Tagged with " solstizio d’estate"
Giu 20, 2016 - tradizioni    Commenti disabilitati su Solstizio D’Estate

Solstizio D’Estate

Midsummer_s_Night_Dream_7834442.jpgE rieccoci d’estate! Oggi è il solstizio: non è una parola bella di per sè? Sol stat, che è esattamente quello che dice l’etichetta, ma attraverso i millenni l’espressione si è caricata di suggestioni di ogni genere.

Non c’è quasi popolazione al mondo che non celebri l’inizio della bella stagione, la luce, la fertilità, la salute, l’abbondanza. Tende ad essere una festa di fuochi, di danze e di riti antichi: si salta sopra i fuochi, ci si danza attorno, si celebrano finti matrimoni, si innalzano alberi decorati, si raccolgono erbe magiche, si esprimono desideri, si cerca di vedere fate, folletti e fuochi fatui, si esplodono fuochi d’artificio, si mettono in fuga gli spiriti malvagi, si traggono auspici… Tutte cose vecchie come le colline, tutte espressioni, a voler vedere, dell’eterno terrore del buio e dell’ignoro che accompagna e condiziona tanta parte di tutto ciò che l’uomo fa.

E siccome, se è vero che si è giunti al massimo delle ore di luce, è anche vero che dall’indomani, superato il culmine, i giorni cominciano ad accorciarsi, in alcuni paesi nordici il solstizio d’estate è considerato l’inizio dell’inverno: meglio godere della luce e celebrarla fin che ce n’è!Ivankupala.jpg

Il Cristianesimo, al suo arrivo, fece del suo meglio per assorbire la festività pagana, sovrapponendovi ricorrenze religiose: S.Giovanni il 24 e i SS. Pietro e Paolo il 28. Come al solito fu un successo misto: nel ‘400, in Inghilterra, le celebrazioni di Midsummer si erano spostate dal solstizio propriamente detto alle date cristiane, ma avevano conservato abbastanza tratti pagani perché i predicatori del tempo tuonassero ancora – dai pulpiti e per iscritto – contro pratiche diaboliche come le danze attorno al fuoco e i canti “diabolici”. Per fortuna il fuoco era abbastanza in linea con la simbologia cristiana da facilitare il passaggio di riti, e tuttora in tutto il mondo si conservano tradizioni di processioni notturne, veglie e fuochi d’artificio. Ma la componente magica, come al solito, non è sparita del tutto. Dalle mie parti, la mattina di S.Giovanni ci si alza presto e ci si lavano gli occhi con la rugiada – si suppone che la pratica protegga la vista, e a quanto pare la condividiamo con i Lituani. E la sera della vigilia di S.Pietro si lascia in giardino una bottiglia d’acqua aperta in cui si è fatto scivolare l’albume di un uovo. L’indomani mattina si dovrebbe trovare l’albume disposto in una forma che ricorda un veliero: quanti più sono gli alberi, tanto più prospero sarà l’anno a venire.

Anche in altre parti d’Europa ci sono pratiche connesse con l’acqua: in Polonia si gettano ghirlande nei fiumi e nei laghi, in Spagna si bagnano le erbe medicinali in sette acque diverse, in Russia si fa il bagno in costume adamitico (presumibilmente nei laghi o nei fiumi, altrimenti non vedrei l’eccezionalità della cosa…).

Midsummer-Nights-Dream-Print-C10100755.jpgMusica e letteratura non sono passate indenni attraverso tutto ciò, naturalmente: a quanto pare Una Notte Sul Monte Calvo fu ispirata a Mussorgskij dalle celebrazioni della notte di S.Giovanni, e come non citare Le Notti Bianche di Dostoevskij, che non ha a che fare con le celebrazioni del solstizio, ma con le lunghe notti subartiche della fine di giugno e, soprattutto, il Sogno di Una Notte di Mezza Estate di Shakespeare, con la sua abbondanza di fate e incantesimi d’amore? A questo proposito si potrebbe aggiungere, quasi come una curiosità metaletteraria, il prologo di Puck of Pook’s Hill, deliziosa raccolta Kiplinghiana, in cui Dan e Una chiamano involontariamente il folletto Puck ripetendo tre volte una versione abbreviata della Commedia al tramonto di Mezz’Estate. Ho sempre trovato irresistibile la parte in cui Puck ammette, quasi con riluttanza, che i versi di Shakespeare sono diventati – per pura bellezza – un incantesimo tanto potente da vincolare le fate.

In principio sono sempre la paura e il bisogno, poi in risposta vengono la divinità, il fuoco, l’acqua, la bellezza, la conoscenza e l’arte. Non finirò mai d’incantarmi alle meraviglie che l’umanità compie nel processo di dominare la necessità.

Giu 21, 2015 - musica, tradizioni    Commenti disabilitati su Summertime ’15 ♫

Summertime ’15 ♫

Summertime

Ed eccoci qui, come usa su SEdS: siamo di solstizio, giusto? E allora, Summertime.

Quest’anno Norah Jones:

E felice estate a tutti voi, o Lettori.

Giu 20, 2011 - Poesia, Utter Serendipity    Commenti disabilitati su Lucciole, Poeti e Qualche Rana – ovvero Qualcosa Per Il Solstizio

Lucciole, Poeti e Qualche Rana – ovvero Qualcosa Per Il Solstizio

lucciole, eclissi, solstizio d'estate, ippolito nievo, attilio bertolucci, gerolamo fontanella, kobayashi issa, robert frost, corrado govoniQualche sera fa, mentre tornavamo da una riunione del comitato promotore per le manifestazioni del 150° (non avete idea!) con S. ci siamo fermati in aperta campagna per vedere quel che si poteva dell’eclissi. La luna stava ricomparendo – una fetta sempre più larga, in quella maniera che hanno le eclissi – ma temo di non avere badato alle sue mattane quanto avrei dovuto, perché a un certo punto Enter a Firefly. E poi un’altra… lucciole! Erano secoli che non vedevo le lucciole, almeno non più di una per volta, ed erano sempre state lucciole di terra, rese anemiche dalle luci del giardino. Ma lucciole vere che volavano sui campi di notte… ah! E proprio allora, come se la notte avesse avuto la precisa intenzione di farmi felice, nel fosso vicino una rana piuttosto baritonale ha cominciato a gracidare. Anche le rane non si sentono più, non certo in paese, per cui sono andata in estasi quando qualcuno di batracesco ha gracidato un paio di volte e poi si è tuffato. Ho sentito distintamente il “pluf” nell’acqua*. E poi c’erano i grilli, e un enorme pioppo cipressino, e persino quel tanto di brezza che serviva per far stormire le fronde del pioppo senza coprire grilli e rane… Se non fosse stato per le zanzare sarebbe stato assolutamente perfetto, ma anche così era di una perfezione rara – e mi sono ripromessa di postarci su.

Lo faccio oggi, perché la vigilia del solstizio d’estate mi sembra in qualche maniera appropriata a un po’ di sdilinquimento sull’atmosfera delle notti estive. Sdilinquimento in versi.

A partire da Alla Lucciola (con brusco risveglio) del barocco Girolamo Fontanella: lucciole, eclissi, solstizio d'estate, ippolito nievo, attilio bertolucci, gerolamo fontanella, kobayashi issa, robert frost, corrado govoni

Mira incauto fanciul lucciola errante

Di notte balenar tremola e bella,

Che di qua, che di là, lieve e rotante,

Somiglia in mezzo al bosco aurea fiammella.

Va tra le cupe ed intricate piante,

Stende la man pargoletta** e bella,

E credendo involar rubino o stella

Va de la preda sua ricco e festante.

Ma poi che ‘l nostro orror l’alba disgombra,

Quel che pria gli parea gemma fatale,

Di viltà, di stupor gli occhi l’ingombra.

Così bella parea cosa mortale!

Ma vista poi che si dilegua l’ombra,

altro al fine non è ch’un verme frale.

Poi Le Lucciole, di Ippolito Nievo – che riesce sempre a infilarci un che di patriottico:

Lucciolette che ronzate

Pei crepuscoli ideali,

Care stelle forviate

Da vostr’orbite immortali,

Forse ancor del ciel natio

Affaticavi il desio?

Io vi sciolgo l’ali al volo,

Lucciolette cattivelle;

Ite pur lambendo il suolo

Colle timide fiammelle,

Giacché i cieli a voi contese

Legge improvvida e scortese.

Ai romiti casolarilucciole, eclissi, solstizio d'estate, ippolito nievo, attilio bertolucci, gerolamo fontanella, kobayashi issa, robert frost, corrado govoni

Nel silenzio dei villaggi

Pei giardini solitari

Seminate i vostri raggi,

Fra le tenebre dei chiostri

Seminate i raggi vostri.

Pei tumulti delle feste

Melanconiche volate,

Sol palesi all modeste

Ciglia e all’alme addolorate,

Onde vengan esse poi

Meditando dietro a voi.

A chi stanco si risente

Della stolida allegria

Rischiarate santamente

L’annebbiata fantasia,

Perché al cor gli venga e al viso

D’altro oprar più maschio riso.

Lucciolette, anco un momento,

Ed il pugno che vi accoglie

Vi darà libere al vento.

Vinto han già le vostre doglie

Il ritroso animo mio.

Lucciolette addio, addio!…

Poi Il Giardino del futurista Corrado Govoni

Presto tutto il giardino formicolerà di lucciole

piccoli lampi di magnesio per fare la fotografia

ai volti ipnotici e medianici dei fiori.

E’ notte: fa fresco: cadono le prime gocce di stelle:

si rientra.

E Attilio Bertolucci: lucciole, eclissi, solstizio d'estate, ippolito nievo, attilio bertolucci, gerolamo fontanella, kobayashi issa, robert frost, corrado govoni

 

Come lucciola allor ch’estate volge

All’ardor di luglio, stanca posa

Sull’erba che la vide errare quando

Più temperate sere il cielo invia,

Dov’è caduta luce tramortita

E fioca, e così sola nella notte,

Così l’anima giace poi che il curvo

Giro degli anni a suo fine declina.

Una stellata notte allor consoli

Nostra tremante quiete, quale questa

Che s’apre dolce e silente

Su te, lucciola morente.

Dopodiché abbandoniamo l’ordine cronologico e l’Italia, e passiamo all’estero in ordine sparso con un haiku di Kobayashi Issa***:

 

Inciampa

guardando le lucciole:

eccone una!

E finiamo con Fireflies In The Garden, di Robert Frost

Here come real stars to fill the upper skies,
And here on earth come emulating flies,
That though they never equal stars in size,
(And they were never really stars at heart)
Achieve at times a very star-like start.
Only, of course, they can’t sustain the part.

Ecco qui. Complessivamente non è che i poeti associno immagini gioiosissime alle lucciole, vero? C’è quasi sempre qualcosa di smarrito, d’ingannevole e caduco associato a queste fiammelline vaganti e vive… Che posso farci? Per una volta dovrò essere in disaccordo con la maggior parte dei poeti, e quindi credete: è un auspicio felice che faccio nell’augurare a tutti voi e a me stessa un’estate piena di lucciole.

_____________________________________________________

* E sì: “pluf”. Il tuffo di una piccola rana nell’acqua di un fosso non è assolutamente un “plop”. E’ un “pluf”.

** Sì, visto? Non ho proprio idea…

*** Traduzione di NeveSottile