Ott 9, 2012 - elizabethana, scribblemania 4 Comments
PBN
Trecentocinquantatre parole.
Non precisamente un treno merci, ma come suol dirsi: piuttosto che niente…
Il problema è che, pur sapendo che alla fine di questa scena deve farsi vivo un fantasma (oh, the pun!), continuo a cambiare idea su chi di preciso debba essere…
Oh…
Oh…
Oh!
Potrei avere avuto una piccola illuminazione sur-le-camp. E se dapprincipio non fosse chiaro di chi si tratta? Se fosse solo una pallida forma in distanza eccetera eccetera?
Hm, l’idea mi solletica. Slow revelation, and all that…
PBNultima modifica: 2012-10-09T00:58:00+02:00da
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Naaaaa…..
Un fantasma irriconoscibile sconfina nel grottesco. Mi immagino la scena.
“Ooooooh! Sono un fantasma! Ooooooh”
“Zio Beppe? Ma sei tu? Di profilo mi ricordi vagamente la nonna Petronilla…”
Oh, ti prego, non dirmi così. Non dirmi così. Non dirmi così -ì, -ì, -ì, -ììììì
*voice fades away in concentric ripples of echo, echo, echo.*
Perché i fantasmi che vedi tu in genere sono nitidi e riconoscibilissimi? Bizzarri ectoplasmi, avete nel Milanese…
Prego: nella Brianza comasca. Non cominciamo a denigrare, per favore 🙂
Personalmente avrei difficoltà ad aver paura di un fantasma anonimo. Ben diverso avere davanti il fantasma di una persona conosciuta e riconoscibile.
Oppardon. Brianza comasca.
E invece no, credo che avrei paura di un fantasma conosciuto o sconosciuto che fosse. E se fosse vago e indistinguibile non lo troverei per questo più rassicurante. Anzi, semmai peggio…