Apr 13, 2011 - libri, libri e libri    18 Comments

Incubi Di Carta

incubo2.jpgSi parlava, qualche tempo fa, di libri che segnano. In realtà poi ci sono libri che segnano in modo molto meno duraturo – ma più sgradevole. Avete mai avuto incubi da lettura? Io a bizzeffe. Sarà che in qualche modo la parola scritta, con la sua capacità di evocare senza esplicitare del tutto, ha sempre avuto su di me molto più effetto delle immagini. Sia come sia, ho passato molte notti insonni a rimpiangere di avere mai posato gli occhi sull’uno o sull’altro libro. E non solo da bambina: c’è voluta una dissennata quantità di anni perché imparassi ad applicare il principio che certe cose vanno lette soltanto nelle ore di luce. Perché dite quel che volete, ma dopo il tramonto cambia tutto e la stessa storia che in pieno giorno era quasi innocua, diventa foraggio per gli incubi.

Non dico che le mie reazioni siano del tutto sensate, e scommetto che su qualcuna sorriderete. D’altra parte, a man’s treasure… con quel che segue. Vediamo un po’.

* Jack London. Mi par di sentire il fruscio di sopracciglia sollevate. “Jack London ti dà gli incubi?” Non tutto JL, anzi: sono un particolare racconto in cui un uomo che si era ritrovato isolato nella neve, ferito e incapace di proseguire, cercava di uccidere a mani nude il suo cane husky per potersi tenere al caldo le mani nel cadavere sventrato. Alla fine non ci riesce, il cane fugge e presumibilmente l’uomo muore congelato. Premettendo che avevo dieci anni, la ferocia della situazione, pur senza particolari cruenti mi rovinò il sonno per tutta una vacanza al mare.

* Tra Gli Orrori Del Duemila. E già dal titolo… Altro ricordo d’infanzia, altra storia marittima, nonché l’inizio del mio pessimo rapporto con la fantascienza. Forse ho già raccontato questa storia da qualche parte. Mio padre non partiva mai per il mare con una scorta sufficiente di libri e, essendo un lettore vorace e rapido, finiva invariabilmente col comprare quel che trovava nelle edicole. Quella di cui parlo, era una storia fantascientifico-apocalittica della collana Urania, iniziata e accantonata – e non si supponeva affatto che io dovessi leggerla. Ma conoscete tutti i proverbi su gatti, curiosità e fette di lardo. Venni pescata a pagina prima di arrivare a pagina cinque, quando l’eroina aveva appena cominciato a vagare nella distruzione post-nucleare, ma era tardi. Estate insonne e, a distanza di quasi trent’anni, ricordo ancora più particolari raccapriccianti di quanto mi piaccia.

* La Storia Infinita. Ed ecco, giurerei, altre sopracciglia che si sollevano. ma dite la verità: la gente che va danzando a gettarsi nel Nulla? Il lupo parlante Mork che aspetta incatenato la fine? *shiver*

* La Collina dei Conigli. C’erano collane di narrativa scolastica che lo propinavano ai fanciulli undici-dodicenni, e non capirò mai con quale buon senso. A me, svanita ben presto l’impressione di avere a che fare con una graziosa storia di animali, le premonizioni di Quintilio e la distruzione della tana facevano accapponare la pelle.

* Oh, Whistle And I’ll Come To You, My Lad. Questa è una storia di fantasmi inglese molto classica, e a leggerla non sembra nemmeno così terrificante. L’importante sarebbe non leggerla di notte, specie se si abita in una vecchia casa piena di scricchiolii e rumoretti notturni, perché è la storia di un accademico che si ritrova a fronteggiare un fantasma particolarmente malevolo, che comincia con l’infestare la sua stanza di locanda, dandogli questa costante impressione di non essere solo… E poi diventa difficile spegnere la luce.

* 1984. E’ chiaro che con le distopie non ho un buon rapporto. E’ difficile dire che cosa mi dia più angoscia… forse l’ora di odio collettivo? Ma direi che l’atmosfera generale è materia da incubi, almeno tanto quanto la storia in sé.

* Una storia di fantascienza di cui non ricordo il titolo. Mi spiace per l’imprecisione, ma si vede che in queste circostanze tendo a rimuovere. Venere, pioggia ininterrotta, astronauti naufragati che cercano disperatamente una delle cupole del sole, gli artificial environments costruiti per permettere di sopravvivere su Venere. Però poi i membri del gruppo cominciano a impazzire uno dopo l’altro, e chi impazzisce lì fa una cosa sola: si mette faccia all’aria a bocca aperta, finché non annega nella pioggia – e non c’è nulla da fare. Non so quanto sia verosimile, ma quando l’ultimo superstite, dopo avere ucciso uno per uno i suoi compagni per risparmiare loro l’agonia, arriva alla cupola, la trova distrutta. Anche questo racconto, per ragioni imperscrutabili, era in un’antologia scolastica. Ve l’ho detto che a me la fantascienza non piace?

* Un libro di cui non ricordo e non voglio nemmeno ricordare il titolo. E badate bene che non l’ho nemmeno letto, ma la recensione è stata sufficiente. Inverno nucleare (essì, non so che farci), alcune famiglie rifugiate in un bunker antiatomico troppo grande per loro e un gigantesco coniglio rosa – forse mutante, forse psicopatico travestito – armato d’ascia che riesce ad entrare. Finale agghiacciante, diceva il recensore. E ridete pure, ma le ansie notturne provocate da questa faccenda non ve le immaginate nemmeno. E qui non si tratta nemmeno di buona scrittura o cattiva scrittura, di particolari raccapriccianti o di sottile tensione montante, no: devastazione, isolamento e follia combinati erano già sufficienti per me. Posso dire di avere avuto gli incubi per una recensione – e non era nemmeno di un mio libro.

* Poe in generale. Molte delle sue storie appartengono al novero delle cose che non posso, proprio non posso, leggere dopo il tramonto. Ma dopo l’incidente della Mascherata della Morte Rossa, credo di avere capito l’antifona. In fondo, chi me lo fa fare? A me piace dormire di notte, almeno qualche ora. Se voglio leggere cose angoscianti, adesso lo faccio di giorno, che diamine.

D’accordo, I’m lily-livered in fatto di letture. E voi? Magari siete di quelle persone che non fanno una piega, che vanno a cercare orrori&terrori e li divorano con gusto a qualsiasi ora del giorno e della notte – e poi vi capita di svegliarvi col cuore in gola in conseguenza della lettura più improbabile… Raccontate: quali letture vi hanno levato il sonno, da fanciulli e da adulti? Perché il potere di suggestione delle parole non ha età.

Incubi Di Cartaultima modifica: 2011-04-13T08:09:00+02:00da laclarina
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18 Commenti

  • Scommetto che ti piace il riso al limone e preferisci il vino bianco al rosso.
    Certi brividi me li andavo a cercare, ricordo con nostalgia certe letture in campagna nella vecchia casa dei nonni. Ad aiutare c’erano: la scarsa illuminazione, bracieri e fuochi vari accesi per casa, l’assoluto isolamento, il silenzio innaturale interrotto da scricchiolii e versi di animali mai sentiti prima.

    Mi incavolai abbastanza con Wilde per Il fantasma di Canterville. “Cribbio, se ci metti troppa ironia perdo la concentrazione!” Avevo 10 anni e quella macchia di sangue verde sul tappeto non mi andava giù.

  • Devo ammettere che la lettura mai mi ha procurato incubi. Neppure nel caso di racconti angoscianti (che spesso, anzi, cerco consapevolmente). Fino ai 15 anni, invece, mi facevano paura molti film horror, a cominciare da quelli di Dario Argento. L’abbinamento delle immagini con colonne sonore inquietanti provocava un effetto micidiale su di me, anche perché la musica di Profondo Rosso, per esempio, è di quelle che ti rimangono impresse. Rivisto un anni fa, Profondo Rosso mi è sembrato piacevolmente grottesco.

  • @ Renzo: ennò, io non me li andavo a cercare gli spaventi – non sul serio. Ci cascavo dentro per sprovveduta curiosità, perché leggevo tutto quel che mi capitava sottomano, compresi i bugiardini farmaceutici… Adesso ho imparato a discriminare un po’ di più – ma mica tanto. 🙂 E Il Fantasma di Canterville! Conosco la sensazione di non sopportare l’ironia ai danni del genere che si adora… Ne parleremo.

  • @ Danilo: non dico di non avere mai perso il sonno per un film, ma da un lato le parole scritte mi impressionano più delle immagini, e dall’altra sono più pronta a sottrarmi a un film che a un libro. Una volta che ho cominciato a leggere, difficilmente fuggo. Profondo Rosso, per dire, non ho mai nemmeno iniziato a vederlo – deliberatamente.

  • *dall’altro*, non dall’altra. Da un lato e dall’altro.

  • Per adesso c’è soltanto un libro che mi ha dato gli incubi che per fortuna sono durati poco.Il libro in questione è”Anime morte” di Gogol…dalla prima pagina non mi è piaciuto immediatamente e andando avanti con la lettura,questa sensazione non è svanita.Credo che per il momento sia il libro più brutto che abbia mai letto…se ci penso mi vengono ancora i brividi :-)…p.s. ti linko perchè il tuo blog mi piace.

  • Per adesso c’è soltanto un libro che mi ha dato gli incubi che per fortuna sono durati poco.Il libro in questione è”Anime morte” di Gogol…dalla prima pagina non mi è piaciuto immediatamente e andando avanti con la lettura,questa sensazione non è svanita.Credo che per il momento sia il libro più brutto che abbia mai letto…se ci penso mi vengono ancora i brividi :-)…p.s. ti linko perchè il tuo blog mi piace.

  • @ Leopold: 😀 Yes well, poi ci sono anche gli incubi da libro brutto – simili a quelli da indigestione, sotto certi aspetti.
    Grazie per il link: contraccambierò q.p.

  • Ciao, scusa, sono capitato sul tuo blog per caso.
    Mi ricordo il racconto di fantascienza della pioggia perenne venusiana….credo fosse di Bradbury…lo lessi quando ero alle medie in una antologia scolastica che si chiamava “Spera di sole”. Anche a me è rimasto impresso, pur non avendomi dato incubi!
    Ciao, Marco

  • Fa sempre piacere scoprire un fellow sufferer… Non ricordo il titolo dell’antologia, ma inclino a credere – anzi, a sperare – che fosse la stessa: quanti curatori di antologie psicopatici potevano esserci in giro?
    Torna a trovarmi!

  • Condivido con te gli incubi di carta!

    In particolare “la collina dei conigli” che mi mise un’ansia tremenda che durò per un mesetto buono. E manco a dirlo non riuscivo a leggere nient’altro e quindi non riuscivo manco a fare “chiodo scaccia chiodo”.

    Condivido anche “la storia infinita” anche a me ha messo una certa angoscia. Parliamo della seconda parte ovviamente.
    Non quella da cui presero il film.
    Tutta la ricerca e la nostalgia per la mamma-imperatrice che quando la hai vista la adori ma non la puoi più rincontrare e le persone che diventano pazze a forza di usare la loro immaginazione…non è stata proprio una lettura rilassante.

    Eppoi un romanzo apocalittico di quelli sulla fine del mondo dopo una guerra nucleare che non ho manco finito e di cui non ricordo il titolo.

    E “uomini e no” di Vittorini, il pezzo in cui i cani sbranano il partigiano.
    Tutto quel pezzo scritto dal punto di vista del cane mi ha davvero messo a dura prova…
    (stupida insegnante delle medie che voleva farci leggere roba istruttiva!)
    Anche Silone con “Vino e pane” (sempre letto alle medie) c’è il capitolo in cui la fattucchiera fa una fattura che devo dire mi turbò tanto tanto.

    Insomma di incubi di carta ne ho avuti diversi.
    In parte credo che la colpa fosse del fatto che avevo libero accesso alla biblioteca dei miei e quindi mi sono procurata dei libri che forse non erano proprio adatti alla mia età.
    Ma in parte è dovuto alla cecità di chi mi consigliava le letture.

    Credo di essere proprio ipnotizzata dalla pagina mentre leggo quindi mi impressiono tanto e ancora oggi riesco a stare male per alcune storie che leggo.
    Ma questo ha anche dei lati positivi. Quando leggo un bel libro a me sembra proprio di esserci stata in quei luoghi e di aver vissuto quelle avventure, di aver conosciuto quelle persone.
    E mi rimangono dentro molto a lungo.

  • Leggo solo adesso questo post. Cosa mi ero perso!
    “La collina dei conigli” è un libro di cui ricordo solo la truculenza. Sbaglio o è un’ininterrotta carneficina di soffici coniglietti? Di sicuro mi è sembrato tale quando l’ho letto, molti anni or sono.
    Ed Ende ha avuto una trovata davvero geniale con il Nulla. Quello sì che mi ha dato gli incubi, molto più di qualsiasi mostro verde e dentuto!
    Il caso vuole che abbia letto poco tempo fa il racconto sulla pioggia venusiana. Come si diceva, è di Bradbury; la raccolta è “The illustrated man”, e il racconto s’intitola “The long rain”.
    Ed ora, cara Clarina, ti devo chiedere un grosso favore: devi sforzarti di ricordare il titolo del romanzo in cui c’è il coniglione rosa armato d’ascia. La trama mi ha inquietato, e l’unico modo per esorcizzare è conoscere. Se non riesci a dirmi il titolo, almeno dammi qualche altro indizio per chiedere a Google!

  • @Cily: vedo che abbiamo diversi incubi in comune… E sì, in effetti credo anch’io che il rovescio della medaglia valga qualche incubo. E poi ogni fase d’insonnia da lettura ti lascia molto tempo per meditare sulla potenza della parola scritta. 🙂

    @Mattia: be’, ma sono molto sollevata di vedere tanto consenso intorno alla Collina e a Ende come nightmare fuel. Di Ende ricordo anche una raccolta di racconti chiamata Lo Specchio Nello Specchio – e anche lì…
    Quanto al malefico coniglione, davvero non saprei. Parliamo di una decina di anni fa, credo – e penso che fosse un autore italiano, ma anche di questo non sono sicura. Cercherò di risalire a qualcosa di più preciso e poi ti farò sapere.

  • *negli orrori del 2000, cioé falsa aurora… è un racconto della yarbo
    http://www.fantascienza.com/catalogo/opere/NILF1084668/falsa-aurora/
    (urania è famosa per spacciare racconti per romanzi).
    Prova a dargli una possibilità oggi… l’ho letto in Aliene Amazzoni e Astronaute sulla soglia dell’adolescenza e l’ho trovato molto ben scritto. di sicuro non mi ha terrorizzato ma in poche pagine mi ha lasciato immagini ancor vive dopo decenni. (magari traduzione recente o originale)
    Certo che visti i contenuti è come vedere arancia meccanica da bambini… magari dal furto nella villa in poi!
    ps: mi metto nella categoria degli insonni da film… la musica si, dev’essere la musica.
    PPS: si ti prego coniglione con ascia… we need more… XD

  • Cntrordine: Trovato!!

    Gardumi Giacomo – La notte eterna del coniglio

    http://www.ibs.it/code/9788831790390/gardumi-giacomo/notte-eterna-del.html

  • @Netalex: uh proprio no, guarda. Con Ms. Yarbro ho chiuso chiuso chiuso. Le porto rancore per tante di quelle notti insonni! 😀

    E trasmetterò a Mattia notizie del coniglione rosa – che anche lì di persona non mi avventuro.

    Con le postapocalissi preferirei davvero non aver più nulla a che fare, da nessun tipo di distanza.

  • Grazie Netalex, ottimo lavoro!
    Hanno fatto pure il film:

    http://www.youtube.com/watch?v=CTOS-ZMv9qs

  • Il film? Il film?! Il film!

    Oh dear…

    Il film… Non ci voglio nemmeno pensare.