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Nov 30, 2015 - Storia&storie    Commenti disabilitati su Fantasmi Mantovani, all’Appello!

Fantasmi Mantovani, all’Appello!

Italiano: Due fantasmi rappresentati nella lor...E quindi stasera c’è Agnese e Nulla Più… vi ricordate, vero?

“L’unico fantama ufficiale di Mantova,” dicevamo. Eppure…

Forse sarebbe il caso di dire l’unico fantasma Gonzaga – perché non è possibile immaginare una città che abbia un solo, singolo, solitario, unico fantasma. Ed è possibile che da queste parti abbiamo un’immaginazione pigra o una scarsa propensione alla paura – ma andiamo! Stiamo parlando di un posto dalla lunghissima e ricchissima storia:  possibile che in tutti questi secoli e secoli e secoli abbia prodotto solo una storia di fantasmi?

Ebbene, mi rifiuto di crederci.

Dite la verità: chi di noi non ha fatto esperienza di una di quelle serate tra amici in cui, per un motivo o per l’altro, la conversazione cade sulle storie di fantasmi – e c’è sempre qualcuno il cui cognato ha una zia acquisita che abitava in una casa antica, e ogni anno, in una certa data, a mezzanotte… eccetera?

È capitato a tutti. Così, off the top of my head, posso contare almeno sei persone, nel mio giro di amicizie, con una storia di fantasmi da raccontare.

Ed è vero che nessuno di loro abita in città – ma sono certa che lo stesso vale entro le (ormai metaforiche) mura di Mantova.

E allora, che ne direste se facessimo una specie di censimento dei fantasmi mantovani?

Se conoscete qualche storia del genere, per esperienza diretta, per averla sentita da amici, famigliari o conoscenti, vi va di raccontarla qui sotto nei commenti? Spettri, larve, fantasmi, spiriti, voci e cose così.  E in teoria sarei curiosa dei fantasmi di città – ma non limitiamoci. Solo, per favore, chi chiedo di specificare nel commento se la vostra è una storia cittadina o di provincia…

Sarà interessante, che ne dite?

E intanto, questa sera, vi aspetto al Teatrino D’Arco.

Nov 25, 2015 - Storia&storie, teatro    Commenti disabilitati su Agnese e Nulla Più

Agnese e Nulla Più

Ricordate i Lunedì del D’Arco?

Ricordate l’ultimo appuntamento? “Il Fantasma di Mantova – un protagonista della storia della città”…

Ebbene, il protagonista in realtà è una protagonista. L’unico fantasma ufficiale di Mantova: Agnese Visconti che, nelle gelide notti di febbraio, pare s’aggiri e si lamenti ancora su e giù per Piazza Pallone.

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Povera Agnese, decapitata come adultera, dopo un processo quanto meno dubbio… Se avesse davvero cercato consolazione con altri che il marito Francesco Gonzaga è difficile a dirsi, ma di sicuro sulla sua morte pesarono altre urgenze e altre paure che non l’adulterio. Ragion di stato, si potrebbe dire. Storia triste.

Storia eminentemente romanticizzabile, tra l’altro… E difatti un giorno, mentre passeggiava con un amico mantovano, il giovane Felice Cavallotti vide una lapide che diceva “Agnese”. Solo così: “Agnese”.

L’amico gli raccontò della storia malinconica, della cronaca nigerrima e prezzolata del Possevino, delle carte del processo e del geniere austriaco che, secoli dopo, aveva posto la lapide… Diciamo la verità: a sentire “colonnello del Genio austriaco”, non è che ci s’immagini proprio un’animo sognante. E invece questo qui si era infiammato, e s’infiammò anche Cavallotti. Che perfetto argomento di tragedia!

E così tragedia fu. In versi. In sei atti. Colma di tradimenti, ingiustizie, giuramenti, affetti purissimi, e malvagi malvagissimi, con un eroe senza macchia e senza paura e un’angelo d’eroina: la dolce, bionda, bellissima, fiera, fragile, castissima e tenera Agnese…

Sennonché noi sappiamo che Agnese era tutt’altro tipo. Tosta e bruttina, vendicativa e intrigante, malaticcia, sconsiderata, battagliera ai limiti della sgradevolezza… Che avrebbe mai pensato della figurina di zucchero in cui Cavallotti l’aveva riscritta?

Niente di buono, scommetto. E allora immaginatevi il fantasma e l’autore a colloquio. Scintille, non c’è dubbio. Perché più ostinato di una principessa medievale offesa, può esserci soltanto un poeta con un’idea…

Che cosa rende tragica una storia? Che cosa serve sulle tavole di un palcoscenico? Che cosa è più forte, alla fin fine – la dura verità o l’immaginazione? Per scoprirlo non dovete fare altro che venire al Teatrino D’Arco, lunedì 30 novembre, a incontrare l’unico fantasma ufficiale di Mantova, nella lettura drammatica curata da Mario Zolin e interpretata dagli attori dell’Accademia Teatrale Campogalliani.

Vi aspetto.