Cavalieri di Malta

knights_of_maltaGli Ospitalieri di San Giovanni – in generale meglio conosciuti come Cavalieri di Malta, in narrativa appaiono in diversi colori, ma in genere non godono della nomea nigerrima che affligge altri ordini cavallereschi – primi tra tutti i Templari.

Ci sono pessimi Cavalieri di Malta, come Farnese, governatore dell’isola nell’Ebreo di Malta di JewofMalta.jpgMarlowe – un opportunista machiavellico e fedifrago, cui non pare nulla di brutto non solo vessare gli Ebrei (peccato veniale a fine Cinquecento – ammesso che peccato fosse affatto), ma anche di venir meno alla parola data con estrema facilità. Insomma, se il Barabas eponimo è l’antieroe della tragedia, non è che Farnese ci faccia una gran figura… Oh, d’accordo: nessuno fa una gran figura in questa storia – ma d’altra parte una delle tesi di Marlowe era che in fatto di religioni c’era poco da scegliere e, come si dice con colorita efficacia dalle mie parti, prendi uno e strozza l’altro…

Don_Carlos_Marquis_Posa__500x664_On the other hand, avete presente il Marchese di Posa? L’amico di Don Carlos, quello di animo nobile, fiero e disinteressato, il campione del libero pensiero che si guadagna l’ammirazione e l’affetto dell’algido Re Filippo, quello che alla fine – con più generosità che buon senso, if you ask me – si fa uccidere per salvare il suo amico? Ecco, all’opera di solito lo si dimentica, ma Rodrigo, Marchese di Posa, è un Cavaliere di Malta. Ed è il genere di giovanotto che a diciotto anni lascia gli studi per arrivare a Malta alla vigilia del Grande Assedio, presentandosi come uno “la cui croce è stata comprata, e ora viene a guadagnarsela. E se la guadagna eccome – battendosi valorosamente a Sant’Elmo e, dopo che il forte è perduto ai Turchi e tutti i suoi compagni sono morti, tornando a nuoto sull’isola a portare notizie vitali.

Tutto ciò per dimostrare che di Ospitalieri narrativi ce ne sono di buoni e di cattivi – ma d’altra parte, l’Ordine non aveva Sir Walter Scott a fare cattiva stampa. Ora, Sir Walter Scott può piacere o non piacere, ma non gli si può negare una capacità non comune nel creare miti duraturi. I Malvagi Templari, il Malvagio & Meschino Giovanni Senzaterra, la Guerra delle Due Rose e gli Scozzesi in kilt sono soltanto alcune delle ombre lunghe dei suoi romanzi – di quelle cose che non si sa se volerlo strangolare per i macelli storici che ha combinato, o ammirare la sua capacità di modellare la percezione della storia per secoli a scendere… knightssiege

E quest’uomo pericoloso non nutriva per i Cavalieri di Malta un briciolo dell’antipatia che invece riservava ai Templari. Anzi. Li trovava abbastanza simpatici e ammirevoli da voler dedicare un romanzo al loro exploit più celebre: il Grande Assedio di Malta del 1565. Ora, è vero che è più facile simpatizzare con gli assediati – e questo assedio in particolare fu una di quelle faccende che sembrano fatte apposta per un romanzo: poco più di seimila difensori che ricacciano indietro otto volte tanti Ottomani… Immaginatevi una seconda edizione di Costantinopoli 1453 – però vittoriosa. E in tutto questo i Cavalieri si comportarono bene e pagarono un prezzo piuttosto alto .

Quindi si capisce la simpatia di Scott, che partì con una manciatina di Spagnoli in vari gradi dell’Ordine, poi si spostò nel campo turco, e infine si stancò della storia che stava scrivendo, e virò sulla cronaca dei fatti, disinteressandosi dei suoi personaggi… Poi nel 1832 Scott morì, lasciando un po’ meno di ottantamila parole manoscritte di The Siege of Malta – talmente bruttine che un perplesso esecutore letterario si augurò di non vedere mai pubblicato un romanzo così poco all’altezza della carriera dell’autore.

SiegeSolo che poi si sa come vanno queste cose: un ultimo Scott? Uno Scott inedito? Uno Scott sepolto con il suo autore? E i lettori, allora? E gli studiosi? Tutto sommato, c’è da stupirsi che si sia aspettato il 2008 prima di arrivare a una pubblicazione. Meno sorprendente è il caos che ne seguì, con i filologi che si accapigliavano sulla trascrizione dell’illeggibile manoscritto, i recensori impegnati a dissezionare la qualità tutt’altro che eccelsa dell’insieme, e qualche purista indignato per la speculazione editoriale sugli ultimi sforzi di un autore decaduto. Perché il fatto è che The Siege of Malta non è davvero un granché. Dopo una serie di ictus e indebitato fino al collo, Scott non era più lo scrittore di un tempo, e The Siege, con la sua trama senza capo né coda e i personaggi abbandonati per strada, ha tutta l’aria di risentirne. D’altra parte, Scott si dichiarò soddisfatto del romanzo – ma non fece nessun tentativo di pubblicarlo prima di morire, il che probabilmente è significativo…

Piacevano davvero a Sir Walter Scott questi suoi ultimi personaggi, Don Manuel de Vilheyna, il giovane Francisco e Ramegas? O li aveva lasciati cadere perché dopo tutto non si trovava così bene con i Cavalieri di Malta come aveva creduto dapprincipio? Si sarebbe mai sforzato di finire il romanzo se non fosse stato per tutti i debiti che doveva pagare? Sono di quelle cose che non sapremo più, e forse – forse sarebbe stato davvero giusto e compassionevole lasciare il manoscritto pieno di correzioni là dov’era – chiuso in una biblioteca, nell’ombra di un uomo malato, infelice e smarrito, che aveva avuto il dono di plasmare l’immaginazione dei secoli a venire, e forse sapeva fin troppo bene di averlo perduto.

Cavalieri di Maltaultima modifica: 2015-08-28T08:09:13+02:00da laclarina
Reposta per primo quest’articolo

3 Commenti

  • Non si potrebbero considerare queste opere come quello che sono, esperimenti, abbozzi, sogni non compiuti o compiuti di un autore invece di paragonarli alle opere maggiori? Lo stesso avviene con Tolkien da anni. Compaiono suoi nuovi libri basati su scritti ritrovati e molti si lamentano non siano come il signore degli anelli, senza considerare che l’universo di uno scrittore é fatto per la maggior parte di storie piccole e grandi che ai più non piaceranno mai. Io considero questo genere di opere, “le opere minori”, imprescindibili per raggiungere le opere maggiori ma su di esse sospendo la mia capacità di giudizio.

  • La questione è interessante… molto interessante. Credo che meriti un post tutto suo, sai? Sto già prendendo appunti. Post in arrivo – e sarai citato come istigatore. 🙂
    Oh – e mi piace molto l’idea di certe opere come “sogni incompiuti”…

  • Dov’è la faccina imbarazzata e contenta? XD Non vedo l’ora di leggerlo!