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Dic 24, 2018 - musica, Natale, tradizioni    Commenti disabilitati su E per la Vigilia, Campane…

E per la Vigilia, Campane…

Bells18E magari una volta o l’altra, quando l’anno sarà cambiato e io sarò tornata ad essere una persona saggia che posta almeno un paio di volte la settimana, faremo un post sulle campane in letteratura.

Intanto, però, essendosi la Vigilia di Natale, non si può rinunciare alla Carola delle Campane, vero?

Quindi eccola qui, nella versione di Point of Grace.

Con tanto di parole, quest’anno:

Hark! how the bells, sweet silver bells
All seem to say, throw cares away.
Christmas is here, bringing good cheer
To young and old, (meek and the bold)
Ding, dong, ding, dong, that is their song,
With joyful ring, (all caroling)
One seems to hear words of good cheer
From everywhere, (filling the air)
O, how they pound, raising the sound
O’er hill and dale, telling their tale

Gaily they ring, while people sing
Songs of good cheer, christmas is here!
Merry, merry, merry, merry christmas!
Merry, merry, merry, merry christmas!

On, on they send, on without end
Their joyful tone to every home
(Hark! how the bells, sweet silver bells
All seem to say, throw cares away.)
Christmas is here, bringing good cheer
To young and old, (meek and the bold)
Ding, dong, ding, dong, that is their song
With joyful ring, (all caroling.)
One seems to hear words of good cheer
From everywhere, (filling the air)
O, how they pound, raising the sound
O’er hill and dale, telling their tale

Gaily they ring, while people sing
Songs of good cheer, christmas is here!
Merry, merry, merry, merry christmas!
Merry, merry, merry, merry christmas!

Ed è in compagnia di un’altra carola – What Child is This, sulla melodia di Greensleeves.

Felice Vigilia, o Lettori – e a presto!

Dic 17, 2018 - Natale, teatro    Commenti disabilitati su Di Genesi E Di Auto-Adattamenti

Di Genesi E Di Auto-Adattamenti

ChJoyChristmas Joy, che è andato in scena giovedì scorso – e del quale per ora non ho nemmeno una foto –  l’avevo scritto già nel 2011 e poi, per una serie di circostanze, era stato accantonato fino al debutto del 2014. Nel riprenderlo in mano per Storie Sotto l’Albero mi sono ricordata che scriverlo era stata un’esperienza interessante.

Hic Sunt Histriones mi aveva richiesto una piccola cosa natalizia in termini molto stretti – per una serata benefica, tanto per cambiare. Prima avevo detto di no*, poi lottato per qualche giorno con i sensi di colpa, poi deciso che potevo fare almeno un tentativo. Avevo trovato trovato e scartato un paio di pur promettenti idee** e infine mia madre se n’era uscita con questo: “Perché non adatti qualche racconto natalizio? Ne hai scritti – puoi fingere di no, ma so che ne hai scritti, because I’m your mother, and I know.”

Naturalmente aveva ragione. Non trovate irritante la maniera in cui le madri tendono ad avere ragione? Per cui pescai dalle più buie profondità del mio disco rigido un racconto scritto – pensate un po’ – sotto Natale 2000, e mi applicai al compito di farne un atto unico miniature della durata di una ventina di minuti – scarsi.

E per prima cosa constatai (con una certa soddisfazione, lo ammetto) che diciotto anni fa scrivevo già storie provviste della canonica dotazione di 1 Inizio, 1 Mezzo e 1 Fine. So far so good.

E c’erano anche personaggi che volevano qualcosa e non potevano averlo, e un’ambientazione passabilmente insolita, e un lieto fine che, pur non inaspettato, era in carattere con la natura natalizia della storia***… Tutto bene, allora?

No. Tutt’altro. CJ2b

Tutt’altro, per una duplice serie di motivi. Serie numero uno – di ordine pratico: avevo richieste molto specifiche riguardo a che genere di personaggi mettere in scena – e le richieste non corrispondevano affatto alla popolazione originaria del racconto.

Serie numero due – di ordine narrativo: considerando le variazioni di personaggi, mi resi conto che c’era spazio per una buona dose di conflitto in più. Di fronte ai personaggi che volevano qualcosa senza poterlo avere, infatti, c’erano i supposti protagonisti, che di per sé volevano solo aiutare i primi… ma se avessero avuto qualcosa da ottenere a loro volta?

E così, per una combinazione di necessità della compagnia e necessità narrative, ai tre cugini adulti del racconto si sostituirono un padre inacidito dalla recente vedovanza e le sue due figlie alle prese col primo Natale senza mamma. A parte tutto il resto, l’appeal universale degli orfani è cosa nota, giusto?

Quindi, all’improvviso mi ritrovavo persino con due archi narrativi, anche se uno era un archetto molto dipendente dalla risoluzione dell’altro – e tuttavia complessità aplenty, per una ventina di minuti.  E proprio sulla ventina di minuti emerse un’ulteriore magagna. Nel racconto i personaggi col problema originario (chiamiamoli Gruppo B) erano degli estranei, e le loro motivazioni, circostanze e precedenti andavano spiegati in una situazione che Jeffrey Sweet definirebbe di Low Context. Vale a dire, semplificando, che i personaggi del Gruppo A non potevano saperne nulla, a meno di esplicite e dettagliate informazioni. Di nuovo, il Low Context non è un male di per sé, ma richiede molto più spazio e lascia poco margine per il sottotesto – al contrario di tutto ciò che si può implicare fra personaggi che si muovono su terreno comune, ovvero in situazione di High Context.

Ragion per cui i visitatori del Gruppo B furono promossi da estranei a conoscenti, e il problema trasferito da un paesetto mai sentito nominare prima al paesetto in cui vivevano entrambi i gruppi, liberandomi dalla necessità di condensare al massimo un sacco di informazioni mantenendole comprensibili. Il fatto poi che tra tutto ciò che si poteva implicare tra compaesani ci fossero accenni alla morte della madre e alla situazione conseguente, era tutta glassa sulla torta.

CJ3bInfine, per questioni di ritmo, contrassi tutta la vicenda nel giro di tre giorni – anziché in un paio di settimane – e cambiai la maggior parte dei nomi inglesi in altri meno impronunciabili.***

Alla fine l’atto unico (miniature) era solo vagamente imparentato con il racconto da cui ero partita, ma era molto più teatrale. Per quanto il racconto non fosse male in partenza, la storia si era fatta più solida dal punto di vista narrativo, il ritmo era tutt’altra cosa, i personaggi avevano motivazioni più impellenti… Sono certa che, se adesso facessi il percorso inverso e adattassi l’atto unico in racconto, ne uscirebbe qualcosa che funziona molto meglio dell’originale. Anzi: pensandoci bene, non è detto che non lo faccia.

Morale 1: nel corso degli anni s’impara – e per fortuna. Morale 2: il Test del Palcoscenico può davvero fare miracoli per una storia: se dovessi portarla in teatro, funzionerebbe? E se no, perché? Morale 3: non ho mai più guardato allo stesso modo gli adattamenti cinematografici dei libri e le libertà che gli sceneggiatori si prendono.

_______________________________________

* “Non ho tempo, davvero, non ho tempo… già così vado a dormire alle quattro del mattino. Non ci sto dietro. Mi dispiace, davvero, ma questa volta è no. Dovete dirmelo prima, non è come mettere gli ingredienti nel forno e tirar fuori la torta…” Sono sicura che avete un’idea.

** Promettenti ma tristi. Che posso farci? Il Natale m’ispira storie dallo strappacuore al semitragico. Che in linea generale potrebbe anche non andare del tutto male, se non fosse destinato a un pubblico di famigliole a metà dicembre…

*** E sì: è ambientato in Inghilterra. Dite la verità, da me non ve lo sareste mai aspettato, vero?

 

Dic 10, 2018 - Natale, teatro    Commenti disabilitati su Storie Sotto l’Albero

Storie Sotto l’Albero

È dicembre, Santa Lucia è in arrivo – e si fa tempo di storie natalizie.

Giusto per abbondare (questo Diciotto è proprio un anno nataliziamente speciale…) giovedì 13 arriva…

Dic18

Ci saranno le incantevoli Voci Bianche della Verdi di Ostiglia, dirette dal Maestro Sani. E ci saranno i fanciulli delle scuole con le loro poesie. E ci sarà Hic Sunt Histriones, con due mie piccole cose natalizie.

In Christmas Joy, il primo Natale senza mamma si preannuncia triste – per la famiglia Trent e per l’intero villaggio di Henderley, lasciato senza decorazioni per un taglio di fondi in municipio… Riuscirà la giovanissima Joy a riportare un po’ luce ai suoi cari e al suo villaggio?

In Sì, Virginia – ispirato a un fatto realmente accaduto nella New York di fine Ottocento – Virgie O’Hanlon, otto anni, è in castigo: ha litigato con le sue compagne di scuola, è stata insolente con la maestra, e ha rotto la cometa per la recita natalizia… ma come si può conservare la calma quando tutti insistono a dire che Babbo Natale non esiste?

Due atti unici miniature, due piccole storie di infanzia, di determinazione e di minuscoli miracoli natalizi – con contorno di musica e poesia. Perfetto per Santa Lucia, non credete?

Vi aspettiamo a Ostiglia!

Nov 9, 2018 - Natale, teatro, tradizioni, Traduzioni    Commenti disabilitati su Canto di Natale al Teatrino D’Arco

Canto di Natale al Teatrino D’Arco

Ed ecco che ci siamo…

LocandinaBluSmaller

Domani sera debutta Canto di Natale – probabilmente la seconda storia natalizia più celebre al mondo… La novella con cui, centosettantacinque anni fa, Charles Dickens cambiò per sempre il volto e il gusto del Natale.

Non so voi, ma io concordo con Michael Faber quando dice che, in tutta la letteratura, le storie che assurgono a parabole si contano sulle dita di una mano – e Canto di Natale è una di quelle poche. Chi non conosce le vicende dell’avaro redento e degli spiriti, immerse in una Londra cupa e luminosa al tempo stesso? Chi non la cerca a dicembre, in una forma o nell’altra? Chi non è ben felice di lasciare da parte l’incredulità per il tempo di sentirsela raccontare ancora una volta? Untitled 5

Fantasmi e poveri bambini, memorie e rimpianti, avidità e cuori d’oro, nebbia, oche al forno, scintillii impalpabili, giochi di società, sciacallaggio, amori mai dimenticati… Canto di Natale è un po’ come il Christmas Pudding: c’è dentro un po’ di tutto, e tutto si combina in un insieme delizioso e unicamente natalizio.

E, come per il Pudding, la preparazione è complessa: Maria Grazia Bettini ha modellato Dickens in uno spettacolo ricco e suggestivo, popolato di figure indimenticabili e costellato di magie e sorprese… come se le illustrazioni di Leech o Rackham prendessero vita sul piccolo palcoscenico del Teatrino D’arco.

Avendo la benedizione di una madre anglomane, fin da bambina mi è parso che non fosse del tutto Natale senza Dickens – la novella e qualcuno dei suoi innumerevoli adattamenti… Quest’anno la faccenda mi appare particolarmente magica, perché l’adattamento è opera mia – così come la traduzione. Che devo dire? Sono estremamente soddisfatta – e incantata da ciò che Maria Grazia ne ha fatto. E spero che sarete incantati anche voi, o Lettori.

Canto di Natale debutta domani sera e replicherà fino al 6 gennaio. Qui trovate il calendario dettagliato. La biglietteria è aperta nei giorni feriali, dal mercoledì al sabato, dalle ore 17:00 alle ore 18:30. In questi orari si prenota per telefono (o via fax) allo 0376 325363; in alternativa si prenota per posta elettronica a questo indirizzo: biglietteria@teatro-campogallian.it

Che ne dite, ci vediamo a teatro?

Dic 27, 2017 - libri, libri e libri, Natale, tradizioni    Commenti disabilitati su Reading Days

Reading Days

PileofBooksSe nevicasse sarebbe meglio… diciamo la verità: sarebbe perfetto. Ma in mancanza di neve, anche le giornate bigie e ventose vanno tutt’altro che male per i miei Reading Days.

Tecnicamente sono iniziati ieri – ma ieri mi sono dedicata a finire i due libri che devo recensire per la HNS e con i quali, come mio irritante solito, mi sono ridotta all’ultimo momento utile. Non che sia stato tragico: uno dei due era gradevolmente innocuo, e l’altro notevole e ne riparleremo.

Ma oggi – oggi è il primo vero e proprio Reading Day…

Ecco, a dire il vero ci sono ancora di mezzo gli ultimissimi ritocchi al romanzo, ma nondimeno. E quindi oggi si comincia con The Capricorn Bracelet, trovato sotto l’albero, perché senza un pochino di Rosemary Sutcliff non sarebbe vacanza, e perché è una raccolta di racconti sui Romani in Britannia, molto à la Kipling.

Pilesof BooksSotto l’albero c’era anche At Day’s Close, in cui Roger Ekirch racconta il rapporto dell’umanità con la notte attraverso i secoli e i millenni – e anche questo promette bene assai.

E poi c’era Her Majesty’s Will – un’avventura di spionaggio elisabettiano, scritta da David Blixt che, da bravo attore shakespeariano, si è anche divertito a portare il suo romanzo in scena. E poi una raccolta di racconti di Harlan Ellison, giunta con criptiche assicurazioni che mi rendono curiosissima. E poi…

E poi sul Kindle ci sarebbero metapile di cose che aspettano di essere lette, ma farò bene a fermarmi qui, perché non è come se i Reading Days potessero durare fino al disgelo… Sarebbe bello, però, non vi pare? Sapete quei discorsi sul ritrovarsi su un’isola deserta con nient’altro che libri – cartacei or otherwise? Be’, ecco: considerando le mie scarse attitudini pratiche e la mia seria fobia per gli insetti, non credo che, spiaggiata su un’isola deserta, saprei sopravvivere abbastanza a lungo da dedicarmi alla lettura. A meno che non fosse un’isola shakespeariana, dotata di un Ariel molto efficiente… Cottage2

Ma, tutto considerato, all’isola in questione preferirei di gran lunga un cottage immerso nella neve. Voglio dire, si può essere bloccati dalla neve in posti ben equipaggiati, con provviste, legna da ardere, tè in abbondanza – e magari anche un generatore di corrente. E libri non rovinati dall’acqua salata.

Per cui niente isole, grazie tante: un cottage nella neve…

Ma qui non nevica, alas. Al massimo piove e tira vento – ma ce lo faremo bastare.

Fate conto che nei prossimi giorni non ci sia granché, volete?

Sto leggendo.

 

Dic 24, 2017 - musica, Natale    Commenti disabilitati su Scampanio di Stagione

Scampanio di Stagione

BellsCarolOh, quest’anno è davvero difficile seguire le buone vecchie tradizioni, con il Blogo che non collabora… Dov’è mai finito il suo spirito natalizio, mi domando…?

Ad ogni modo, noi procediamo imperterriti – o almeno tanto imperterriti quanto si può esserlo nelle circostanze: ovvero, ci arrangiamo.

Oggi è la Vigilia di Natale, e per la Vigilia su SEdS si ascolta la Carola delle Campane, giusto?

E allora ecco qui un altro link crudo:

https://www.youtube.com/watch?v=FSCo5dZ42v8

E a dire la verità, stavamo per intitolare questo post “Gaio Scampanio”, ma poi mi sono fermata – perché in effetti, questa carola terribilmente gaia non è… non a caso, è l’elaborazione di un canto natalizio ucraino. Ma d’altra parte va bene così, perché è bellissima, e perché è così che per me suona la notte di Natale: gelida e lucente e misteriosa e vagamente triste.

Buona Vigilia, o Lettori.

Dic 22, 2017 - musica, Natale    Commenti disabilitati su Fiaccole! (Blooge permettendo…)

Fiaccole! (Blooge permettendo…)

TorchesOra, non so che cosa sia preso a SEdS proprio a tre giorni da Natale… Mercoledì non mi ha permesso di postare la carola che volevo, e ci siamo dovuti accontentare di un link crudo. Non so come possa essergli saltato in mente di comportarsi così proprio adesso, all’improvviso, fuori da blu. Io lo guardo con occhi tristi – ma non so di preciso…

È forse un attacco di scroogite, o Blogo? Ti sei trasformato in Blooge – con me nel ruolo del povero Clatchit? Ci vorranno i bloghosts dei Natali Passati, Presente e Futuri per farti rinsavire – o almeno spaventare e pentire?

E non lo so, ma proviamo.

Il programma di oggi prevede – indovinate un po’! – una carola. Una carola inconsueta chiamata Torches, composta da John Joubert all’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso, e basata su un canto natalizio della Galizia spagnola.

Adesso incrociate le dita per Torches eseguita dal coro del King’s College di Cambridge. Proviamo…

https://youtu.be/zTCVGaziJNg

Com’è andata? Alla peggio, mi sa che dovrete copiare e incollare il link… sigh.

Ad ogni modo, qui ci sono le parole:

Torches, torches, run with torches
All the way to Bethlehem!
Christ is born and now lies sleeping;
Come and sing your song to Him!
Torches, torches, run with torches
All the way to Bethlehem!
Christ is born and now lies sleeping;
Come and sing your song to Him!

Ah, Roro, Roro, my baby,
Ah, Roro, my love, Roro;
Sleep you well, my heart’s own darling,
While we sing you our Rorro.

Sing, my friends, and make you merry,
Joy and mirth and joy again;
Lo, He lives, the King of heaven,
Now and evermore. Amen.

Lo, He lives, the King of heaven.
Now and ever, evermore. Amen.

Come dicevasi, è inconsueta – ma ho sempre trovato che suggerisse bene l’idea delle fiaccole nel bosco innevato…

Dic 20, 2017 - musica, Natale    Commenti disabilitati su I Dodici Giorni di Natale

I Dodici Giorni di Natale

12twelve-days-of-christmasUna delle carole natalizie più nonsense in assoluto è The Twelve Days of Christmas, una filastrocca in cui un narratore elenca i doni ricevuti dal suo Vero Amore nei dodici giorni di Natale. I Dodici Giorni di Natale, per la cronaca, non vanno dal 12 al 25 dicembre, ma dal giorno di Natale all’Epifania (ricordate Shakespeare? La Dodicesima Notte?), e i doni elencati sono questi:

Una pernice su un pero
Due colombelle brune
Tre galline francesi
Quattro uccelli canterini
Cinque anelli d’oro
Sei oche che depongono l’uovo
Sette Cigni a nuoto
Otto ragazze che mungono
Nove signore che danzano
Dieci signori che balzano
Undici zampognari che suonano
Dodici tamburini che battono

E qui c’è la carola:

https://youtu.be/nKM34uKHUDc

[Sì, lo so, è un link crudo e bruttissimo e tocca copiarlo e incollarlo, ma SEdS non mi lascia fare altrimenti… sigh.]

Nonsense, vero? Ma in realtà era una sorta di cripto-catechismo nato nei secoli in cui essere apertamente cattolici in Inghilterra non faceva bene alla salute: il Vero Amore è Dio, e i dodici doni sono, nell’ordine: Cristo in croce, il Vecchio e il Nuovo Testamento, le tre virtù teologali, i quattro Evangelisti, il pentateuco, i sei giorni della creazione, i sette doni dello Spirito Santo (oppure i sette sacramenti), le otto beatitudini, i nove frutti dello Spirito Santo, i dieci comandamenti, gli undici apostoli fedeli e i dodici punti della dottrina elencati nel Credo.

12daysIn realtà esistono anche altre interpretazioni dei numeri (Cristo in Croce, le due nature di Cristo, la Trinità, i Vangeli…), e francamente avrei fatto una certa fatica ad associare dieci gentiluomini saltellanti ai dieci comandamenti anyway… ma, come si diceva, siamo in Inghilterra.

Ad ogni modo, la carola è deliziosa e tutt’altro che facile da cantare. Provate, dal decimo giorno in poi – senza fare pause – e sappiatemi dire.

Gen 6, 2017 - musica, Natale    Commenti disabilitati su E Infine i Magi

E Infine i Magi

magiUltimo post natalizio, ultima carola per quest’anno. Suitably enough, è lievemente malinconica. È quel che ci vuole, giusto? Non so voi, ma a me la fine della stagione natalizia – con gli alberi da disfare e gennaio che aspetta al varco – mette sempre un’ombra di mooligrubs. Il genere che, alla fin fine, si cura con lavorolavorolavoro, tazze di tè e libri… ma quello è per domani. Oggi… oggi è così.

Comunque, adesso musica. E una carola moderna, per una volta: The Carol of the Magi, di John Rutter.

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