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Set 15, 2014 - cinema, Shakeloviana    Commenti disabilitati su Shakeloviana: Shakespeare in Love

Shakeloviana: Shakespeare in Love

WillNon ricordo più dove e quando sia successo – forse a Casa Andreasi – ma mi si è chiesto quanto ci sia di storicamente corretto in Shakespeare in Love. E io ho risposto che è pieno di deliberati anacronismi, ma è proprio questo a renderlo così shakespeariano…

Dunque, cominciamo col dire che per questo film ho un debole delle dimensioni della Cornovaglia – e per varie ragioni. In ordine di crescente importanza: una produzione che è una gioia per gli occhi (citerò soltanto le scene di folla a teatro e l’udienza della Regina a Greenwich), un’azzeccatissima colonna sonora, una serie di incantevoli interpretazioni (Dame Judi Dench, Geoffrey Rush e Rupert Everett, giusto per citarne un paio) e una scrittura intelligente – oltre che astuta.

Sì, c’è la canonica storiellona d’amore intrecciata con Romeo&Giulietta, c’è il detestabile fidanzato imposto, ci sono gli scambi d’identità e quantità industriali di licenze artistiche… però poi Norman e Stoppard innestano sul canovaccio tutta una serie di intricati scambi di ruolo e di genere, di dialoghi scintillanti, di spassosi anacronismi intenzionali (la seduta di Shakespeare dallo psicanalista, Henslowe che dice “lo spettacolo deve andare avanti”…) e di in-jokes letterari, come un giovanissimo John Webster assetato di sangue e Marlowe che suggerisce a Shakespeare la trama di Romeo&Giulietta.*Shakespeare-in-Love-period-drama-fans-16117972-500-300

SiL non è storicamente accurato? Verissimo, e nemmeno pretende di esserlo. Fin dalla prima scena Norman e Stoppard mettono bene in chiaro che abbiamo di fronte un gioco narrativo. Dopodiché il gioco è condotto con ironia e intelligenza, e persino la storiellona d’amore e le aspirazioni artistiche di Viola, a prima vista così convenzionali, lo sono assai di meno se invece di prenderle sul serio le si guarda nella prospettiva delle opere di Shakespeare e della storia del teatro elisabettiano.

Ed è qui, se volete, che veniamo al punto, perché… Consideriamo per bene: se c’è un autore sempre pronto a sacrificare allegramente l’accuratezza storica a beneficio dello spettacolo e della riconoscibilità da parte del suo pubblico, ebbene quello è proprio Shakespeare. Parlo, a titolo di esempio, di cose come la folla antico-romana che esulta gettando in aria i cappelli come una folla del tardo Cinquecento londinese. E non è esattamente quello che fa questo film? Non sono in gioco esattamente gli stessi filtri narrativi? Shakespeare è raccontato qui come Shakespeare stesso avrebbe raccontato uno scrittore di tre secoli prima – e questo sfasamento è una delle tante gioie provviste da Stoppard&Norman.

07_copy1_originalInsomma, tutto s’incastra (o viene fatto incastrare) alla perfezione, tutto luccica e scintilla, tutto scorre senza inciampi dall’inizio al non-proprio-lieto fine… E quindi, se vi aspettavate una crisi anafilattica, temo che dobbiate restare delusi. Sono allergica agli anacronismi, è vero – ma qui non si tratta di trasandatezza né di Sindrome della Bambinaia Francese. Un deliberato uso shakespeariano degli anacronismi è qualcosa con cui posso convivere in piena felicità.

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* Sì, è un particolare che mi piace molto. No, non siete stupiti. E l’unico gripe che ho a proposito del Kit Marlowe di Stoppard&Everett è che lo si vede troppo poco. – e nemmeno di questo vi meravigliate oltremodo, vero?

Ago 24, 2014 - elizabethana, teatro    2 Comments

Shakespeare In Love – In Teatro

Pur adorando il film, in qualche modo speravo che la faccenda arrivasse a teatro. È così perfetta per succedere su un palcoscenico, che si ha l’impressione che sia così che Stoppard & Norman l’hanno immaginata fin dal principio.

E adesso è al West End, a Londra – neanche terribilmente fuori mano, a voler proprio vedere…

Oh well.

Buona domenica, o Lettori.

Nov 20, 2011 - cinema    2 Comments

L’Eleganza Del Bardo

Questa settimana va così – abbiate pazienza: Shakespeare in ogni dove e in tutte le salse.

Le prime recensioni di Anonymous sono (prevedibilmente) così così.

Cate mi segnala il non esaltante parere in proposito di Rotten Tomatoes (sito generalmente degno di fiducia), mentre Massimo Bertarelli dice che è sontuosamente noioso e tagliato con l’accetta. Hm. A quanto pare, fa rimpiangere la grazia di Shakespeare in Love – e d’altra parte Stoppard è Stoppard, giusto?

Così credo che posterò qui una piccola scena di SiL, a riprova del fatto che a volte, quando si è davvero strepitosamente bravi e si sa fino in fondo quel che si fa, l’accuratezza storica si può allegramente sacrificare – purché lo si faccia in superlativa e intelligente scrittura.

Buona domenica!