Furie Postali – una Piccola Storia
C’era una volta una Clarina cui, un martedì, si manifestò la necessità di leggere un libro, in via collaterale a un possibile lavoro di traduzione. Era un libro che, a dire proprio il vero, le sarebbe anche interessato possedere, cosicché decise di meta-recarsi in uno di quei luoghi elettronici in cui non solo vendono libri, ma promettono anche di consegnarli il giorno dopo. La Clarina fece dunque il suo acquisto, e si dispose a un’attesa breve.
L’indomani, tuttavia, niente libro.
Il giorno dopo, niente libro – ma in compenso, tornando dalla quotidiana passeggiatella prescritta dai medici, la Clarina trovò nella cassetta deputata una strisciolina di carta con cui le Poste&Telegrafi annunciavano di aver cercato di consegnare il libro senza trovare nessuno. Se proprio voleva, la Clarina poteva recarsi all’Ufficio Postale a partire dal sabato mattina, e ritirare il suo pacchetto…
La Clarina non era precisamente estatica: si era già di giovedì pomeriggio, e dover ulteriormente aspettare il sabato mattina significava che la necessità si faceva urgenza strillante… Una rapida indagine rivelò che la biblioteca cittadina non possedeva il libro in questione, e un prestito interbibliotecario avrebbe richiesto più giorni di quanti ne mancassero al sabato mattina…
Oh well. La Clarina decise che avrebbe fatto del suo meglio nel corso del finesettimana (benché intanto stesse rileggendo altre cose per altre necessità d’altra natura…) e, il sabato mattina, si recò alle Poste&Telegrafi armata della sua strisciolina di carta.
E…
Would you believe it? La Donzella delle P&T, dopo avere consultato il suo macchinario, informò ariosamente la Clarina che il pacchetto non c’era.
“Come sarebbe a dire che non c’è?” ringhiò la Clarina, sentendosi salire la pressione arteriosa?
Era a dire che non c’era. Forse era ancora in città e non sarebbe arrivato fino alla settimana a venire. Lunedì? No, che diamine. Forse – forse – martedì. D’altra parte, avevano tentato due volte di consegnarlo…
“Una volta,” disse la Clarina – in un tono che gente più impressionabile avrebbe cominciato a trovare pericolosetto.
“Due volte,” replicò tetragona la Donzella. “È scritto qui, vede?” E indicò la strisciolina di carta su cui si leggeva inequivocabilmente Giovedì pomeriggio, Seconda Gita.
Ora, vedete, quegli stessi medici che avevano prescritto alla Clarina passeggiatelle quotidiane, le avevano anche vietato sforzi improvvisi e furie… La Clarina respirò profondamente, contò fino a dodici e uscì da destra senza far nulla di peggio che mormorare udibilmente cose come servizio indecoroso. Avesse avuto un mantello da assessarsi sulla spalla, l’avrebbe fatto – ma non l’aveva. Dove sono i mantelli, quando servirebbero?
Anyway, ormai era troppo tardi per qualsiasi cosa che non fosse organizzarsi… er, diversamente – e la Clarina fu costretta a far così. Inutile dire che la sua già abissale opinione delle Poste&Telegrafi si era abbassata di altre quarantotto o quarantanove tacche…
Passò il finesettimana, passò il lunedì e giunse il martedì. Ormai alla Clarina non pungeva più d’andare a ritirare il pacchetto, e non ci andò. Recossi all’Ufficio Postale il mercoledì, riconsegnò la strisciolina, e la Donzella delle Poste&Telegrafi le diede il pacchetto al modo di una benevola concessione… Una volta di più, la Clarina pensò alle sue coronarie – ma non poté fare a meno di sollevare una piccola questione.
“Mi può dire quando sarebbe stato effettuato il primo tentativo di consegna?” chiese – in un tono, vi assicuro, del tutto ragionevole.
La Donzella guardò la Clarina come si guarda una persona fuor di senno. “Giovedì pomeriggio,” disse, indicando la data segnata sulla strisciolina di carta.
“No, quella è la data del secondo tentativo.”
“No, del primo. Non ce n’è stato un altro.”
“Lo penso anch’io, francamente – ma lei mi ha fatto notare la settimana scorsa che l’avviso parla di secondo tentativo…”
Alla Donzella non restò che consultare il macchinario. “Ah… Giovedì…” mormorò.
La Clarina sorrise molto, molto dolcemente. “Ah, lo vede? Aveva ragione lei: un primo tentativo non c’è stato affatto.”
La povera Donzella cominciava ad annaspare. “Ma se dicono che questo era il secondo…”
La Clarina, sempre molto dolcemente, fece notare che giovedì pomeriggio era stata fuori casa per meno di un’ora. A meno che i due tentativi fossero stati fatti in rapidissima successione… “Perché vede, sia mercoledì che per tutto il resto di giovedì, c’è sempre stato qualcuno in casa.”
Come molti che sono in torto, la Donzella assunse un’aria bellicosa. “Io non so cosa farci!” esclamò. “Non li faccio mica io, i recapiti. Se vuole fare un reclamo, lo faccia alla direzione centrale!”
La Clarina fece notare come, nel corso dei decenni, avesse presentato tanti reclami alle Poste&Telegrafi da tappezzarci una bifamigliare dentro e fuori – senza che mai ne fosse venuto nulla.
“Ah, è vero,” ammise la Donzella con una scrollata di spalle. “Non conta niente.”
E qui la Clarina pensò di nuovo alle sue coronarie, e uscì da destra – mormorando udibilmente cose poco lusinghiere sul servizio postale e rimpiangendo una volta di più la mancanza di un mantello.
E poi tornò a casa a sfogare la bile in un post chilometrico – sperando che infuriarsi per iscritto non faccia troppo male alla salute.
Lunedì primo ottobre: “Grazie per il tuo acquisto, gentile cliente. Hai selezionato il metodo di spedizione espresso in un giorno, e il tuo acquisto sarà perciò recapitato all’indirizzo indicato venerdì 5 ottobre, entro le 20.00.”
Così.
Questo è l’ultimo, ma ormai sono anni.
E non parliamo della ricarica della carta prepagata, che richiede due ore dal versamento alla disponibilità, più o meno 48 ore di “tempi tecnici”.
Le poste sono un disastro.
Hai la mia simpatia.
Che poi, guarda: aspettavo per l’altro giorno un altro pacchetto – via corriere, e non solo non è arrivato e non arriverà prima di lunedì (quando, trattandosi di un compleanno che cade domenica, sarà troppo tardi), ma millantano anche un tentativo di consegna a “destinatario assente” ieri… E invece io ero qui, e nessuno ha tentato di consegnare alcunché, e… furore tremendo!