Lug 17, 2013 - scribblemania    3 Comments

Seaside Writing Week – Bilanci E Decisioni

Rieccomi. Sono tornata.

Non sono abbronzata per nulla perché, a parte otto km di nordic walking al dì, la mia settimana di mare l’ho passata a scrivere sotto l’uno o l’altro portico dell’albergo…

E in effetti ho scritto.

– Ho finito la prima stesura di Acqua Salata & Inchiostro – cui a questo punto potrei anche cominciare a strologare un titolo definitivo.

– Ho buttato giù un paio di cose brevi in vista di altrettanti concorsi cui mi piacerebbe partecipare, Oltretinozza.

– Ho, in quello che posso solo qualificare come un momento di felice follia, messo insieme in un giorno e mezzo una cosa della cui destinazione non ho ancora bene idea. Potrebbe essere un quarto di un play in due o tre atti – oppure potrebbe essere metà di un atterello unico. Dipende. Vedremo. E per il momento è in Inglese.

– Ho fatto alcuni seri progressi con la terza stesura di Mercutio (titolo provvisorio), quell’altro play di cui forse avevamo parlato…

– Ho scritto quasi quattromila parole di fantasmi. In un giorno. Una scena quasi completa, un pezzo di un’altra e un diluvio di appunti dettagliati per una serie di scene a venire.

E sono giunta a una conclusione.

Non una conclusione che mi piaccia terribilmente, badate bene – ma nondimeno una conclusione.

E la conclusione si è che a volte viene il momento di smettere di ostinarsi.

Perché non c’è niente da fare: per quanto mi piaccia in concetto, questa storia non funziona.

Il funzionamento dell’Oltretomba scricchiola, la trama si è malinconicamente allascata al centro, dopo cinquantamila parole la voce narrante ha ancora la flessibilità di una traversina ferroviaria – e onestamente non vedo come potrebbe essere altrimenti, visto come le cinquantamila parole in questione sono state scritte a bocconi e spizzichi. Per di più, voglio e non voglio dare un punto di vista a un altro personaggio e comincio ad essere un po’ stanca del ristrettissimo schema di colori che mi sono data per la maggior parte della storia.

E se non bastasse, ho riletto un po’, sabato pomeriggio, e che devo dire? Le parti che mi piacciono di più sono quelle in cui K., il mio protagonista, è vivo. E non so, ma per una storia di fantasmi non mi sembra promettentissimo, vero?

A parte tutto il resto, non credo che sia un caso se, dopo la prima felice writing week in cui sono arrivata fino alla morte del protagonista, questo romanzo ha portato la mia capacità di procrastinare a nuove vette di raffinatezza.

E così ho deciso di metterli da parte, i miei fantasmi.

Indefinitamente.

E non è detto che questo significhi “per sempre”. Non è detto che prima o poi non la riprenda in mano, questa storia, perché l’ho detto: mi piace davvero tanto. Ha tutto per piacermi. Dovrebbe essere perfetta per me. Solo che ho l’impressione di girare in tondo senza arrivare da nessuna parte, e nel frattempo ci sono parecchie cose (per lo più teatro) che dovrei e/o vorrei scrivere, ma finiscono sempre rimandate perché prima devo finire i fantasmi – e questo, ne converrete, non è una buona cosa.

Per cui credo proprio che fino alla fine dell’anno mi dedicherò seriamente al teatro. Se nel frattempo mi verranno in mente idee, possibilità, folgorazioni o altri uzzoli ectoplasmatici, li annoterò nel file apposito, per lasciarli a fare talea.

E poi si vedrà.

E sono davvero tutt’altro che contenta di questo sviluppo, ma forse – forse – sono un pochino sollevata.

Seaside Writing Week – Bilanci E Decisioniultima modifica: 2013-07-17T08:11:00+02:00da laclarina
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3 Commenti

  • Premessa – magari chiacchieriamo poi a riguardo in privato.
    Detto ciò, non so con esattezza quale sia la tua esperienza da lettrice con le storie di fantasmi, ma personalmente, di storie di spettri da 100K parole mi viene in mente solo Ghost Story di Straub, che è un capolavoro ma anche su quella, Straub bara – in maniera geniale, ma bara.
    Non conosco la tua storia, non ho idea di come tu l’abbia impostata – ma forse hai semplicemente tentato di spalmare sulla lunghezza sbagliata un genere che predilige la brevità.
    Ma ripeto, sono idee sfuse – magari ne chiacchieriamo una volta o l’altra, se credi.

  • Oh sì, chiacchiereremo, se non ti secca.
    In realtà non è una storia di fantasmi classica à la M.R. James… Ma c’è qualcosa – qualcosa che mi elude plot-wise, e non riesco a metterci un dito sopra.
    Chiacchiereremo.

  • Non trascurare un fatto che pochi ricordano: un tempo le traversine ferroviarie erano fatte di legno, ed erano flessibili 🙂