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In Conclusione…

b1eb421defE così abbiamo terminato il secondo ciclo di letture de Il Palcoscenico di Carta.

Ieri è stata la volta del possente finale del Dottor Faust – Christopher Marlowe nella traduzione anni Ottanta di Nemi D’Agostino. Adesso tocca ai nostri omologhi di Canterbury il 12 di ottobre, e poi il 27 sarà Londra a chiudere le danze: tre letture dello stesso testo, in tre città, due paesi e tre lingue – con la collaborazione di due università e due compagnie teatrali. Harry Newman, l’ideatore del Paper Stage originale, dice che non è mai successo prima.

E dunque sì: abbiamo fatto qualcosa di unico e senza precedenti.

Qualche considerazione volante.Czech-American-Faust

I. Il Faust è una bizzarra commistione di forza sconvolgente , vita quotidiana e comicità tra il nero e il… mah. A me piace pensare che le scene comiche non siano farina del sacco di Kit. Sappiamo che a un certo punto, dopo che l’autore era già morto, Philip Henslowe pagò qualcuno per ritoccare il testo – ma anche prima di questo… Dopo tutto c’erano autori specializzati nello scrivere le burle per le tragedie altrui – e uno di questi era Thomas Watson, che di Marlowe era amico e coinquilino. Non è poi così impossibile immaginare che la Compagnia dell’Ammiraglio abbia commissionato a lui le scene in cui Faustus spreca i suoi ventiquattro anni di potere illimitato facendo scherzi al papa e truffando mercanti di cavalli. Il risultato è un certo qual senso di disparità – che d’altra parte è molto tipico del gusto elisabettiano. Tal dei tempi era il costume.

faustdoubledevilsII. Conseguenza diretta della considerazione I è che forse la suddivisione in tre parti non ha giovato poi troppo al testo. La prima parte afferra subito il lettore/spettatore con le inquietudini di Faust e le immagini sulfuree, e il patto con il diavolo; la terza parte precipita il protagonista di dubbio in dubbio verso il finale sconvolgente; la seconda… Alas, la seconda è rimasta – letteralmente – senza capo né coda. Il susseguirsi di cose bizzarre, con la processione dei Peccati Capitali, la truffa della tazza, gli sberleffi al papato e la negromanzia sanitizzata ai piedi del trono, in realtà è una specie di  catalogo di elisabettianerie. Per noi – e presa da sola, senza l’ombra terribile del patto col diavolo, senza il climax vertiginoso, non è terribilmente efficace. E in effetti qualche ascoltatore che aveva cominciato dalla seconda parte, ieri non è tornato. Peccato.

III. Un attore dell’Accademia Campogalliani mi ha detto che il Palcoscenico di Carta è come prima lettura e debutto tutto in uno – senza niente in mezzo, e di conseguenza un nonnulla sconcertante per chi è abituato a un lungo lavoro sui testi. Affascinante punto di vista – da approfondire.

IV. La nostra mascotte decenne (ieri Angelo Cattivo, Wagner e Lucifero) ha letto con un impegno e una disinvoltura da non credere. Anche le cose difficili. Anche senza preparazione di sorta, quando qualche defezione ci ha costretti a redistribuire parti già assegnate. E ha già chiesto se può tornare alla prossima lettura, per favore. E, nel frattempo, ha deciso di far fare una recita ai suoi compagni di classe… faustcz2

V. Chi l’avrebbe mai detto? Sono riuscita a far leggere una particina alla mia riservatissima e per nulla teatrale mamma. Potenza del Palcoscenico di Carta, del teatro in generale e di Marlowe in particolare.

VI. Ieri pomeriggio, tra malanni di stagione, riunioni dell’ultimo momento e parcheggi impossibili, abbiamo avuto l’impressione che Mefistofele ci mettesse lo zampino… Ma non gli è riuscito troppo bene e, in barba a lui, abbiamo chiuso con il vento in poppa.

VII. Ci saranno sviluppi. Alcuni sono più certi di altri – per esempio siamo certi di riprendere tra qualche mese con un altro testo. Se ci saranno forme di gemellaggio più concreto con l’Isoletta e se questo primo contatto col Faustus si evolverà in qualche altra cosa… eh. Sarebbe bello, ci piacerebbe, ce lo diciamo l’un l’altro scherzando solo a metà – ma per ora è tutto in grembo agli dei.

Adesso tocca a loro, là sull’Isoletta. Vi farò sapere. Per ora… non terminat hora diem, sed terminat blogger opus.

Set 16, 2015 - il Palcoscenico di Carta    Commenti disabilitati su Cronache di Carta

Cronache di Carta

20150915_180456Credo proprio che lo Spirito di Kit abbia aleggiato con qualche soddisfazione, ieri pomeriggio, all’Einaudi di Corso Pradella*, per il primo appuntamento dedicato al suo Faustus.

Siamo partiti in tanti – una dozzina di lettori e quasi altrettanti ascoltatori – con gli auspici d’Oltremanica e con una piccola introduzione… Sì, perché Romeo e Giulietta lo conoscono tutti, ma il Faustus è un’altra faccenda. In Italia, per lo più, dici “Faust” e tutti pensano a Goethe, e semmai a Gounod e/o Boito… Magari anche a Thomas Mann – ma quanti a Marlowe?

Quindi credo che per qualcuno la lettura di ieri fosse una novità, e per tutti un’occasione piuttosto rara, perché non è come se il Faustus in questione in Italia si rappresentasse tutte le settimane.

Confesso che qualche timore ce l’avevo. Dopo Shakespeare, dopo Romeo e Giulietta, dopo i fanciulli innamorati e i duelli per strada, il Faustus è… tutt’altro. Invece dell’osservatore dell’umana natura, ci si trova il teorico fiammeggiante, il pensatore audace, l’erudito cui della sua erudizione piace fare sfoggio, il teologo impaziente. Dal secondo verso di MarloweFaustus è evidente che a Kit Marlowe dell’umanità interessa davvero poco – se non per il gusto di farla sobbalzare.  A lui interessano il pensiero, l’idea del potere, l’ambizione, i limiti dell’umanità…

Per cui sì – ho passato l’immediata imminenza del PdC a cullare dubbi tardivi, in ansiosa conversazione con lo Spirito di Kit… Dici che funzionerà? Dici che passerà? Dici che piacerà? Lo Spirito di Kit, va detto, in circostanze del genere è d’aiuto e non lo è.  Ha una tale suprema fiducia in quel che ha scritto, che non si sa se essere rincuorati o dubitare dell’utilità del suo giudizio…

Il mio nuovo taccuino con la locandina del Faustus al Globe. Grazie, D.

Grazie, D. 🙂

Ma salta fuori che lo Spirito aveva ragione, dopo tutto. Faust con i suoi dubbi e la sua coscienza bifronte, Mefistofele astuto e tormentato, lo spudorato Wagner, gli studiosi, gli alchimisti e i sempliciotti di questa Germania di fantasia hanno preso vita in una danza di ambizione, tentazioni, hybris, ritrosie e gesti irreparabili. Faustus si è messo in guai enormi, è chiaro che le cose possono solo peggiorare – e l’abbiamo lasciato appeso per i polpastrelli a una metaforica scogliera, in compagnia di Lucifero e Belzebù.

Funziona. Passa. Piace.

Tutti i presenti – lettori e ascoltatori – intendono tornare la settimana prossima, e nessun diavolo soprannumerario è apparso nella scena dell’incantesimo, e lo Spirito di Kit è compiaciuto.

Se lo chiedete a me, credo che ne abbia tutte le ragioni. E adesso ci prepariamo per martedì prossimo.

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* Per i non-mantovani: sì, avevamo detto Corso Vittorio Emanuele II. Stessa cosa. Un tempo il corso portava a Porta Pradella – hence il vecchio nome che resiste. Una volta o l’altra magari parleremo dell’ostinata persistenza di odonimi e toponimi…

Ago 7, 2015 - il Palcoscenico di Carta    Commenti disabilitati su Romeo e Giulietta – di Carta

Romeo e Giulietta – di Carta

Head

Pensavate che il Palcoscenico di Carta fosse sparito nel nulla, volatilizzato senza lasciar traccia, dissolto nell’Oceano in gocce minutissime da non ritrovarsi mai più?

Ebbene, nulla di tutto ciò.

Il PdC è vivo e vitale: torna a settembre, e ci sono in vista novità e idee… Ne parleremo più avanti, ma  intanto ho pensato di mettere insieme qualcosetta: un minuscolo video perché possiate farvi un’idea di cosa, come, dove… Sequenze e immagini, ovviamente, sono tratte dalla lettura di Romeo e Giulietta nel maggio scorso – e se guardate bene, c’è anche un piccolo indizio sull’immediato futuro.

E se per caso di tutti i casi a questo punto vi pungesse vaghezza di unirvi a noi, state pronti: le porte del Palcoscenico di Carta stanno per riaprirsi.

Mag 22, 2015 - il Palcoscenico di Carta, teatro    Commenti disabilitati su E… Sipario

E… Sipario

Untitled 4E così ieri pomeriggio abbiamo chiuso il nostro sipario immaginario (ooh… quasi una rima interna: da qualche parte, Noël Coward mi guarda e sorride) su Romeo e Giulietta.

Eravamo in tanti – comprese alcune facce nuove, nonostante piovesse a cani e gatti. E, come avevate già sentito dagli spiriti, è stato di notevole soddisfazione. Il che, mi rendo conto, detto così suona rimarchevolmente come se su SEdS ci dessimo alle sedute spiritiche  ma in realtà sapete che cosa intendo.

E adesso non ho intenzione di andare per le lunghe, perché qualcosa avete già letto, e per altri particolari ho dei progetti – ma una considerazione a caldo la vorrei proprio fare.

E la considerazione è questa: funziona.

No, davvero.

Funziona il fatto di riunirsi per leggere. Funziona disporsi in cerchio. Funziona mescolare esperti e neofiti. Funziona redistribuire le parti ogni volta. Fondamentalmente funziona il teatro, I think. Funziona la sorpresa di quanto sia diverso leggere sulla carta e leggere ad alta voce, in interazione con altri lettori.Valentine Melik

Funziona al punto che siamo già tutti decisi a riprendere in autunno – e credo di poter promettere ulteriori sorprese. Perché un conto è leggere un testo conosciuto, ma scoprire qualcosa di nuovo? Sarà interessante vedere se sarà diverso – e, se sì, come.

Già adesso siamo curiosi. Alla fine della lettura abbiamo invitato i partecipanti a scrivere le loro impressioni e comunicarcele via sito – insieme ad eventuali desiderata per le prossime letture… staremo a vedere, sotto entrambi gli aspetti.

LogosuBiancoIntanto Romeo e Giulietta – nell’ottima traduzione di Salvatore Quasimodo – è giunto a compimento, portato in vita da una piccola truppa di attori, neofiti, entusiasti, ragazzini, librai e spettatori che ci si sono divertiti, qualche volta sorpresi e – mi si dice – emozionati. Non sembra una brutta maniera di passare un’ora la settimana, vero?  Per cui magari, se siete in quel di Mantova, potreste considerare di unirvi a noi in autunno.

Vi farò sapere.