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Nov 15, 2016 - Shakespeare Year    Commenti disabilitati su Amici (Shakespeariani) al Museo

Amici (Shakespeariani) al Museo

Esiste davvero, l’amicizia? L’amicizia perfetta e virtuosa di Cicerone, l’amicizia complementare di Aristotele, l’amicizia idealizzata di Montaigne…

A Shakespeare non interessavano le dispute filosofiche – ma le loro applicazioni nella vita e su un palcoscenico. E in un mondo che ancora si provava addosso il nuovo concetto d’amicizia post-feudale quando già era diventato (forse) un idillio fittizio, le opere del Bardo sono piene di amici che si perdono e ritrovano, si tradiscono e si uccidono, si contendono una donna e se la cedono a vicenda, rischiano la vita l’uno per l’altro. Veri e falsi amici, legati da uncini d’acciaio – come Polonio raccomanda a Laerte. Legati nel bene e nel male da vincoli che salvano, mettono nei guai o uccidono, né più né meno dell’amore…

Oh – e a proposito: in tutto questo le donne dove sono?

Ne parliamo questa sera al Museo Virgiliano di Pietole – alle ore 21, con Andrea Flora, Mauro Missimi, Riccardo Fornoni e Stefano Bonisoli, dell’Accademia Teatrale Campogalliani.

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Ott 31, 2016 - grilloparlante, Shakespeare Year    Commenti disabilitati su Malvagi, Amici, Amanti – al Museo

Malvagi, Amici, Amanti – al Museo

Will Shakespeare si nasconde alla perfezione tra la folla versicolore e inquieta del suoi innumerevoli personaggi… Capace di empatizzare con tutti e di estorcerci un filo di simpatia per chiunque – o quasi – l’uomo è impossibile da rintracciare tra le infinite maschere della sua poesia… Persino dei Sonetti, nonostante la tentazione fortissima di quell’Io narrante, sappiamo troppo poco per capire che mai ci sia di autobiografico – sempre che ci sia alcunché affatto.

Epperò…

Se nessun personaggio è Will himself, se nessuna storia è modellata sulla sua, mettendo insieme le storie e i personaggi certe costanti emergono, certi ritmi, certe idee. Non possiamo scovare un ritratto dell’uomo – ma, cosa più importante, siamo capaci di fari un’idea di quel che pensava, come e perché, in una specie di trasparenza stratificata. Da dove arrivano i malvagi e che cosa li motiva? Che cosa lega – e divide –  gli amici? E quale idea dell’amore emerge dalle commedie, dalle tragedie e dai Sonetti..?

Sospetto che non sia terribilmente scientifico – ma di sicuro è un gran bel gioco. Volete giocare con me? Per tre martedì, a novembre, al Museo Virgiliano di Pietole, esploreremo il mondo e le idee di Shakespeare attraverso i suoi personaggi. Lo faremo sotto gli auspici di Borgocultura – e a rendere tutto più interessante, ci saranno gli attori dell’Accademia Campogalliani a dar voce a… Malvagi, Amici, Amanti.

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Gen 18, 2016 - grilloparlante, Shakespeare Year    Commenti disabilitati su Malvagi, Amici, Amanti

Malvagi, Amici, Amanti

Anno shakespeariano, si diceva – giusto?

Ebbene, cominciamo.

Cominciamo a febbraio, presso la Libera Università del Gonzaghese, con un ciclo di conversazioni dal titolo Malvagi, Amici e Amanti – alla scoperta dei personaggi di William Shakespeare.

Cattura

Prima di tutto, lunedì  8 febbraio, Vendetta, ambizione, gelosia: i grandi “cattivi” shakespeariani – perché a chi non piacciono Riccardo III, Macbeth e signora, Shylock, Jago e tutta questa gente interessante?

Poi si prosegue lunedì 15 con La legge dell’amicizia: veri e falsi amici in Shakespeare. A sentire il Bardo, non c’è nulla di dannoso come un falso amico – ma anche quelli veri portano un sacco di problemi…

E infine, lunedì 22, chiudiamo con Sfumature d’amore: gli innamorati di Shakespeare tra tragedia e commedia – in esplorazione di come non tutto sia roseo quando lo zio Will si occupa di teneri nonnulla.

Ecco.

L’appuntamente è per lunedì 8 febbraio all 15.00, presso la sala polivalente della nuova scuola elementare di Gonzaga. Confesso di non avere la più pallida idea di dove sia – ma per allora l’avrò imparato.

Vi aspetto?

 

Gen 10, 2016 - elizabethana, musica    Commenti disabilitati su Cinque Canzoni Shakespeariane

Cinque Canzoni Shakespeariane

12nightVe l’avevo detto che il Sedici è un altro anno shakespeariano?

1616-2016: quattrocentesimo della morte. Per cui sì, aspettatevi di nuovo una certa quantità di shakespearianerie, nel corso dell’anno.

Oggi cominciamo con le cinque incantevoli canzoni che il compositore inglese Roger Quilter musicò tra il 1905 e il 1919.

Fear no more the heat of the sun è presa dal Cimbelino, Under the greenwood tree e It was a lover and his lass da Come Vi Piace,
Take, o take those lips away da Misura per Misura, e Hey, ho, the wind and the rain dalla Dodicesima Notte.

Il baritono è il perfettamente nomato Philippe Sly, e al pianoforte c’è Michael MacMahon:

Forse l’insieme è un po’ più primaverile in atmosfera di quanto sia adatto al calendario, ma mi pare un buon modo per cominciare il nuovo anno shakespeariano.

E buona domenica.

Apr 4, 2014 - elizabethana, Shakeloviana    Commenti disabilitati su La Città Dei Teatri

La Città Dei Teatri

Giovedì 10 aprile, alla sala Casoni di Governolo (MN), torno a parlare di Shakespeare&Marlowe – ma non soltanto di loro.

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La Città dei Teatri è tutta un’altra faccenda. È una passeggiata in una città che, dopo le decadi buie dei primi Tudor, sotto Elisabetta si stava espandendo come un piccolo universo. Vivace, affollata, cosmopolita, ruomorsa, sudicia e ricca, Londra era in pieno Rinascimento mentre il resto del regno, per lo più, sonnecchiava ancora beatamente nel Medio Evo.

Ma quello di cui i visitatori stranieri e i diplomatici scrivevano a casa – letteralmente – era il teatro. Gli spettacoli che una manciata di magnifiche compagnie professionali, in feroce rivalità, mettevano in scena cinque pomeriggi la settimana (salvo pioggia forte, peste o quaresima), nei cortili di locanda prima, e poi in bizzarri edifici rotondi costruiti ad hoc.

E a scrivere per questa piccola popolazione di attori – idoli della folla e reietti sociali al tempo stesso – c’erano poeti, mestieranti e scribacchini, intenti a produrre a ritmo forsennato, collaborare e copiarsi a vicenda, aggirare le insidie della censura, attirare le folle, creare uno stile, un linguaggio, un modo di fare teatro. E indovinate un po’ chi erano le stelle di questo pittoresco firmamento?

Quello di Shakespeate e Marlowe era un mondo piccolo, ferocemente creativo, intenso fino all’incandescenza, popolato di gente con più ambizione che buon senso o pazienza… Vi va di farci una visitina?

Vi aspetto giovedì 10 aprile, alle 20,45, presso la Sala Casoni di Governolo.

 

 

 

Mar 24, 2014 - blog life, elizabethana, Shakeloviana    Commenti disabilitati su Shakeloviana

Shakeloviana

The portrait supposedly of Christopher Marlowe...Allora, vediamo un po’…

Vi ho forse accennato, credo – appena un pochino e mai più che en passant – che il Quattordici è l’anno di Shakespeare e di Marlowe.

Ve l’ho accennato, vero?

I thought so.

Be’, insomma, l’Anno di Shakespeare e Marlowe. Quattrocentocinquantesimo anniversario della nascita di entrambi, a due mesi piuttosto esatti l’uno dall’altro. E allora mi sono chiesta: può forse Senza Errori di Stumpa ignorare del tutto la ricorrenza?

O magari, già così com’è non la sta ignorando del tutto, ma può forse trascurare di solennizzarla in qualche modo?

Perché in fondo, per l’anno verdiano abbiamo fatto le Librettitudini – mai finite, è vero, ma abbiate fiducia: ci saranno sviluppi, prima o poi. Più prima che poi. Ma non divaghiamo: perché, mi sono chiesta, non fare qualcosa del genere, ma in salsa elisabettiana e teatrale? E a dire il vero non me lo sono nemmeno chiesta da sola, visto che almeno tre di lettori mi hanno pungolata ripetutamente in proposito.

Ma, supponendo di cedere alla tentazione, in che forma?

La prima e più ovvia risposta era quella di un equivalente marlovian-shakespeariano delle Librettitudini, una sorta di guida semisera alle opere dell’uno e dell’altro.

Però… ecco, un certo qual senso di Già Fatto mi scoraggia un pochino – per non parlare della complessiva mancanza di nonsense del teatro elisabettiano quando lo si confronta con le fioriture dei libretti ottocenteschi… Scrivere le Librettitudini è stato spassoso, ma non credo che troverei lo stesso gusto a riservare lo stesso genere di cottura a Marlowe&Shakespeare.

William Shakespeare

Così, dopo avere tergiversato e strologato a lungo, comincio a veder germogliare un’idea – un’idea che ha a che fare con la quantità di romanzi e plays che il mondo anglosassone ha dedicato all’uno e all’altro autore. E non è soltanto una questione di quantità, ma anche di selvaggia varietà: romanzi storici in senso stretto, ça va sans dire, ma anche gialli, ucronie, rinarrazioni, fantasy, spionaggio, metateatro, storie di fantasmi, la Questione del Vero Autore, l’omicidio a Deptford… E poi, oltre ai romanzi e al teatro, c’è anche tutta una quantità di affascinante saggistica…

Perché non dedicare un post settimanale a una rassegna di questa abbondanza d’inchiostro?

Il caveat è il solito: di tutto ciò, in realtà, ben poco è tradotto – e a volte è davvero un peccato. Magari sarà l’occasione per scoprire qualche titolo inatteso, ma di sicuro sarà interessante vedere la varietà di modi in cui una folla di autori ha immaginato, caratterizzato e interpretato questi due illustri colleghi defunti.

Così, in fondo, perché no? Da lunedì prossimo, si parte alla scoperta di Marlowe&Shakespeare per iscritto. La faccenda si chiamerà Shakeloviana*. Non ho idea di quanto durerà. Per ora, si parte – poi si vedrà.

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* Credit where it’s due: grazie per l’idea, M.

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