblicità ci ha propinato immagini di benessere idealizzato e ha spudoratamente cozzato con l’evidenza finché è stato possibile e anche un po’ oltre, ma ora non è più possibile illudere nessuno. Per cui è normale che il prodotto venga presentato come un odo per uscire, o difendersi, dalla crisi. Ma non solo negli spot; ho visto scritte adeguate ai tempi anche fuori da botteghe, paninerie e ristoranti

  • che dire? Certo, gli spot sia di Unicredit che della Panda hanno qualcosa di incitante ma… già, ma.. manca la credibilità proprio di queste due aziende che: per quanto riguarda FIAT (proprio per far capire i sacrifici) ha annullato i contratti nazionali e in una vena di anarchia si è fatta in casa il contratto che meglio le si confaceva per poi cercare pure di dismettere in Italia e allocarsi altrove e per quanto attiene UNICREDIT ha cercato con manovre “barbine” di raccattare nuova linfa proponendo azioni in cose che non ha e l’italiano di oggi purtroppo (per loro) anche se poco, legge e anche se non sembra ha memoria e per uno spot così incalzante come quello di Panda si è vista la maggior parte delle concessionarie nel week end, deserte..
    Il linguaggio degli spot può cambiare ma la credibilità oggi va davvero conquistata in modo serio (o almeno io spero e credo) altrimenti questa Italia ha davvero quello che si merita!

  • Era Brecht che diceva che il vero crimine è aprire una banca, non rapinarla… cosa ci potremo aspettare perciò dai banchieri?
    Ma il tono pietistico è ormai un classico della pubblicità nazionale – se non possono convincerci (e diventa sempre più difficile), possono alemno provare ad impietosirci.

    E d’altra parte, quando vedo queste pubblicità (raramente, ché dove vivo la TV la vediamo solo previa immolazione di una gallina ai poteri del Demenziale Terrestre)… quando vedo certe cose, dicevo, mi ricordo di quella teoria secondo la quale esisterebbe una cospirazione di giovani pubblicitari, all’interno delle grandi agenzie, che lavorano per boicottare i propri clienti…

  • Ciao Chiara! ^_^
    Ho pensato di nominarti per il Versatile Blogger Awards.
    Un abbraccio e buon proseguimento!

  • @Fiona: immagino che si faccia quel che si può – prim’ancora di vendere, di questi tempi, si cerca di presentarsi come salvatori…

    @Lanon: …o almeno convincere il consumatore che “noi non siamo il nemico – semmai siamo la strada verso la salvezza.”

    @Davide: Yes, well… viene da chiedersi se davvero non si aspettino una certa quantità di reazione… eguale e contraria. L’idea di un drappello di guastatori tra i ragazzi del marketing, una quinta colonna pubblicitaria, è una spiegazione irresistibile di molti fenomeni…

    @Dalailaps: ma grazie, cara. Agirò di conseguenza. 🙂