A Stagionalia.
Un’altra volta.
Lo so, lo so…
È sempre il premio speciale della giuria*…
Ma comincio a pensare che sarà sempre così finché mi ostinerò a scrivere questo genere di cose.
Quale genere di cose, dite?
Be’, giudicate voi:
Cliff era il proprietario dell’unica agenzia funebre express del Maine.
E questo sono io.
No, non Cliff. Io sono “Cliff era il proprietario dell’unica agenzia funebre express del Maine.”
Sono un romanzo. O almeno, si suppone che lo diventi. Per il momento sono dieci parole. Se lo chiedete a me, credo che dovrei essere un racconto. A parte tutto il resto, alla velocità con cui mi sta scrivendo, sarò fortunato se arrivo a 2000 parole prima che lei abbia settant’anni. Cortino, come romanzo.
Per di più, lei non sa un bel niente di agenzie funebri, e ancora meno del Maine. Mi ha buttato giù un pomeriggio, cinque mesi fa o giù di lì, perché ha letto questa faccenda dei funerali express, che l’ha fatta sobbalzare. E cinque mesi dopo se ne sta qui a mordersi il labbro con l’aria di chi medita un assassinio.
Il mio assassinio.
…
Per qualche ragione, per la mancanza di feminicidi, amori difficili, abbandoni e abusi, perché non c’è nulla di più cruento che qualche giocattolo narrativo smontato**, si direbbe che io dia l’impressione di non fare sul serio.
È come per i romanzi storici. In qualche maniera, non è serio. Non è the genuine article.
Oh be’…
Il resto de Le Morte Stagioni & La Presente, premio speciale della giuria a Stagionalia, lo potete scaricare e leggere qui.
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* “E che titolo!” mi ha detto Davide Bregola… Già. Che titolo.
** In realtà una guerra c’è. Sullo sfondo e di ter- no, quarta mano, ma c’è. E c’è anche un certo numero di morti – data la professione di Cliff… Si vede che non basta.