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Set 17, 2018 - grillopensante, musica    Commenti disabilitati su Influenze Artistiche

Influenze Artistiche

PantheonSiete liberi di trarne le conclusioni che preferite, ma è un fatto che tutti (o quasi) gli scrittori che mi hanno influenzata maggiormente sono defunti da molti anni. Morale, le mie possibilità di un contatto diretto con i miei numi tutelari sono un tantino limitate.

E, tanto per aggiungere al fatto funebre un lieve paradosso, uno dei numi vivi non è affatto uno scrittore, ma un cantante d’opera – per la precisione un baritono.

DCChateletMi sono imbattuta in Thomas Hampson per conseguenza non voluta* di un prestito del mio MO, sigla che qui non sta per Medio Oriente, ma per Mentore Operistico. Una quindicina di anni fa, per levarmi ogni illusione a proposito di un Don Carlos visto a Rovigo, il MO mi prestò il video della meravigliosa produzione del Theatre du Chatelet di Parigi. Ora, per favore, apprezzate il fatto che mi faccia violenza per non lanciarmi in una tirade sulle molteplici perfezioni del Don Carlos in questione, e torni invece in carreggiata limitandomi alla notizia che il Marchese di Posa era appunto Thomas Hampson – folgorazione!

Non lo avevo mai sentito nominare prima, e poca meraviglia, perché in Italia è praticamente sconosciuto. Perché, vedete, Thomas Hampson non ha una voce verdiana, affermazione con cui non capisco mai se si voglia significare che Verdi ha scritto un solo e ristretto tipo di ruolo per baritono… ma, una volta di più, non tagliam pei prati. Nonostante non abbia una voce verdiana, TH canta anche un certo numero di ruoli verdiani (particolarmente Macbeth e la versione francese di Posa) e lo fa come fa tutto il resto: con una meravigliosa combinazione di raffinatezza, intelligenza interpretativa e intensità.

TomHEd ecco dove io casco come una pera – sull’artistry, sulla complessità dei personaggi, sulla gamma di sfumature, di colori e di registri, sull’elasticità nell’affrontare (e ampliare sempre) un repertorio eclettico, sulla dedizione alla musica e all’insegnamento – tutti tratti che, nella mia ingenuità musicale, apprezzo molto più di una voce possente.

Quindi, sì, sono artisticamente influenzata da un baritono: dal modo in cui scava e cesella i suoi personaggi (non sempre sono d’accordo sull’interpretazione, e c’è sempre la regia di cui tener conto, ma il lavoro è sempre di prim’ordine), da come interpreta ogni lied “al modo di una storia compiuta”, dallo studio continuo, dall’apertura e curiosità intellettuale, dalla tensione verso l’eccellenza.

Alla fine, e mi rendo conto che per me è spesso così: molto si riduce a una questione d’intensità. Ogni volta che lo sento cantare, me ne vengo via stimolata e pungolata, spesso con qualche idea nuova, sempre con il desiderio di ottenere con la mia scrittura almeno un po’ dell’efficacia raffinata che TH infonde nella sua musica.

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* Con questo intendo dire che il MO non intendeva affatto che io m’innamorassi artisticamente di Hampson, che a lui non piaceva granché – anche se qualche volta,  debitamente messo alle strette, ammetteva che certi suoi personaggi come Posa (in Francese), Mandryka, Athanael e Werther (versione Baritono) sono notevoli creazioni. Ah, e gli riconosceva tutti i meriti possibili come liederista.

Set 20, 2015 - musica, posti    Commenti disabilitati su L’ultima volta che ho visto Parigi… ♫

L’ultima volta che ho visto Parigi… ♫

ParisbwE dopo Londra, Parigi.

E il primo giorno a Parigi bisogna procurarsi un po’ di pioggia, giusto?

Ciò è ancora per via di F., che – dopo Londra, tengo a far notare – aveva in mente Parigi. E allora Parigi sia, con questa faccenda di gente che ci torna e non trova più la Parigi che ricorda – mais n’importe: quella Parigi è indelebile nei cuori di coloro che la amano…

E sì, tutto ciò è tra il malinconico e il sentimentale. E sinceramente il film da cui viene è molto peggio. Van Johnson, Elizabeth Taylor, polmonite… ricordate? Confesso che il film non lo posso soffrire – però la canzone è deliziosa, e poi la versione che vi propongo è cantata nientemeno che da un Thomas Hampson in gran spolvero:

Ed è da ascoltarsi guardando le immagini di questa bellissima bacheca Pinterest – che prende il titolo da un altro e ben più incantevole film ambientato a Parigi.

E buona domenica parigina.

Giu 14, 2015 - musica, Poesia    Commenti disabilitati su Rancor Non Porto ♫

Rancor Non Porto ♫

Heine_Werke_290pxOggi un lied. Un lied tedesco.

Heine, Schumann… Honestly, molto più romantico di così non si può, vi pare?

Ich Grolle Nicht è una cosa piccina-piccina e intensa, che si canta da tenore, da basso, da soprano, da baritono e whatnot. Non vi stupirete terribilmente, immagino, se vi dico che ho un debole per la versione baritonale – e, fra le versioni baritonali, un debole al quadrato per quella tempestosa di Thomas Hampson:

Il testo di Heinrich Heine è questo:

Ich grolle nicht, und wenn das Herz auch bricht,
Ewig verlor’nes Lieb ! Ich grolle nicht.
Wie du auch strahlst in Diamantenpracht,
Es fällt kein Strahl in deines Herzens Nacht.
Das weiß ich längst.

Ich grolle nicht, und wenn das Herz auch bricht,
Ich sah dich ja im Traum,
Und sah die Nacht in deines Herzens Raum,
Und sah die Schlang’, die dir am Herzen frißt,
Ich sah, mein Lieb, wie sehr du elend bist.

E il mio Tedesco è abbastanza vago, ma mettiamola così: il giovanotto narrante, lasciato dalla sua bella, tenta di essere stoico in proposito, ma non è come se gli riuscisse troppo bene. E il suo cuore sarà spezzato, ma quello di lei, è buio come la notte e popolato di serpenti… No, no: proprio nessunissimo rancore, vero?

E buona domenica.

Dic 7, 2011 - musica    Commenti disabilitati su E Torna Il Sette Di Dicembre

E Torna Il Sette Di Dicembre

Siccome l’apertura della Scala non passa mai invano per SEdS, lasciate che vi posti qui l’adorabile Quartetto Cetra in proposito:

La canzone (sì, gennaio e non dicembre – che possiamo farci? Nessuno è pefetto…) viene da un musical chiamato Gran Baraonda, di Garinei, Giovannini e Kramer – che, detto en passant, era mantovano.

In un vecchio palco della Scala
nel gennaio del Novantatre’
spettacolo di gala
signore in decollete’
discese da un romantico coupe’

Quanta e quanta gente nella sala
c’e’ tutta Milano in gran soire’
per ascoltar Tamagno
la Bellincioni Stagno
in un vecchio palco della Scala

Che splendida stagion
che ricco cartellon
che elenco di tenori e di soprani
Manon di Massenet
la Carmen di Bizet
Fra Diavolo, l’Ernani
i Puritani, I Vespri Siciliani
Poi dal vecchio palco della Scala
c’e’ l’appuntamento nel buffet
un sorso di marsala
due tre marrons-glace’
e all’uscita la fioraia della Scala
offre un mazzolino di panse’

Celeste Aida..
Bella figlia dellamor
Amami Alfredo.
Un bel dì vedremo

E passan le stagion
e cambia il cartellon
e guarda quanta musica alla Scala
Fedora, Lorelai
Mascagni Zandonai
E valzer, ecco i valzer
anche i valzer

Ma poi la dallAmerica
arrivò il richiamo dell
Americano a Paris
che Toscanini ci portò
Lui stette solo un giorno
e subito in America tornò.

Ma fra le novita’
ancora vola e va
la musica dei tempi piu’ lontani
Manon di Massenet
la Carmen di Bizet
Fra Diavolo, l’Ernani
i Puritani, I Vespri Siciliani
Lentamente poi il sipario cala
scendono le luci nel foyer
e’ vuota gia’ la sala
e non rimane che
questo vecchio palco della vecchia Scala
del gennaio del Novantrè

E buia ormai la sala
la folla più non cè
resta solo il vecchio palco della Scala
del gennaio del Novantatrè.

E siccome stasera è sera di Don Giovanni, ecco Thomas Hampson e Barbara Bonney che cantano Là Ci Darem La Mano – teatro sbagliato, musica giusta.

E Poi La Musica: Heart Of A Soldier

Oggi, come dieci anni fa, ero al lavoro quando mi telefonarono per dirmi di accendere la televisione.

C’erano le Torri Gemelle in fiamme, c’erano le colonne di fumo sul Pentagono, c’erano le sirene, le grida, l’aria piena di polvere – e la terribile incertezza: che cosa stava succedendo?

Era il mondo che cambiava.

Poi è venuta una guerra, sono venute le commemorazioni, sono venuti i film e i libri, sono venute le teorie cospirazioniste – e il mondo non è più quello di dieci anni fa.

Confesso di non avere molta pazienza con i cospirazionisti – non foss’altro che per logica occamiana. Ne ho ancora meno con chi, come Stockausen o Franco Piperno, è capace di definire l’attacco alle Torri come “un atto di sublime bellezza” compiuto da “audaci intellettuali”.

Preferisco chiamare intellettuali gente come la librettista Donna di Novelli, il compositore Christopher Theofanidis, la regista Francesca Zambello e il baritono Thomas Hampson, i creatori dell’opera Heart Of A Soldier, nata in occasione del decennale. HoaS debuttava ieri sera alla San Francisco Opera. Ancora non so di quanta “sublime bellezza” si possa parlare a proposito dell’opera in sé, ma ricordare mettendo in versi e musica una storia di amicizia, di amore, di responsabilità, di perdita, di idee, di decisioni difficili, di dovere, di differenze e di sacrificio – questo è quel che mi piace definire un atto di bellezza.

Apr 1, 2011 - musica    Commenti disabilitati su La Fisica Dei Concerti

La Fisica Dei Concerti

Hampson_marco-borggreve2-300x248.jpgLa teoria di Thomas Hampson in fatto di lieder è che ognuno va interpretato come se fosse una storia, un’opera in miniatura. Questa teoria è uno dei fattori – insieme a una tecnica superlativa e a un’espressività intensa e raffinata al tempo stesso – che hanno fatto di lui un liederista di prim’ordine. Specialmente quando si parla di Mahler, Thomas Hampson è la meraviglia delle meraviglie.

Nondimeno, quando lunedì sera ha iniziato il suo recital alla Scala, doveva avere qualche riserva. Forse perché in Italia canta poco, forse perché qui da noi è accompagnato da una serie di pregiudizi nei confronti della sua voce “non verdiana”, forse perché all’inizio il teatro sembrava la sala da musica di un sanatorio, dove tutti continuavano a tossire, schiarirsi la voce e soffiarsi il naso…

Insomma, non è stato il più caloroso degli inizi. Gli applausi sono arrivati fin da subito – fin da dopo ScalaInterno520x543.jpgSchubert, ma non c’era quella specie di magica elettricità che si produce tra esecutore e pubblico nelle occasioni davvero felici. Poi le cose sono migliorate con Liszt, mano a mano che il pubblico restava sempre più incantato e Hampson se ne accorgeva… Lo si vedeva rilassarsi lied dopo lied, e quando siamo arrivati a Mahler, nella seconda parte del concerto, la corrente delle grandi occasioni fluiva in entusiasmante abbondanza.

Il tutto si è chiuso in un tripudio di ovazioni e bis durato una ventina di minuti, e tutti ce ne siamo venuti via con l’impressione che la Scala e Thomas Hampson si fossero conquistati a vicenda.

A volte gli stati di grazia arrivano inaspettati.

Mag 16, 2010 - musica    1 Comment

Onegin

Ecco, appunto. Thomas Hampson e Karita Mattila nel finale dell’Onegin. Oh, meraviglia!

Buona domenica a tutti.