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Nov 17, 2017 - grillopensante    Commenti disabilitati su Quel Che Non C’è

Quel Che Non C’è

OldMissMC’è questa adorabile anziana signorina, tutta dedita al ricamo, al giardinaggio e alle opere di bene. Poi, a riprova del fatto che la gente è piena di sorprese, si scopre che è anche una ferrarista sfegatata e non si perde una serie poliziesca americana, con una predilezione per i gialli procedurali. Più sono truci, più piacciono alla Signorina M.

“Sono più rassicuranti del telegiornale,” mi ha spiegato. “Nei gialli le cose orribili non restano impunite, i criminali pagano per il sangue che hanno versato, gli sforzi della polizia sono raramente inutili e i tribunali emettono sentenze giuste ed efficaci.”

E allora mi è venuta in mente questa citazione di Thomas Berger: Perché gli scrittori scrivono? Per creare qualcosa che non c’è.”

È vero, questo può significare una compulsione a raccontare una storia che non è ancora stata raccontata, ma in un altro possibile senso si applica anche alla Signorina M. e all’immemoriale significato della narrativa: i narratori offrono all’umanità modelli morali e cautionary tales, in cui la violazione delle regole di convivenza è punita, e gli errori hanno un prezzo. L’ottica di queste narrazioni ha subito variazioni notevoli nel corso dei millenni, e fiumi d’inchiostro sono stati versati per mostrare i molti modi in cui la punizione delle violazioni può mancare il bersaglio, essere trascurata, manipolata o fraintesa.

E tuttavia secoli e secoli di elucubrazioni filosofiche, sperimentazioni letterarie e occasionali bouts di nichilismo morale non impediscono alle anziane signorine – e a tutti noi, se siamo sinceri fino in fondo – di trovare un senso di appagamento nel vedere l’Assassino arrestato dal Poliziotto, trovato colpevole dalla Giuria e condannato dal Giudice alla giusta pena.

Why do writers write? Because it’s not (always) there.

Set 19, 2014 - cinema e tv    3 Comments

The Good Wife

good wife logoNon so come non mi sia mai venuto in mente di parlare di The Good Wife.

The Good Wife è una serie americana creata dai coniugi King e prodotta, tra gli altri, da Ridley Scott.

La storia è quella di Alicia Florrick, un’agiata quarantenne il cui marito, procuratore di stato dell’Illinois, finisce in carcere per corruzione con scandalo sessuale incluso.

Ouch…

All’improvviso, Alicia si ritrova sola con due figli adolescenti cui provvedere… E lei sarà anche un brillante avvocato, ma non esercita da un decennio, presa com’era a fare la brava moglie e la brava madre. A darle un’occasione è la vecchia fiamma dell’università, Will Gardner, ora co-titolare di uno studio affermatissimo. E così Alicia si ributta nella mischia – e che mischia!

Quel che segue è una favolosa storia che combina la procedura legale con un’esplorazione lucida e senza sconti del sistema legale e politico americano, e nel farlo affronta ogni genere di dilemmi etici e morali e temi scomodi, senza mai concedersi un briciolo di zucchero.

La scrittura è superlativa. Ogni episodio è un arco teso alla perfezione, il tono sa coniugare molto bene dramma e commedia sofisticata, i dialoghi sono una gioia, i personaggi cambiano, imparano o non imparano (e ne pagano il prezzo), commettono errori e poi ne affrontano o subiscono le conseguenze – organizzate in meccanismi narrativi perfetti e spesso inattesi. Insieme a una notevole abilità nel ribaltare ripetutamente i giochi, questo fa sì che alla quinta stagione, ben lungi dal mostrare segni di stanchezza, TGW sia ancora in grado di dispensare sorprese.The Good Wife

Aggiungete una squadra di attori da bravi a ottimi (su tutti la protagonista Julianna Margulies e Christine Baranski), una regia elegante ed efficace e una colonna sonora che, senza mai prendere il sopravvento, valorizza magnificamente la varietà ritmica di ogni puntata – e viene da dire che questa serie abbia proprio tutto.

Vogliamo proprio trovarci un neo? A volte il personaggio dell’investigatrice Kalinda segue un po’ troppo da vicino il cliché della Donna Tosta Ed Enigmatica Il Cui Passato Torna A Morderla… Ma tutto sommato, e in vista della qualità complessivamente stellare della scrittura, della regia e delle interpretazioni, sono disposta a considerarlo un peccato veniale.

In Italia TGW arriva con una traduzione ben curata e il consueto magnifico doppiaggio – ma arriva penalizzata da una programmazione di seconda serata*. Se fossi malvagia, sospetterei la tivvù di stato di ritenere l’assoluta mancanza di buonismo inadatta alle menti impressionabili – ma in realtà è molto possibile che il problema sia una certa tendenza alle complicazioni tecniche in fatto di diritto americano…

Ma non lasciatevi scoraggiare: l’aspetto giuridico, oltre ad essere affrontato in modo ammirevolmente chiaro pur senza la minima ombra di spirito didattico, è integrale alle storie e alla storia – e il modo in cui King&King e Co. riescono a renderlo avvincente è una delle gioie di questa serie intelligente e ben confezionata.

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* Fino alla settimana scorsa su Rai 2, martedì sera, attorno alle 11 – e raramente puntuale. Adesso… mah.