Milionidicopie

Poco prima di Natale mi è capitato di discutere di libri, di società e di massimi sistemi con una signora, una docente che chiameremo Mme X.

“E cosa mi dici di questo fenomeno Volo?” mi chiede a un certo punto Mme X.

Rispondo che non ne dico nulla. Devo confessare di non aver letto nulla di suo – non una riga – e di non avere intenzione di farlo.

“Sei una terribile snob,” mi si dice allora.

Mi confesso serenamente colpevole, spiego che tendo a non leggere nulla che sia circondato da tanto hype, e inizio con la mia teoria del Lettore Casuale…

“Ma qui non si tratta di hype! Stiamo parlando di milionidicopie, di traduzioni in altre lingue: questo è un fenomeno sociale! Io mi sento tenuta a leggere Volo per studiare il fenomeno sociale, e se sostieni di essere interessata alla società e alla letteratura, se chiami te stessa una scrittrice, devi fare altrettanto.”

Rispondo che, se così fosse, dovrei passare la vita a leggere libri di cui non m’interessa un bottone, vista la frequenza con cui le case editrici sfornano questo genere di fenomeni sociali…

Apriti cielo e spalancati terra! Mme X mi accusa di essere una qualunquista e di ricorrere alla facile polemica. Ma in realtà, mi rivela, non puoi incantare milioni di lettori con il marketing. Una volta, forse – ma un ripetuto successo su questa scala è sintomo certo di un Fenomeno Sociale*.

Cito una manciatina di casi di gente che, una volta imbroccato il genere giusto, ha costruito notevoli carriere sulla base di una successione di libri mediocri e privi di particolare significato sociale…

“Non sto parlando di notevoli carriere. Sto parlando di milionidicopie: un Fenomeno Sociale.”

“Sì, ma resto dell’idea che anche i milionidicopie si costruiscono, si pilotano e si vendono: guardi la Tamaro, guardi Dan Brown, guardi Il Nome della Rosa, guardi Twilight…”

Mme X comincia mandar fuoco dalle narici: come oso paragonare Volo ed Eco, uno dei più grandi intellettuali [segue lungo panegirico]? E, incidentalmente, che cosa è Twilight?

“Non sto paragonando affatto. Sto accostando a dimostrazione del fatto che i milionidicopie non hanno nulla ha che vedere col valore letterario, né con la capacità di presa popolare, né con il livello intellettuale del libro. E nemmeno col fatto che il libro risponda o meno a qualche profondo bisogno della società. E davvero non ha mai sentito nominare Twilight? Milionidicopie. Un Fenomeno Sociale.”

Spiego per sommi capi di che si tratta, e Mme X arriccia il labbro in aperto disgusto. Twilight, vedete, è roba americana. “Una società che non conosco e su cui non mi permetterei mai di esprimere giudizi.”

Faccio notare che una buona fetta dei milionidicopie in questione sono stati acquistati in Europa e in Italia, al che Mme X torna a virare in direzione Volo, col già utilizzato argomento secondo cui è da qualunquisti dire che è tutta questione di marketing…

Dopodiché smetto di riportare la disputa passaggio per passaggio, ma vi elenco qui alcuni dei dubbi che ho esposto a Mme X – senza riceverne risposta.

– Quanta gente legge (oppure compra, sfoglia, accantona e si convince di avere letto) un libro perché “lo leggono tutti”? L’istinto del branco è potente…**

– Quanta gente regala il libro del momento perché è il libro del momento?

– Quanti libri del momento diventano il libro del momento perché c’è chi ripete con sufficiente convinzione ed entusiasmo che si tratta del libro del momento?

– Quanto conta il “personaggio” dietro il libro? A parte tutto il resto, Volo era già un notissimo personaggio televisivo quando ha cominciato a pubblicare. Vogliamo far finta che non conti? Da questo punto di vista, credo che il fenomeno Volo abbia anche un’altra sfaccettatura più sottile: con la sua infanzia di provincia e i suoi studi sporadici, Volo fa tanto “uno di noi” che ce l’ha fatta. Uno con cui identificarsi. Ricordate La Fenomenologia Di Mike Bongiorno, tanto per citare di nuovo Eco?

Insomma, non sto dicendo che i libri di Volo siano necessariamente brutti (anche perché, ripeto, non li ho letti). Quello che sostengo è che i milionidicopie non bastano a fare di un libro un Fenomeno Sociale, perché consistenti quantità di quelle copie possono essere frutto di fattori e operazioni che non hanno nulla a vedere con quel che sta fra una copertina e l’altra. I milionidicopie di gente autopubblicata come Hocking e Locke sembrano indicare che le cose possono andare diversamente – ma fino a un certo punto. Meccanismi come l’istinto di branco continuano a funzionare, e sono senz’altro Fenomeni Sociali, ma indipendentemente dal libro per cui lavorano, non credete?

Per cui: no, Mme X. Non mi metterò a leggere bestseller per il fatto che sono bestseller. Ho già usato la scusa “m’interessa capire che cosa ci trova tutta la gente che lo legge” per leggere bestseller che in realtà volevo leggere pur vergognandomene un po’, perché – come ognun sa – sono genre-snob. Mi secca un pochino essere genre-snob e sto cercando di curarmene. Ma non ho intenzione di usare i milionidicopie come criterio per la scelta, anche solo occasionale, delle mie letture. E se questo è un altro genere di snobismo, Mme X, credo proprio che me lo terrò – insieme alla mia dose di cinismo nei confronti del marketing editoriale. 

_________________________________________________

* Sì, il Fenomeno Sociale ha acquisito maiuscole. Credetemi, a questo punto della conversazione le aveva acquisite per Mme X, e non c’era da sbagliarsi in proposito.

** Fate questo esperimento: la prossima volta che vi trovate in una stanza affollata, provate a dire a voce ben alta che non avete mai letto Saviano. Ci vuole forza d’animo per resistere al genere di disapprovazione che vi pioverà addosso…

Milionidicopieultima modifica: 2012-01-16T08:10:00+01:00da laclarina
Reposta per primo quest’articolo

11 Commenti

  • C’è una sottile differenza tra il non leggere robaccia e il non leggere roba che ha venduto.

    Volo: posso dire che non mi piace, ho letto un racconto. Sciattezza, luoghi comuni, smielosità, misticismo muffo, spiritualismo muffissimo, irrazionalismo da sbellicarsi.

    Ma in ogni caso, se non l’avessi letto, mi basterebbe un’occhio a un campione statisticamente significativo di commenti entusiasti su anobii per capire che non fa per me.

    Può accadere anche che un commento entusiasto ma critico e motivato mi spinga a leggere, come successo per saviano.

    E sì, l’oggetto “Gomorra” (romanzo-diario-saggio) m’è piaciuto, con tutta la sua spuriaggine e originalità.

    Sono “renzo”, da oggi ferrigno 😉

  • comunque la tizia con cui hai litigato è da sopprimere. Intendo la sua argomentazione… ehm.
    Ho il k. talmente carico di roba che non riuscirò MAI a leggere, oggi più che mai la robaccia è da evitare, altrimenti passi la vita a leggere robaccia.

    Hai ragione, fossi stato nei pressi t’avrei aiutata a fare le barricate.

    E poi se uno vuole fare il sociologo, faccia il sociologo, non lo scrittore 😀

  • Curioso, non trovi, che venga definito fenomeno sociale e non fenomeno culturale?
    Perché se milioni di persone leggono lo stesso libro, o regolarmente i libri dello stesso autore, allora la ricaduta sarà prima culturale, non sociale.
    L’autore diventa un fattore che incide sul modo di pensare dei suoi lettori, sulla loro, appunto, cultura. Ma sulla società?
    Io credo sia un fenomeno sciale che milioni di persone lo _acquistino_, quel libro, non che lo leggano.
    Anche perché, tra acquistare un libro e leggerlo, eh, c’è una bella differenza.
    E forse è qui il trucco – è un fenomeno sociale perché chi lo acquista lo fa per esibire esteriormente i segni di una tribù alla quale vuole appartenere.
    Leggerlo, sapere come va la storia, conoscere i personaggi, è un fattore in fondo secondario?
    “Hai letto Volo?”
    “Ho letto Volo.”
    La civiltà è salva.

    (esempio scemo da street anthropologist: è un fenomeno culturale quando tutti sanno chi sia Sherlock Holmes, diventa un fenomeno sociale quando la gente comincia a scrivere a Holmes chiedendogli consulenze, e ad aspettarsi che la polizia applichi i metodi di Holmes per risolvere i crimini, protestando se non lo fa)

    Riguardo all’essere snob – di solito chi ci accusa di tali peccati ne ha in prima persona una abbondante frequentazione.

    E non ho bisogno di esperimenti: posso citare lo starnazzo inorridito “Ma come, leggi ‘sta robaccia in inglese sul crimine nel 1500 e non hai letto Saviano?!”
    Esattamente – perché sono i miei interessi, e me li gestisco io.
    Ma si tratta, appunto, di un orrore sociale, non culturale.
    La povera anima inorridisce perché sembravi così a modo, ma ora dimostri di non far parte della sua tribù.

  • mai letto saviano. ma l’ho regalato moltissimo. facendo sempre ottime figure. (sono una bestia, lo so.) 😀

  • @Renzo: Mme X è… be’, non una sociologa, ma quasi – il che secondo me spiega molte cose. Non so, magari voleva solo usare la time-honoured scusa “m’interessa il fenomeno” perchè aveva voglia di leggere Volo, e poi s’è trovata impaniata nella discussione. 🙂
    La tua distinzione è sensata, ma il mio problema è che, pur non dando per scontato che tutto ciò che è circondato da hype sia robaccia, diffido intrinsecamente dello hype… Ma d’altra parte, come dice Mme X, sono snob.

  • @Davide: distinzione molto, molto, molto interessante. Meriterebbe un post tutto suo…;-)

  • @Astrosio: 😀 E quando, dopo averlo letto, i donatari ne vogliono discutere? O scegli gente che non parla di libri?

  • 😀
    Lo scrivi tu, lo scrivo io, o ciascuno scrive il suo e poi confrontiamo i risultati?

  • so improvvisare benissimo. giuro. un misto di pensiero laterale, cinismo e logica formale mi consente di saper dare ragione. per esempio, un trucco molto semplice è quello di trovare un gancio all’interno dell’ultima cosa detta dal tuo interlocutore, che per esempio ha appena detto: “saviano è un maestro nella denuncia sociale”. io ribatto: “il mio maestro delle elementari ci teneva molto a segnalare dei problemi che apparentemente non ci toccavano ma…” eccetera. ovviamente sì, sono cinico. ma cerco di tenere cautela e rispetto in ghiacciaia e farli scongelare quando serve. ecco. 😀

  • @Davide: non hai idea di quanto mi stai tentando… 🙂

    @Astrosio: la tecnica non mi è del tutto ignota. Tanto utile quanto divertente, all’occorrenza.

  • Guarda, io il mio lo preparo per lunedì prossimo.
    Parlerò di leggere libri e comperare libri, di fenomeni culturali e fenomeni sociali.
    Dandoti ovviamente il credito per aver avviato la discussione.
    Se anche a te viene poi in mente qualcosa… 😉