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Giu 15, 2018 - Arte Varia, musica, teatro    Commenti disabilitati su Fanciulli All’Opera

Fanciulli All’Opera

VentiLucentiOggi opera – di nuovo. Questa settimana va così…

Ma opera in tutt’altra maniera, perché oggi parliamo di un progetto curato anni orsono da un’associazione culturale chiamata Venti Lucenti e dal Maggio Musicale Fiorentino. Con questo bellissimo nome, Venti Lucenti si occupa di divulgazione letteraria, scientifica e teatrale, e il suo fiore all’occhiello sembra essere stato, tra il 2006 e il 2014, il progetto All’Opera: il coinvolgimento di varie centinaia di bambini delle scuole elementari e medie in un’opera del cartellone del Maggio.

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Foto_Michele Monasta

Produzioni speciali, in cui gli implumi fungevano da coro e figuranti, cantavano e recitavano – e, pur con la presenza di narratori e burattini, la cosa doveva essere organizzata senza particolare condiscendenza, a giudicare dai titoli: ”L’Oro del Reno” (2007),”Carmen” (2008), “Il Crepuscolo degli Dei”(2009), “Il Ratto dal Serraglio”(2010), “Aida”(2011), “Il Cavaliere della Rosa” (2012) , “Don Carlo” (2013), “Tristano e Isotta” (2014).

L’idea dichiarata di VL è che per imparare ad amare la lirica bisogna farla… il che, va ammesso, non capita tutti i giorni. Quindi doveva essere un’esperienza favolosa, per tutti quei fanciulli fiorentini, sperimentare il funzionamento e l’eccitazione di un vero teatro d’opera. Sarebbe bello sapere quanti di loro si sono poi davvero appassionati all’opera lirica – e forse, considerando le date, è presto per dirlo – ma ad ogni modo, e persino a non voler pensare a lungo termine, che bellissima avventura da vivere a otto, dieci, dodici anni!

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Foto_Ilaria Costanzo

Nel 2013 il progetto si è concentrato sul Don Carlo – ribattezzandolo per l’occasione “La Fiaba di Don Carlo”… yes well, lievemente bizzarro, se vogliamo, perché questa cupa vicendona di potere, inquisizione, adulterio sfiorato ed effettivo, intrighi, autodafè, gelosia e sangue in abbondanza, fiabeschissima non è. E mi diverte abbastanza la descrizione, sul sito, del “dramma del principe Carlos e della principessa Elisabetta di Valois, il cui amore è contrastato dalla gelosia del re Filippo”… Come se Filippo fosse un rompiscatole malvagio e irragionevole – anziché, you know, il marito di Elisabetta!

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Foto_Ilaria Costanzo

But never mind: a otto, dieci, dodici anni di queste sottigliezze non ci si preoccupa – ed evidentemente nemmeno della cupaggine generale, a giudicare dalle fotografie delle prove e dal filmato del progetto.

Hanno l’aria presissima e coinvolta: catturati dalle meraviglie dell’opera in particolare e del palcoscenico in generale… Sembra un gran peccato che, dopo il Quattordici, pur continuando a curare progetti didattici di natura teatrale, Venti Lucenti abbia abbandonato questa strada.

Oh well, intanto a Firenze cresce una generazione che ha visto l’opera da dentro grazie a un progetto intelligente. È davvero già molto.

Mag 4, 2013 - teatro, Vita al Villaggio    Commenti disabilitati su Il Tognin In Scena

Il Tognin In Scena

fondazione antonio nuvolari, antonio nuvolari, laboratorio didattico, laboratorio di scrittura, laboratorio teatrale

Fra venti minuti parto per andare a recuperare gli Heaney – o forse anche mezz’oretta, perché è prestino ma non vedo l’ora. Francamente, arrivo sempre agli incontri con Heaney nervosissima, e poi il nervosismo di dissolve come neve al sole appena mi ritrovo in sua compagnia. Lui e la moglie sono persone così meravigliose… Ma mi diffonderò lunedì o giù di lì, quando avrò il tempo di farlo per bene.

Ma nel frattempo c’è anche il Tognin Nuvolari, e ci siamo quasi.

Domani. Prova generale indicibilmente disastrosa, sonoro deficitario, danze della (non) pioggia, costumi ancora… mah, implumi indetermonati e vagonelli, defezione del penultimo minuto, sostituto nervosissimo, speriamo di non trovare traffico di ritorno da Bologna, Spirito del Bardo tienimi la man sul capo…

Domenica pomeriggio, alle 18 e 30.

Vi farò sapere.

Wish me luck.

E adesso, un’altra tazza di te e poi a Virgilio, con Seamus Heaney e duecento e rotti studenti. E davvero: non sono nervosa nemmeno un dodicesimo di quanto lo fossi ieri a quest’ora. 

Mag 26, 2012 - Somnium Hannibalis, teatro    4 Comments

E… Sipario

Posterellino fulmineo – e no, non sto riprendendo a postare tutti i giorni, ma ero in debito di un finale: qualora ve lo chiedeste, giovedì mattina abbiamo avuto il placet del perito più o meno all’ultimo momento utile, e stavamo forsennatamente puntando luci in un incrocio tra una prova tecnica e un bignamino quando Le Scuole sono piombate su di noi, colme di avido zelo teatrale.

Avido zelo e cicaleccio, bisogna dire, e confesso che ci siamo guardati in faccia e ci siamo chiesti: saranno capaci alcune centinaia di ragazzini di starsene in ragionevole silenzio per l’ora che occorre ad arrivare in fondo a un atto unico?

Ma siccome era un pochino tardi per porsi dei dubbi sull’idoneità didattica del progetto, we soldiered on. E, a dispetto di tutte le più radicate superstizioni teatrali, a dispetto del mese di travasi di bile e sconforto generale, a dispetto del terremoto e di tutto quanto, è andato tutto straordinariamente bene.

Fluido, vivido, efficace.

Sì, abbiamo avuto un paio di minor hitches, come quando le cantine dei senatori romani sono diventate panchine, o l’istante in cui la luce si è accesa sulla scala praticabile illuminando a perenne gloria futura la collisione tra il Piccolo Annibale e un membro del coro…

Ma son dettagli.

È andato tutto così bene che era quasi un peccato avere in platea solo Le Scuole… per carità, sono molto felice che abbiamo mostrato a Le Scuole del buon teatro, ma sarei stata contenta anche di un pubblico adulto a vedere quello che forse è stato il migliore Somnium di questi due anni. Perché ridendo e scherzando domani faranno due anni dal debutto, ed è stato bello tornare a ripeterlo nello stesso teatro in cui avevamo iniziato – ma con tanta esperienza e sicurezza in più, la musica giusta e un disegno luci che era bello a vedersi & funzionava senza intoppi.

Adesso, si capisce, tutta la gente che per un mese ho tormentato con i miei sinistri presagi (“Stavolta sarà un disastro. Davvero. Un disastro orribile. E so che lo dico tutte le volte, ma stavolta è proprio vero…”) mi dice che non sarà più capace di prendere sul serio le mie geremiadi teatrali. Pierino e il Lupo, immagino – ma non è colpa mia: stavolta sembravamo veramente avviati rotolon rotoloni alla catastrofe. Chiedete agli attori. Chiedete alla regista.

Solo che poi, alla fine, tutto si sistema. Come mai? Non si sa. È un miracolo, è lo Spirito del Bardo, sono gli arcobaleni gemelli – è la natura del teatro. E non sapete quante volte, in questi ultimi giorni, mi sono ripromessa di tornarmene ai miei romanzi, miles and miles away da teatri, compagnie, registi, attori, consolles luci e pubblico in sala…

Però non dicevo sul serio.