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Set 26, 2014 - grilloleggente    3 Comments

Dieci Libri – La Lista Bigia

charlie-brown-heavy-bookParlavamo di libri che ci influenzano, ricordate? Libri a cui siamo legati – e avanzavamo il dubbio che questo possa accadere nel bene e nel male… Dove sono quei libri che ci hanno segnati – ma non troppo felicemente? Ebbene, non so voi – ma ecco la mia…

Lista Bigia

1. Il Piccolo Principe. Che devo dire? Ammesso che non sia nata cinica, Saint-Éxupéry mi ci ha resa prima dei quattro anni. E insisto nel dire che nessuna volpe che si rispetti chiederebbe mai di essere addomesticata.

2. La Bambinaia Francese. E non so, magari da piccola Bianca Pitzorno non mi dispiaceva nemmeno del tutto – ma una lettura della sua prima opera di “narrativa adulta” mi è bastata per sviluppare un’allergia violentissima nei confronti dell’anacronismo psicologico.

3. Cristoforo Colombo. E questo a suo modo è bizzarro, considerando quanto di Granzotto adoro l’Annibale… Ma letta a dodici anni per l’ora di narrativa, corredata di uno di quei terribili apparati didattici, questa biografia mi parve della stessa qualità essenziale delle piastrelle di marmo. Non solo m’indusse un’antipatia per il povero Colombo che non ho ancora superato, ma poco mancò che mi alienasse definitivamente dalla lettura delle biografie.

4. Tra gli Orrori del Duemila. Anche di questo ho già parlato. Qui basterà dire che Chelsea Quinn Yarbro fu più efficace di Granzotto: non solo soffrii di incubi per un’estate intera, ma tutt’ora – e sono passati quasi trentacinque anni – non leggo volentieri fantascienza.

5. Gertrud. No, sia chiaro – mi è piaciuto, forse è uno dei miei Hesse preferiti. Però prima di leggere Gertrud ero certa che in un’altra vita avrei suonato in un’orchestra. Dopo Gertrud… be’, non più.

6. L’Eneide. letta male, letta al momento sbagliato, letta in brutta traduzione… non so. O forse è davvero solo questione del Pio Enea… Come che sia, l’Eneide ha scatenato in me un’avversione a Virgilio del tutto irragionevole. C’è voluto Seamus Heaney perché la superassi.

7. Oliver Twist. Letto nell’infanzia, assieme a David Copperfield, in traduzioni condensate e sanitizzate per i fanciulli. La concentrazione di zucchero rischiò di uccidere la potenziale dickensiana che era in me. Di sicuro fece molto per curare qualsiasi residua inclinazione sentimentale mi fosse rimasta dopo il PP. C’è di buono che così, quando molti anni più tardi arrivai a The Old Curiosity Shop, ero abbastanza vaccinata da poter proseguire la lettura nonostante Nell. C’è di cattivo che ancora adesso sono così ossessionata dal terrore di scrivere zuccherosità che fa male a guardarmi. Too_Many_Books_student

8. L’Aristocrazia Bizantina. Questa non so se considerarla un’influenza per il bene o per il male. Una delle letture più aride e pesanti della mia vita – e a me la storia bizantina piace proprio tanto – e il primo libro che abbia consapevolmente abbandonato da adulta. Anche da bambina, devo dire, tendevo a finire tutto quel che iniziavo (con poche eccezioni – Tarzan being one). Il senso di colpa da libro abbandonato era invincibilmente forte… Ci vollero Ronchey e Kazhdan per liberarmene una volta per tutte.

9. Un Americano alla Corte di Re Artù. E perché mai, povero Twain? Ecco, il fatto è che all’epoca soffrivo di medievite. Una forma particolarmente forte. Non c’era altro che il Medio Evo. E mi prendevo sul serio assai, in proposito – in un modo che sarebbe stato imbarazzante se non avessi avuto una decina d’anni. Vederci fare su dell’ironia… well, we were not amused. Da un lato scoprii che, quando si trattava delle mie infatuazioni, il mio senso dell’umorismo si prendeva un giorno di ferie.* Dall’altro, fu l’inizio della fine dell’infatuazione stessa – insieme al Cavaliere Inesistente.

10. Viaggio a Izu. Questo non l’ho letto in senso stretto. L’ho sentito recitare. In un giardino. Al tramonto. E sono certa che la colpa è mia, e non del povero Yasunari Kawabata – ma che devo dire? L’andamento paludoso, la mancanza di struttura e  storia, l’aggraziata rarefazione e, diciamolo, la noia mortale hanno generato in me un’irragionevole quanto invincibile diffidenza nei confronti della letteratura giapponese nel suo complesso. E potrei aggiungere, giusto per contrabbandare qui un undicesimo titolo senza parere, la vicenda parallela de La Casa degli Spiriti – letto per baratto (in cambio di LJ) e all’origine della mia antipatia per la narrativa sudamericana.

E non è come se non mi rendessi conto che quel che emerge da questa lista è pù che altro l’immagine di una donna irragionevole – ma non so che farci. Le scottature per via di lettura non mi guariscono più… fatemi causa.

E voi, dunque? Ce l’avete una lista bigia, o Lettori? Raccontate…

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* Le cose sono migliorate – ma solo un po’. Provate a fare dello spirito ai danni di Marlowe. O di Annibale. O del Barone Rosso. O di Manfredi di Svevia. O di Alan Breck Stewart. O di Lord Jim. Arrossisco nel dirlo, ma…

Set 17, 2014 - libri, libri e libri    5 Comments

Dieci Libri – La Lista Rosea

7ca158176ce9d91067607e4cece866e0C’è questa cosa che gira su Facebook – una sorta di meme che consiste nell’indicare i dieci libri cui si è più legati/da cui si è stati più influenzati. Un elenco nudo e crudo di dieci titoli, e poi si passa la palla ad altra gente.

A me l’ha passata la mia amica Giulia, e naturalmente la risposta va fatta su FB – ma lasciate che ne parliamo qui, perché il giochino si presta a qualche rimuginamento in più, non credete?

E allora, per prima cosa, strologhiamo sulla formulazione del giochino stesso.

I dieci libri cui siamo più legati? Qui c’è poco da correre: letture d’infanzia, letture fondamentali, letture formative, letture ispiratrici, letture di conforto, letture indimenticate… queste cose qui. Semmai, in tutta probabilità, il difficile è fermarsi a dieci. Ma i libri che ci hanno influenzati di più? Questo è un cavallo di tutt’altro colore – anche perché…

E adesso, per favore, non dite che sono la solita, ma il fatto è che, se è vero che ai libri che ci hanno influenzati positivamente, tendiamo ad essere particolarmente legati, è altrettanto vero che non tutti i libri che ci influenzano lo fanno in senso positivo. Giusto? Ci sono libri che ci hanno fatto detestare un genere, libri che hanno cambiato la nostra visione di un personaggio o di un’epoca… E quindi, facciamo due liste, volete? Due liste ragionate: quella rosea, dei libri cui siamo legati – specificando se ci hanno anche influenzati o no, e se sì come – e quella bigia, delle letture poco amate, ma in qualche modo significative.  E non so voi, ma io comincio con la…

Lista Rosea

1. Lord Jim. Che sorpresa, eh? E non sto a ripetervi per l’ennesima volta come con LJ Conrad mi abbia influenzata in tutti i modi possibili… Per i due o tre di voi che ancora non avessero subito qualche forma della mia ossessione nei confronti di questo libro, è sufficiente dare un’occhiata qui.

2. Il Deserto dei Tartari. Letto a quindici anni, ha avuto un ruolo piuttosto fondamentale nella costruzione della mia visione del mondo e nella scelta dei miei temi.

3. Le Commedie Gradevoli. È per colpa di Shaw se, oltre a pensare che mi sarebbe piaciuto scrivere teatro, ho cominciato a scriverne per davvero…

4. La Battaglia. …Così come è per colpa di Patrick Rambaud se, oltre a pensare che mi sarebbe piaciuto scrivere romanzi storici, ho cominciato a scriverne per davvero.

5. History Play. Anche di questo ho parlato ripetutamente, ma devo pur accennare a come Rodney Bolt abbia risvegliato il mio interesse per Marlowe in particolare e, in generale, per il mondo che circondava il teatro elisabettiano – oltre a fornire un sacco di idee in fatto di storia e narrativa storica…

6. Gli Ultimi Giorni di Costantinopoli. Ci voleva Steven Runciman per farmi sistematizzare e riordinare un sacco di idee sparse sul modo di raccontare la storia – su entrambi i lati del crinale tra narrativa e saggistica. E poi potrei aggiungere che mi sono commossa sulla sorte dei difensori… ciascuno è sentimentale a modo suo.

7. Kidnapped. Oltre ad essere stato una lettura perfetta da farsi nei caffè di Edimburgo, oltre ad avermi fornito uno dei miei fidanzati di carta, questo libro ha avuto pochi rivali in fatto di sfide e stimoli linguistici: l’Angloscozzese di Stevenson è stato una svolta nella mia consapevolezza nell’uso di una lingua non mia.

8. La Lanterna di Biancospino. Il mio primo Heaney. Una rivelazione, con la combinazione possente di profondità concettuale e iridescenza del linguaggio… È chiaro che poi l’incontro con l’autore ha influenzato la mia percezione – ma ero già estremamente impressionata dopo le prime pagine.

9. Il Ramo d’Oro. E d’accordo, sarà anche datato, ma a quattordici anni, J.G. Frazer è stato la mia prima esposizione non famigliare a un approccio spassionato alla religione. Son cose che non si dimenticano.

10. Il teatro di Marlowe. Tutto – con la possibile eccezione della Dido. E sì, lo so – ma l’intensità fiammeggiante e visionaria, l’audacia spudorata delle idee… Eh.

(11. La Figlia del Tempo. Sì, lo so, sto barando – ma se vogliamo parlare di gialli metastorici, Josephine Tey non è seconda a nessuno. E che dialoghi, gente!) woman-hugging-book-page-2

E quindi sì, si direbbe che tutti i libri di questa lista mi abbiano influenzata in qualche modo. E fin qui tutto bene – anche se, a dire il vero, ce ne sarebbero molti altri – perché seriamente, come si fa a fermarsi a dieci undici? Ma questi sono i termini del gioco, e in tutta probabilità li sto già stiracchiando a sufficienza nell’aggiungere la lista bigia…

E però non la aggiungo adesso, perché il post è già lunghetto anzichenò.

E dunque ne riparliamo la settimana prossima, ma intanto, o Lettori, che mi dite di voi? A che libri siete legati? E ci siete legati perché vi hanno influenzato? Tutti i libri cui siete legati vi hanno influenzati in qualche modo? Do tell…

 

Giu 21, 2013 - Digitalia    14 Comments

Piratesche Bizzarrie

mistero shakespeare,ebook,google analytics,facebook,emuleVi racconto una faccenda che mi lascia un nonnulla perplessa. Poi magari qualcuno interpreta e mi spiega.

Allora, vi ricordate di Mistero Shakespeare, l’e-saggio di Lucius Etruscus sulla questione del Vero Autore? MS è uscito il 29 di maggio, e un paio di giorni più tardi ne abbiamo parlato qui.

Il 3 di giugno, sulla base di Google Analytics, Lucius costatava che, nonostante il suo lancio e il mio, la pagina poteva contare soltanto ventiquattro visite – e solo un sesto dei visitatori aveva scaricato l’ebook.

Numeri piccini picciò, e non particolarmente incoraggianti, vero?

Ebbene, martedì 18, all’indomani della presentazione di un nuovo romanzo shakespeariano, Lucius ha lanciato MS anche su Thriller Magazine…

Splash!

Almeno in parte: nella giornata di martedì sul sito sono piovute 80 visite, e addirittura 458 visualizzazioni e sei condivisioni della pagina FaceBook in proposito. Dopodiché solo in 24 hanno cliccato il link per la pagina da cui si scarica l’ebook, e di questi 24 solo 5 hanno scaricato per davvero…

Ok, forse dopo tutto non c’è tutto questo interesse per la saggistica shakespeariana. Nemmeno se è breve e gradevole. Nemmeno se è gratuita. O forse proprio perché è gratuita? mistero shakespeare,ebook,google analytics,facebook,emule

E si potrebbe pensare di farsene una ragione se non si confrontassero i dati dello stesso ebook su eMule. 

Attenti bene, siore e siori: pare che, prima del secondo lancio su Thriller Magazine, ovvero nello stesso lasso di tempo in cui è stato scaricato 4 (quattro!) volte per vie legittime e legali, Mistero Shakespeare sia stato piratato in ben 29 e-copie. E no, nemmeno questo è un numero epico, ma è sette volte la quantità di acquisizioni legittime.

Eppure è lo stesso ebook, parimenti gratuito… Posso confessare di non capire del tutto?

Dato il periodo, mi vien da ipotizzare maturandi disperati, gente che non legge e-riviste specializzate o blog, ma cerca last minute comfort per la tesina d’Inglese – in una versione 2.0 di Stalky, Beetle & M’Turk che si presentano all’esame con il libro di Delia Bacon. L’ipotesi ha il suo fascino, ma è sempre possibile che mi lasci trascinare da Kipling.

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E quindi davvero non so. Cerco lumi. Sbaglio nel credere che la pirateria consista nel procurarsi gratis ciò che si dovrebbe pagare per avere? E allora come si spiega quel che è accaduto al pur gratuito Mistero Shakespeare?


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Nel caso ve lo siate chiesto, questa stravagante abbondanza d’illustrazioni non del tutto rilevanti si deve più che altro al fatto che non mi piacciono alla follia le storie di pirati, e quindi magari non mi capiterà più l’occasione per queste cose di N.C. Wyeth…

 

 

Apr 21, 2010 - libri, libri e libri    Commenti disabilitati su Salvatore Siciliano & C.

Salvatore Siciliano & C.

“Mi chiamo Salvatore Siciliano e dal momento in cui leggerete questo testamento avrò una sola certezza: quella di non chiamarmi più Salvatore Siciliano.

In pieno possesso delle mie facoltà mentali decido di lasciare tutti i miei beni materiali alla persona che più ho amato…”

Lo so, l’avete già visto tutti, ed era sfuggito solo a me. Ad essere sinceri, quando ho ricevuto la prima mail con questo testo, l’ho scambiata per l’ennesima truffa web. Avete presente il sacerdote nigeriano o l’orfano del defunto ministro ugandese che vi offrono la percentuale sull’eredità purché voi (persona di estrema fiducia pescata a caso in rete) facciate questo, quello e quell’altro ancora? Ecco, pensavo a una cosa del genere, e ho letto distrattamente, aspettandomi da un momento all’altro l’offerta di una fetta dei 98 milioni di Euro depositati sul conto Unicredit. 

Poi invece la percentuale non c’era, ma c’era un link. Be’, chi l’avrebbe mai detto? ho pensato. Phishing in veste inedita! Così ho cestinato la mail e non ci ho pensato più. Poi si sa che per me Internet è il posto dove si cerca l’abbigliamento tardobizantino e si dà il tormento agli Addetti Navali, e quindi i fenomeni web a volte mi passano accanto senza che me ne accorga…

Credo proprio che di Salvatore Siciliano e del suo testamento mi sarei bellamente dimenticata se, a scuotermi dal mio placido oblio, non fosse arrivata la mail della Responsabile Web Marketing di Fazi Editore, con la spiegazione dell’arcano e tanto di cartella stampa in allegato.

E così scopro che Salvatore e il suo testamento abitano in un libro, e che avevo scambiato per phishing “la più grande operazione di marketing e comunicazione virale effettuata in Italia sul web”. Silly me.

Incuriosita, faccio qualche ricerchina e scopro questo sito minimale, che riporta il supposto testamento, la copertina del libro e un link al booktrailer su YouTube. BT scarno e ben confezionato, con musica incalzante, montaggio ansiogeno, un accenno di teoria complottista, tanto di richiamo a Dante, e l’informazione che Salvatore si aspetta di dover morire da un momento all’altro – e nel frattempo si svuota animo e coscienza. Il device letterario non è certo originale, ma è di quelli efficaci, e comunque vederlo applicato a facebook è stuzzicante.

Siccome sono una creatura diffidente, verifico anche l’affermazione secondo cui Google dà più di 200000 risultati per ITdSS. Ebbene, pare che fosse una stima prudenziale: al momento i risultati sono più di 250000. Mica male. Tutto vero anche per quel che riguarda i video di risposta su YouTube: mi sembra che molti siano parodie, e in mezzo al numero spunta anche un video intitolato Michael Jackson è vivo!, ma non stiamo a sottilizzare, perché l’importante è che se ne parli, e non si può negare: se ne parla eccome.

Dal punto di vista del rumore mediatico, missione compiuta, non c’è che dire. L’operazione è stata condotta bene (magari sono l’unica che ha scambiato il testamento per phishing!), in modo abile e sottile. Persino la scheda del libro è strutturata in modo da creare la massima confusione possibile tra il personaggio Salvatore Siciliano e l’autore Salvatore Cobuzio.

Come Siciliano, Cobuzio si occupa di web marketing, ci viene detto, ma quale dei due ha “deciso di sfruttare tutti gli attuali strumenti di comunicazione con l’intento preciso di metterli in discussione”? Quale dei due sostiene di essere stato dietro la creazione dei falsi gruppi di sostegno a Berlusconi su Facebook? La nebulosità deliberata delle informazioni è spiazzante e intrigante al tempo stesso. L’ho già detto: chiunque abbia ideato e preparato la campagna è abile. Molto.

Qualora mancasse qualcosa, ecco – sempre verbatim dalla scheda – “alcuni esempi di temi trattati all’interno del libro”:

–         La censura di internet in Cina.

–         Il traffico del Tantalio.

–         La privacy.

–         La teoria sui clown (Berlusconi) e i buffoni moderni di oggi (Dario Fo, Luttazzi, Grillo, Santoro, Travaglio)

–         Obama e la politica americana del 2.0.

Sembra troppa carne al fuoco? Anche a me, ma è carne ben scelta: una grigliata mista delle ansie, rabbie e speculazioni dell’Italiano contemporaneo, con un occhio a Dan Brown e uno ai talk show. E in più c’è questa astuta operazione di marketing che promuove, in definitiva, sé stessa. Un supposto mago del web che scrive un libro in cui un mago del web mette in discussione il web (e si caccia, anzi, si è già cacciato in notevoli guai trafficando in ambito web), il tutto pubblicizzato viralmente via web… Come chiamiamo tutto questo? Meta-rete?  

Ho imparato che la promozione di un libro può essere molto più cerebrale del libro stesso, quindi la storia di Salvatore potrebbe tanto proseguire il gioco a incastro intellettuale della campagna, quanto rivelarsi un’avventura all’incrocio tra nuova comunicazione e complotti internazionali… Se siete curiosi, dicono il sito, il BT e la Responsabile del Web Marketing, il libro sarà negli scaffali a partire da venerdì.

Oh, e la Responsabile Web Marketing mi ha anche informata che Salvatore Cobuzio era disponibile per interviste via email. E dire che io speravo quasi che Cobuzio non esistesse. Che persino l’autore, con il suo curriculum scarno e le sue affermazioni bizzarre, fosse solo un altro elemento di questo rimarchevole gioco di scatole cinesi, con un libro “nascosto” nell’ultima scatola…

Allora, magari ragiono in modo contorto perché si diventa così scrivendo, ma dite la verità: non sarebbe tutto più elegante e più simmetrico se Salvatore Cobuzio non esistesse, se fosse la creazione di qualcun altro, né più né meno di Salvatore Siciliano?