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Nov 16, 2015 - pennivendolerie, Storia&storie    Commenti disabilitati su History Will Be Kind su Amazon

History Will Be Kind su Amazon

History will be kind to me because I intend to write it,

diceva Winston Churchill, ovvero “La storia sarà gentile con me perché ho tutta l’intenzione di scriverla” – e in effetti non si può negare history-kind-sml-2che l’abbia fatto. I narratori storici, in genere, hanno aspirazioni più modeste, quando si mettono in testa di scrivere la storia… O forse non è del tutto vero o, anche se è vero, a volte le loro intenzioni vengono abbondantement superate. Pensate a quanto gente come Dickens o Scott abbiano influito non tanto sulla storia, ma sulla sua percezione da parte dei posteri.

E pensate alla soddisfazione quando un lettore vi dice di avere cambiato idea su un personaggio o un evento storico leggendo il vostro romanzo.

Ma non allarmatevi: se rimugino su tutto questo non è perché abbia intenzione di modellare la percezione della storia nei secoli a venire (anche se non dico che mi dispiacerebbe), ma perché History Will Be Kind, la prima antologia di The Copperfield Press, è disponibile su Amazon.

Come vi avevo già raccontato, contiene la mia storia elisabettiana Gentleman in Velvet, una vicenda di ambizioni, atti sconsiderati, conseguenze e prezzi da pagare che ha per protagonista un giovane Kit Marlowe.* Naturalmente c’è molto altro: una ricca collezione di narrativa e poesia storica ambientata in una varietà di periodi – con una spruzzatina di saggistica. Dal Messico del 1914 alla Terza Crociata, dall’Imperatrice Maud a Giovanna d’Arco ad Alessandro il Grande – History Will Be Kind è una piccola storia del mondo narrata per storie. Non so se Kipling avesse ragione quando diceva che, se la storia venisse raccontata in forma di storie, nessuno se la dimenticherebbe mai – ma di sicuro un racconto o una poesia possono aprire una finestra su un periodo o un avvenimento, risvegliare un interesse, presentare un altro punto di vista…

In fondo credo che, al di là del gusto o della compulsione a raccontare storie, ogni narratore storico aspiri un po’ a questo: aprire una finestra su quel che s’indovina tra le righe dei libri di storia, su quel che è perduto, su quello che non sappiamo più… È un buon momento, credo, per confessare che sesquipedale soddisfazione sia stata quando un’insegnante di storia in un liceo locale mi ha detto di aver fatto leggere ai suoi alunni il mio Somnium Hannibalis. “Per mostrare loro che non esiste solo il punto di vista romano…”

E forse History Will Be Kind è anche una piccola rassegna di modi in cui questo genere di bizzarra creatura, il narratore storico, persegue il suo bizzarro genere di ambizione.

Se a questo punto foste incuriositi, l’antologia si trova qui.
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* No, non siete sorpresi.

Lug 10, 2015 - libri, libri e libri, Storia&storie    Commenti disabilitati su Storie di Romanzieri Illustri

Storie di Romanzieri Illustri

Clisson et EugénieC’è gente da cui non te lo aspetti…

Non ti aspetti che, a un certo punto delle loro carriere di statisti e/o condottieri, si mettano a scrivere. E meno ancora ti aspetti che, quando lo fanno, il prodotto tenda a scadere nel melodrammatico, nel sentimentale, nel purpureo.

Voglio dire, Churchill in gioventù scrisse un ruritanian romance, una vicendona d’amore*, guerra e politica ambientata in un regnolino che è un’ Inghilterra in miniatura. Garibaldi scrisse due o tre romanzoni patriottici (e cosa sennò?) e un dramma storico in cinque atti – tutto dimenticabile anzichenò. Disraeli, poi… Oh, Disraeli! Dove trovasse il tempo di scrivere una ventina di romanzi, dal primo all’ultimo indicibilmente preachy, proprio non lo so, ma tant’è…

Ma il mio caso prediletto è quello di Napoleone. Ebbene sì – Napoleone Bonaparte, da giovane ufficiale di guarnigione, si annoiava a morte e scriveva narrativa. Racconti storici, fino a un certo punto. Poi il govanotto s’innamorò di Désirée Clary, la cognatina di suo fratello Giuseppe, e i due si fidanzarono.  Non durò a lungo. Désirée doveva avere i suoi dubbi, e Napoleone stesso decise che, se aveva delle ambizioni, gli conveniva cercarsi una moglie piazzata meglio… Di lì a non molto avrebbe perso la testa per Josephine de Beauharnais – ma questa è un’altra storia, ed era di là da venire quando il fidanzamento fra Désirée e Napoleone fu rotto, credo con un certo sollievo da parte di entrambi.

O forse non proprio, quando si considera che Napoleone sentì la necessità di reimmaginare tutta la storia in una novella chiamata Clisson et Eugénie, il cui protagonista, un fiero soldato rivoluzionario, sposa una deliziosa fanciulla, vive felice con lei – ma poi torna in guerra, rimane ferito e manda a confortare la mogliettina un bell’aiutante di campo che (mascalzone!) s’innamora di lei… ricambiato! Ah, orrore e duplice tradimento! Il povero Clisson va a cercare la morte in battaglia – non prima di avere spedito a Eugénie un’ultima lettera à la Werther, una di quelle cose studiate per rendere tutti tanto infelici quanto è possibile…

Ebbene sì. Un concentrato di retorica e melodramma, e una riorganizzazione dei fatti che, dietro il velo sottilissimo dei nomi cambiati (di secondo nome Désirée faceva Eugénie), getta una quantità di biasimo vastamente immaginario sull’ex fidanzata.  Ora, la vendetta per via di romanzo non è certo un caso unico**, ma la vendetta per torti mai subiti… Yes, well – considerando la carriera verso cui il ragazzo si stava avviando, forse, non c’è nemmeno da stupirsi troppo.

Ad ogni modo, Désirée se la cavò benissimo, sposò il generale Bernadotte e diventò regina di Svezia – e la novella non venne mai pubblicata mentre autore e bersaglio erano in vita. In realtà rimase sparsa per l’Europa in una certa quantità di versioni manoscritte – apparentemente Napoleone non aveva le idee chiare su quel che voleva fare di questa storia – fino al 2009, quando uscì in Inghilterra, collazionata e tradotta sulla base delle carte recuperate. E, tra parentesi, non ci stupiamo affatto che siano stati gli Inglesi a pubblicare un’opera giovanile in cui Napoleone fa una una figura meschinella…

E fosse almeno ben scritto – ma no. Oddio, magari l’indagine psicologica del protagonista ha qualche finezza, ma per il resto… retorica, melodramma, e la più spiccia impazienza verso le convenzioni narrative. Come si diceva, lasciate fare agli Inglesi – ma buon per Napoleone l’avere avuto ben altre ambizioni che quelle letterarie.

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* Pare tuttavia che, dopo avere letto il manoscritto, la terribile nonna duchessa gli dicesse: “Sarebbe ora, mio caro, che tu cominciassi a frequentare qualche donna.”

** Lady Caroline Lamb, anyone?