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Dic 18, 2009 - Natale    Commenti disabilitati su Natale in Galles

Natale in Galles

MariLwyd.jpgNel Galles ci sono bizzarre abitudini natalizie. O almeno c’erano.

Francamente non so quanta gente vada ancora in giro per i villaggi avvolta in un lenzuolo e con un teschio di cavallo in testa, bussando alle porte, scambiando insulti rimati in Gaelico (pwnco) con i padroni di casa. Chi se ne va in giro in questa guisa, solo o in gruppo, prende il nome gaelico di Mari Lwyd, che potrebbe significare “giumenta grigia”. Tradizione voleva che se la gente della casa restava sconfitta nella tenzone poetica, la Mari Lwyd avesse il diritto di rimanere a cena con tutto il suo seguito. In ogni caso, era buona creanza offrire almeno un glennig, che è una piccola mancia, o un bicchiere di glaster, ovvero acqua e latte.

Meno macabra è la tradizione del Plygain: nelle zone di campagna, la notte della Vigilia, tutti gli uomini del villaggio si riunivano in chiesa e cantavano canti natalizi a tre o quattro voci, senza accompagnamento, dalle 3 alle 6 del mattino. Buone ugole e buoni polmoni, evidentemente.

Quanto ai dolci, in famiglia si preparava il taffy, fondamentalmente una pasta tipo caramelle mou o toffee. Dopo cena, ci si riuniva attorno alla stufa, si raccoglieva a turno una cucchiaiata d’impasto di zucchero ben caldo e la lasciava cadere a nastro in una pentola di acqua fredda. A contatto con l’acqua, il taffy si arricciava, e i giovani cercavano di vedere nei riccioli l’iniziale del proprio vero amore. Adesso il taffy si compra nelle drogherie chic.

Quando stavo a Cardiff, il Natale era molto inglese: gli studenti di musica venivano a cantare le carols sotto le finestre, i cappellani dell’Università dicevano messe/funzioni di durata regolamentare e ad orari assennati, i negozi vendevano pudding e candy canes, e nessuno andava in giro con un teschio di cavallo in testa.

E però, quasi mi dispiace non avere visto nemmeno una Mari Lwyd: quando mai mi capiterà più di sentire gente che s’insulta in Gaelico (e in rima) la sera di Natale?

Dic 11, 2009 - guardando la storia    Commenti disabilitati su Giornate

Giornate

Se parliamo di 11 dicembre, si viene a sapere che nel 1282 Llewellyn ap Gruffyd venne assassinato nel Galles centrale. Ah.

Poi bisogna passare al 1719 per la prima osservazione di un’aurora boreale registrata scientificamente. Già meglio.

Nel 1769 un Londinese di nome Edward Beran brevetta le veneziane. Nel senso di tapparelle. Non avrei mai detto che fossero un brevetto inglese: credevo che si chiamassero veneziane per una ragione.

Nel 1792 la Convenzione aprì il processo per tradimento contro Luigi XVI. Sappiamo tutti che non andò a finire molto bene. Anche se forse dipende dai punti di vista.

Nel 1844 abbiamo la prima estrazione dentale previa anestesia. E ci voleva tanto a pensarci? Secoli e secoli di estrazioni dolorose, prima che a qualcuno saltasse in mente l’idea?

Nel 1928, sventato attentato al neo-eletto presidente americano Hoover. Eletto, ma non ancora insediato: quando si dice un buon inizio…

Nel 1930, fallimento della Bank of United States. Pessimi tempi.

Nel 1936 Edoardo VIII abdicò per sposare Wallis Simpson, nel ’37 l’Italia uscì dalla Lega delle Nazioni, nel ’41 Germania e Italia dichiararono guerra agli USA. Nel 1946 fu fondata l’UNICEF.

 Nel ’67 venne presentato pubblicamente il prototipo del Concorde, nel ’94 la Russia entrò in forze in Cecenia, nel ’97 Tony Blair incontrò Gerry Adams del Sinn Fein…

Nel 1998 venne decifrata la mappa genetica di un vermetto. Da qualche parte bisogna pur cominciare.

Nel 2001 fu annunciato il ritiro degli Stati Uniti dal trattato sugli armamenti balistici del ’72.

A parte la tentazione di pescare tre 11 dicembre a caso e legarli in una storia (per esempio, il processo a Luigi XVI, Hoover e il Sinn Fein… volete che non sia possibile ricamarci attorno una di quelle belle trame complottiste, con le società segrete e i documenti nascosti per secoli? Quelle da cui poi si traggono i film?), peccato non averlo fatto ieri, questo post, quando sarebbe stato il compleanno di Emily Dickinson. O mercoledì prossimo, in occasione del 236° anniversario del Boston Tea Party, quando per protesta contro le tasse inglesi, un sacco di tè finì a mollo nella baia di Boston. Cosa che, dice George Banks in Mary Poppins, lo rese imbevibile persino per gli Americani