Guardate che cosa ho trovato – ed esultate con me!
Sì – d’accordo, l’ho trovato su YouTube, e quindi si potrebbe dire che non è stata precisamente una cerca medievale – ma insomma, prima non l’avevo mai trovato e adesso sì, e dunque ripeto: rejoice with me!
E che cosìè l’oggetto di tutto questo gioire? Un pezzettino dei Quattro Moschettieri radiofonici di Nizza&Morbelli, dicui vi ho già contato le meraviglie più di una volta. Però fino a ieri il mio entusiasmo si basava interamente sui libri e sulle memorie radiofoniche di anziani parenti. Adesso, at long last, eccone uno scampolo:
Oh, i barcaioli del Volga che tirano malinconicamente la barca avanti e indietro senz’altro scopo che il colore locale! Oh, il teatro di pensiero…! Impagabile. Che devo dire? Adoro Nizza&Morbelli.
Questo post combina varie mie debolezze: una reverente adorazione nei confronti di Nizza&Morbelli, un certo interesse per il duello in letteratura, un’incoercibile simpatia per il Quartetto Cetra – e il resto lo capirete constatando da quale film sono tratte le prime immagini del video*…
E qui c’è il testo degli impagabili N&M:
Questa, miei signori, è una storia di tempi ormai remoti. Tempi in cui il duello risolveva al primo o all’ultimo sangue le intricate vicende d’amore di dame, damigelle e cavalieri.
Giustappunto!
Grazie!
Il Visconte di Castelfombrone cui Buglione fu antenat ha sfidato il Conte di Lomanto ed il guanto gli ha gettat.
L’altra sera al bal dell’ambasciata con l’amata lo trovò uno sguardo e due perfetti inchini e i padrini gli mandò!
Fu dello scandalo ogni salotto di ciarle ghiotto subito edotto. La donna oggetto di quella tenzone una canzone dal D’annunzio meritò – Zum!
Nell’ottobre dell’87 alle 7 del mattin due carrozze si fermaron presso a un cipresso di un giardin. Ecco tosto scendere un Visconte, poscia il Conte di Lomant. Sulle labbra hanno il sorriso errante “E anche sprezzante?” “Minga tant!”
Ecco i padrini venir dal sentiero… Cilindro nero viso severo. contati i passi i due crudi avversari ad armi pari si batteron là per là -Zum!
In guardia, Visconte! Difendetevi! Non temo, caro Barone, la vostra lama! Ho già vinto ben 113 duelli e con questo vincerò il 114°. In guardia… là… là… op! Ahhhhh… Sono stato colpito qui tra la quinta e la sesta costola. Ferita penetrante in cavità con prognosi riservata. Muoio… Presto! Un dottore! Aiuto! Un veterinario!
Questo comparve su per le gazzette, poi si sapette quel che accadette: due graffi lievi ed una scalfittura, tanta paura ed un pranzo al ristorant!
E la postilla – oh, badate all’adorabile postilla…!
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* Caramelle – anzi: data la stagione, candy canes virtuali a chi riconosce il film e individua il motivo.
Oh che cos’ho trovato! L’Uccellino della Radio, canzone del 1940 di Nizza, Morbelli e Filippini – cantata da Silvana Fioresi. Ah, i tempi eroici della radio… non è deliziosa? Una volta o l’altra scriverò qualcosa in materia.
La stazione radio stamattina vive in una grande agitazion per un grave fatto s’indovina sono tutti in apprension
Ingegneri, tecnici ed attori stanno muti a udir l’annunciator che fa appello ai radioscoltatori con la voce scossa dal tremor
Della radio l’usignol stamattina ha preso il vol al suo libero cielo ha voluto ritornar
Nella gabbia a fili d’or rimaneva a malincuor tutti i passeri udendo di fuori cinguettar
Una passeretta lo chiamò gli disse “ci-ci-ci” all’amore non puoi dir di no e l’uccellin fuggì
Non lo state ad aspettar non vorrà più ritornar nel suo volo d’amore d’azzurro verso il sol l’uccellino della radio ha preso il vol
Forse in una scuola l’uccellino sopra un davanzale si posò chino sopra un compito un bambino al suo canto si voltò
Cinguettò in un modo che i piccini subito guardarono di fuor oh poter cacciare i maggiolini correre nei prati tutti in fior
Della radio l’usignol stamattina ha preso il vol al suo libero cielo ha voluto ritornar
Nella gabbia a fili d’or rimaneva a malincuor tutti i passeri udendo di fuori cinguettar
Una passeretta lo chiamò gli disse “ci-ci-ci” all’amore non puoi dir di no e l’uccellin fuggì
Non lo state ad aspettar non vorrà più ritornar nel suo volo d’amore d’azzurro verso il sol l’uccellino della radio ha preso il vol.
Ieri ho citato “I Quattro Moschettieri” di Nizza e Morbelli, e ho ricevuto (non via commento… mai via commento! Ma perché? Perché? Perché?) richieste di delucidazione.
Dunque, Nizza e Morbelli erano due splendidi autori radiofonici d’antan.
Nel 1934, la loro prima irresistibile parodia dumasiana, “I Quattro Moschettieri”, appunto, fu trasmessa dall’allora EIAR, abbinata al concorso delle figurine Perugina-Buitoni (quelle del Feroce Saladino, per capirci). Fu un successo travolgente. Tutta l’Italia faceva ressa intorno alle radio per ascoltare le avventure dei Moschettieri (il gagà Aramis era particolarmente popolare) e del loro servitore Arlecchino, tra battute fulminanti, completo nonsense, divagazioni artistico-letterarie e parodie di canzoni alla moda…
Nel 1935, la Perugina pubblicò i testi in volume, con le illustrazioni di Angelo Bioletto, e nel ’37 uscì l’altrettanto delizioso seguito, “Due Anni Dopo”.
Ho la fortuna di possedere entrambi i volumi in edizione originale, ma sono diventati rari. Ho scoperto che qui e qui è possibile acquistarne una riproduzione anastatica digitale, che tuttavia costa come o più di una copia originale in buono stato su eBay, e non avrà mai il fascino della vecchia carta. (Vero è che le coste non rischieranno mai di sbriciolarsi, ma… sarebbe un discorso lungo).
Infine, su questa pagina del sito di RadioRai, alla fine del paragrafo dedicato agli “Anni ’30”, è possibile ascoltare un brano della trasmissione originale – da non perdere.
Questi libri sono una lettura incantevole e spassosissima, un pezzo di storia minore italiana, una finestra su un mondo che non c’è più, la testimonianza di un modo di fare intrattenimento che era popolare e raffinato al tempo stesso, una chicca per chi ama Dumas… si era capito che li adoro?