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Giu 2, 2013 - cinema, musica    Commenti disabilitati su Moon River

Moon River

Di fretta. Sono in partenza per una ventura teatrale.

Non lo dico nemmeno più che stavolta, stavolta sarà un disastro. Lo so che nessuno mi crede – ma stavolta… Non ho nemmeno l’energia di invocare lo Spirito del Bardo. 

Oh well. Musica, d’accordo? L’incantevole Audrey Hepburn che canta Moon River.

Buona domenica e buon giugno – and wish me luck. Magari una volta o l’altra poi forse chissà magari vi racconto…

Lug 8, 2010 - cinema, scrittura    Commenti disabilitati su Insieme A Parigi

Insieme A Parigi

paris_when_it_sizzles.jpgIgnoro se nel preciso intento di fare contenta la Clarina o per fortuita serendipità dei palinsesti estivi, ma ieri sera la tivvù ha trasmesso il secondo metafilm nel giro di pochi giorni e, di nuovo, non ho saputo resistere.

Insieme a Parigi (Paris – When It Sizzles) è un adorabile film del 1964, in cui William Holden interpreta lo sceneggiatore di molto successo e scarsa ispirazione, e Audrey Hepburn è la dattilografa speditagli dalla produzione per mettere in bella copia il suo ultimo film. Peccato che lui non abbia ancora scritto una singola pagina, e che il termine per la consegna cada due giorni più tardi. I nostri eroi si mettono al lavoro nell’intento di raffazzonare centotrenta e rotte pagine di sceneggiatura, e il resto è metascrittura, con la storia che vagola e rimbalza di genere in genere, di cliché in cliché, di citazione in citazione, di meccanismo in meccanismo. Il risultato è un film-parodia all’interno di una commedia brillante, con un sacco di riflessioni sulla tecnica narrativa mascherate da battute di spirito, e con le parti minori coperte da Tony Curtis e – tenetevi forte – Noel Coward in persona.

Mi verrebbe da dire “peccato per il lieto fine grondante saccarina”, ma dato il tipo di film non riesco a sentirmi obbligata a prenderlo sul serio… voglio dire: dopo un’ora e mezza di tropi cinematografici rivoltati come calzini e trascinati senza posa e senza mercé dentro e fuori dalla storia, come ci si aspetta che prenda un finale in cui lo scrittore alcolizzato e cinico si redime (umanamente & artisticamente) per amore nel giro di due giorni e mezzo?

Non particolarmente sul serio, direi.

Mi sento autorizzata a pensare che il lieto fine zuccheroso non sia né zuccheroso né lieto, che quella che sembra scrittura così così sia un’ulteriore dimensione della parodia (una specie di cornice parodistica della parodia), e che lo scarso successo di pubblico a suo tempo sia il risultato di un certo quale eccesso di cerebralità…

Forse è una prova in più del fatto che non è facile rendere attraenti dal punto di vista narrativo i meccanismi della narrazione denudati – a meno di farlo per gente che scrive a sua volta.

Gen 10, 2010 - musica    2 Comments

Moon River

Dietro richiesta:

Moon River, wider than a mile,
I’m crossing you in style some day.
Oh, dream maker, you heart breaker,
wherever you’re going I’m going your way.
Two drifters off to see the world.
There’s such a lot of world to see.
We’re after the same rainbow’s end–
waiting ‘round the bend,
my huckleberry friend,
Moon River and me.

(Fiume della Luna, largo un miglio e più/ uno di questi giorni ti attraverso in grande stile./ Fabbrica-sogni, spezza-cuori,/ dovunque tu vada, vengo anch’io./ Due vagabondi a zonzo per il mondo./C’è tanto di quel mondo da vedere./Andiamo a caccia dello stesso arcobaleno -/ quello che appena oltre la curva aspetta il mio amico monello,/ il Fiume della Luna e me.)

 

(Parole di Johnny Mercer, musica di Henry Mancini)