Nov 12, 2010 - libri, libri e libri    Commenti disabilitati su 12 Titoli Che Mi Fanno Sospirare

12 Titoli Che Mi Fanno Sospirare

Si parlava di titoli, ricordate? Sono dell’idea che un titolo azzeccato possa contribuire non poco alle fortune di un libro, ma di certo un titolo infelice affossa qualsiasi cosa. Ci sono favolosi titoli – decisamente migliori del libro a cui sono appiccicati, che restano in mente secoli dopo che avete dimenticato il titolo del libro, o addirittura il libro non lo avete letto affatto, ma il titolo è talmente bello che vi rodete le mani per non averci pensato per primi…

Quali sono i vostri titoli preferiti? Non i titoli dei vostri libri preferiti, badate bene: solo i titoli.

Ecco i miei, confinandomi ai romanzi e in ordine assolutamente sparso:

* Per Favore Non Mangiate Le Margherite – anche se forse non è proprio quello che si dice un romanzo. Di Jean Kerr – un’autrice teatrale americana degli Anni Cinquanta e seguenti. Forse vi ricorderete non tanto di lei, quanto del film con Doris Day e David Niven tratto da questo libro – e potrei sbagliarmi, ma mi sa che ci fosse anche una serie televisiva. Ad ogni modo, è un titolo irresistibilmente nonsense.

* La Luna E I Falò – Pavese, e qui siamo al discorso che si diceva: non è che il libro sia nella mia lista dei Memorabili, ma evoca immagini notturne, luci che si mescolano, crepitare di fiamme, sentore di fumo e di rugiada… e sarà meglio che mi fermi qui, ma ci siamo capiti. 

* Il Vento Tra I Salici – Kenneth Grahame e idem come sopra. Evocativo, poetico, delicato, serotino. L’originale The Wind in the Willows ha il beneficio aggiuntivo dell’allitterazione, ma persino in traduzione suona proprio bene.

* Col Ferro E Col Fuoco – cambiamo genere del tutto con un Sienkiewicz meno conosciuto*. Titolone epico e cadenzato che suona come un verso senario (ancor più nell’originale polacco Ogniem i mieczem). Il super editor americano Sol Stein consiglia di strologarsi un titolo originale, memorabile, con un duplice strato di significato e magari in forma di pentametro iambico, e scherza solo in parte: ritmo e facilità di pronuncia rendono il titolo più facile da ricordare. Quando poi, come qui, si utilizza un modo di dire assurto a figura retorica, direi che si è fatto centro.

* I Tamburi Della Pioggia – vedi sopra, tutto sommato, ma un pizzico più inconsueto. E’ un’ottima cosa quando il titolo risveglia la curiosità del lettore. Che poi si tratti anche di un particolare cruciale della storia lo si scoprirà leggendo: decorativo, attraente e significativo.

* Musica In Una Lingua Straniera – di Crumey. Qui siamo sul sofisticato-cerebrale. Il senso emergerà leggendo, ma intanto questo apparente sfasamento di significato è interessante di per sé. “Ma come? Non si dice sempre che la musica è il linguaggio universale?” Appunto. Procedimento contrario, se vogliamo, a quello di Sienkiewicz.

* Cento Colpi Di Spazzola Prima Di Andare A Dormire – esempio da manuale di titolo migliore del libro**. Siamo di nuovo sulla decostruzione del luogo comune e dell’immagine consolidata. Reader Beware: questa prescrizione semi-ottocentesca da brave fanciulle sta per assumere un significato moooooolto diverso.

* L’Ombra Del Vento – Posto che Ruiz Zafòn non mi piace alla follia, questo titolo è semplicemente meraviglioso per forza evocativa, per poeticità dell’immagine. Un altro emistichio carico di suggestioni – e se poi ha un legame relativo con la storia, pazienza: è talmente bello!

* La Figlia Del Tempo – questo invece appartiene al genere citazioni. E’ Shakespeare a dire che la verità è figlia del tempo – concetto perfetto per un giallo bizzarro in cui strana gente “scopre”, con qualche secolo di ritardo, che Riccardo Terzo non era il mostro che si tende a credere. Josephine Tey è stata una precorritrice (forse persino un’iniziatrice) del furore di narrativa neo-riccardiana che ancora arde nel mondo anglosassone. Dieci punti in più per avere pescato il suo titolo proprio da Shakespeare, uno dei più accaniti anneritori di Riccardo. Giustizia poetica, anyone?

* Ritratto Di Signora / Ritratto Dell’Artista Da Giovane / Camera Con Vista – che sono tre libri diversissimi, ma il concetto dietro il titolo è lo stesso: espressione di uso consolidato in un tutt’altro campo applicata a una storia (nel suo complesso nei primi due casi, nel suo complesso e a un plot device nel secondo).

* Il Giuoco Delle Perle Di Vetro – è bello, singolare, incuriosisce ed è descrittivo senza parere, visto che il Giuoco in questione è un aspetto fondamentale della trama e, al tempo stesso, un elemento simbolico all’interno della storia. Naturalmente il secondo aspetto non è merito del titolo, ma l’insieme suona molto bene.

* La Linea D’Ombra – bellissima immagine per una storia iniziatica, carica di quelle connotazioni di dubbio e di ambiguità che in Conrad sono sempre centrali.

E bisogna dire che l’ombra mi piaccia proprio, perché, fuori concorso non essendo stato tradotto, cito anche The Book Of Air And Shadows, brutto libro scritto in bello stile che ho comprato a dispetto delle recensioni negative, indotta da nient’altro che il fascino del titolo. Dove si vede una di due cose, immagino: o io sono irreparabilmente squadrellata, o il titolo conta davvero.

E adesso è il vostro turno: quali sono i vostri titoli preferiti? Quali sono i titoli che vi sono piaciuti più del relativo libro? Quelli che vi hanno sorpresi, incuriositi, fatto dire: ah, diavolo di uno scrittore!*** Sono curiosa…

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* E che a me, francamente, piace più di Quo Vadis? Polonia, Seicento, Battaglie…

** In proposito, vi consiglierei questo post di Bottega Di Lettura.

*** O, più probabilmente, diavolo di un editor!

12 Titoli Che Mi Fanno Sospirareultima modifica: 2010-11-12T07:44:00+01:00da laclarina
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