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Mar 17, 2014 - blog life    12 Comments

Il Metodo Dee – Uno Sviluppo Semi-Elisabettiano

John_Dee_AshmoleanForse avrete notato che sotto questo post sono comparsi dei commenti – miei e altrui.

Ora, non so se sia perché SEdS ha preso sul serio il Secondo Atto, o perché il Dr. Dee è, dopo tutto, uno scienziato & mago elisabettiano, ma pare esserci un modo per commentare, adesso.

Solo che non è ovvio.

Quindi magari c’era anche prima – era questione di girare attorno alla generale irragionevolezza della faccenda, ecco tutto.

E dunque, o Lettori, sono estremamente lieta di mettervi a parte del Metodo Dee, così come mi è stato descritto dal Dottore in persona:

Allora, quando cercate di commentare, da visitatori, SEdS vi chiederà il login. Se voi, non incomprensibilmente, provate a fare il login, lui vi butta su una pagina dove vi si chiede di iscrivervi a Virgilio, o di usare Facebook per il login.
Se scegliete Facebook, è morte e dannazione per dieci generazioni.
Bisogna iscriversi a Virgilio, invece, fornendo un indirizzo mail, una password e un username.
E qui viene il trucco… quando una volta iscritti proverete a fare il login, vi si  chiederà d’inserire username (nella forma username@virgilio.it) e password. E se voi li fornite NON FUNZIONA! Fantastico, vero?
Ciò che bisogna inserire nella finestra USERNAME è la MAIL con la quale ci si è iscritti (non importa se è di virgilio, o gmail o che altro).
La password è la password.*
Quindi, ricapitolando – per commentare su SEdS bisogna essere iscritti a Virgilio, e quando ci si vede chiedere username e password a login, fornire invece mail e password.

Ecco. Dissennatamente macchinoso e del tutto illogico – ma non impossibile a farsi, vero? E ieri funzionava alla perfezione, per cui magari funziona anche oggi? Miei cari Lettori, qui tutto è misterioso e imprevedibile, per cui posso soltanto chiedervi di provare. E se funzionerà… oh, se funzionerà sarò felice di considerarlo un ottimo passo verso la normalizzazione dei rapporti tra SEdS e tutti noi.

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* Dite la verità: siete un pochino delusi anche voi? A questo punto mi aspettavo che la password dovesse essere… che so, il cognome da nubile di mia madre, o il 43° verso del sesto canto del Purgatorio, o il nome della Norna di mezzo spelled backwards… Invece no. È la password. Hmf…

Feb 5, 2014 - anglomaniac, libri, libri e libri, Storia&storie    Commenti disabilitati su La Sindrome Della Domenica Pomeriggio

La Sindrome Della Domenica Pomeriggio

Domenica, nel tardo pomeriggio…

Conoscete quella poesia di Lois Sorrells, “Triste come una ragazzina di domenica pomeriggio, con i compiti da fare…”?

AlbionA voi non capita? A me sì. Anche se lunedì non devo andare a scuola. Anche se sono passati decenni dall’ultima volta in cui ho dovuto fare i compiti. Anche se ho passato una bella domenica e ho preso il tè con le amiche e ho fatto progetti… Verso sera mi prende quel genere di vago sconforto bigio e umidiccio…

Sapete che cosa intendo. Quel genere di situazione che richiede della cioccolata. Oppure dei libri.

Così, prima di cena ho dato un’occhiatina alla mia wishlist su Amazon – il che è sempre un’idea pericolosissima, ma se non altro ingrassa meno della cioccolata. E, dopo essermi arresa per l’ennesima volta alla difficoltà di comprare un libro su John Dee e la sua casa di Mortlake – che il mini-editore spedisce soltanto entro i confini del Regno Unito – ho ceduto ad altri richiami di sirena, e ho comprato due ebook.

Albion: the Origins of the English Imagination, di Peter Ackroyd, è una massiccia (quando è di carta numera qualcosa come 550 pagine) storia culturale dell’Inghilterra, imperniata su quel che la gente dell’Isoletta ha immaginato di se stessa e in generale attraverso i secoli.

The White Rose Murders, di Paul Doherty**, è una lettura più leggera. Un giallo in cui un nipote del cardinal Wolsey indaga su un omicidio nell’entourage di Margaret Tudor, vedova del Re di Scozia…

Ed ero tentata di considerarmi quasi bravina perché, per una volta, non c’era nulla di elisabettiano – fino a quando non mi sono resa conto che è tutta Inghilterra, in parte Tudor e in parte… be’, non ci si può aspettare che una storia culturale dell’immaginario inglese glissi sul periodo elisabettiano, giusto? white-rose

Quindo no, non sono per niente bravina, però lo sconforto bigio e umidiccio mi è passato. E senza assunzione di cioccolata. E comunque poco dopo si è levato un vento meraviglioso, e poi ho scritto un po’, e più tardi ho guardato la prima parte di Elizabeth I, con la meravigliosa Helen Mirren che fa Queen Bess*** – per cui forse lo sconforto bigio e umidiccio sarebbe passato lo stesso.

Avrei potuto aspettare – ma se avessi aspettato, adesso non avrei altri due libri a strillare leggimi-leggimi! dalla mia già biblica To Read List… Quindi tutto va bene. Tanto si sa che la mia capacità di resistere alle tentazioni è men che nulla.

E voi? Soffrite mai di SdDP?** E come contrastate quella o altre condizioni del genere?

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* E sì, si vede irreparabilmente che è girato in Lituania, e Jeremy Irons che fa Leicester mi è antipatico, e la scena di Tilbury era miserella e bruttina a vedersi – ma nel complesso vale del tutto la pena. E non guasta per nulla il fatto che Helen Mirren sia doppiata da Antonella Giannini.

**Sì, lo so – sulla copertina in illustrazione c’è scritto Michael Clynes. È sempre lui, sotto pseudonimi diversi.

*** Che non mi dispiacerebbe chiamare Sindrome di Sorrells. Suona medico e serio, non vi pare?

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Spettri, Diavoli E Magie

Vi ricordate di Elizabethan Metaphysicks, il video tratto da Magickal Realism di Alistair Gentry?

Se non ve ne ricordate, dategli un’occhiatina. Sono solo due minuti e tre quarti.

Fatto?

Bene.

Allora magari sotto il post in questione avete letto anche questo commento di S.:

Splendido! All’inizio però c’è un’immagine da un testo di geometria, con tanto di formule. Essendo io un matematico di professione, mi sento inquieto: devo considerarmi affine a spettri, diavoli e magie?

E io ho risposto che era una buona domanda, e che ne avremmo riparlato. E adesso ne riparliamo. E la risposta, o S. è che, se tu fossi stato un matematico alla fine del XVI Secolo, avresti potuto considerare i tuoi studi affini a spettri, diavoli e magie. Quanto meno a magie. E di certo un buon numero dei tuoi contemporanei e varie autorità religiose l’avrebbero pensata così – con possibili conseguenze in vari gradi di pericolosità.

Ma probabilmente lo avresti pensato anche tu.

Mi viene in mente, per prima cosa, Ian Mortimer, che in The Time Traveler’s Guide To Elizabethan England lo spiega molto bene:

Proprio l’idea che tutto sia possibile consente tanta apertura mentale nei confronti della sperimentazione. Si esplorano i fenomeni superstiziosi nella convinzione di investigare il mondo reale. Se non si fa distinzione tra verità scientifica e credenze superstizione, non è irrazionale investigare ogni fenomeno cose se potesse essere scientificamente vero.*

john dee,thomas harriot,christopher marlowe,ian mortimer,alistair gentryQuando il Doctor Faustus di Marlowe entra in scena passando in rassegna le branche della conoscenza alla ricerca di un campo su cui esercitare le sue notevoli qualità, elenca nell’ordine la filosofia, la medicina, il diritto, la teologia – e poi la magia. Vero, la magia non è disciplina universitaria, ed è decisamente più pericolosa delle altre, come non noteranno di fargli notare gli altri eruditi che metterà a parte delle sue intenzioni. Ma questa gente cauta non obbietta alla natura dei nuovi studi del Dottore, bensì alla loro pericolosità. Il problema non è che i contatti con il diavolo siano un’idea ridicola, bensì che siano una faccenda praticabile e pericolosissima. john dee,thomas harriot,christopher marlowe,ian mortimer,alistair gentry

Ma senza bisogno di cercare su un palcoscenico, John Dee è un matematico e astronomo di tutto rispetto, docente di algebra euclidea alla Sorbona a vent’anni, conteso dalle università del Continente – ma ciò non gl’impedisce una carriera parallela di (regio) astrologo e negromante, né decenni di sforzi per comunicare con gli angeli**.

Dopodiché ci sono piccoli problemi di sicurezza personale, come il fatto che fuori d’Inghilterra le pratiche magiche sono materia per l’Inquisizione, e in Inghilterra sono tradimento – ma d’altra parte, per semplificare, diciamo che entrambi i tipi di autorità diffidano abbondantemente di ogni tentativo di indagare oltre la versione della verità stabilita dalle Scritture.

Per dire, Galileo. O la lista di accuse di blasfemia redatta per Marlowe, che comprendeva, senza particolare distinzione di gravità, l’evocazione del diavolo nei boschi in quel di Cambridge e un tentativo di cronologia pre-biblica. E tra parentesi, la cronologia non era farina del sacco di Marlowe, ma del matematico Thomas Harriot.

Per cui, o S., credo che tu possa ritenerti un discendente ideale di questa gente che indagava la realtà cercando di sbirciare oltre le costrizioni religiose – qualche volta a rischio della reputazione e/o del collo. Il fatto che questa indagine talvolta sconfinasse in campi che adesso reputiamo eminentemente non-scientifici è dovuta alla diversa percezione di quel che è vero e possibile. 

Tutto considerato, è molto possibile che adesso non crediamo a spettri, diavoli e magie anche perché i tuoi precursori elisabettiani hanno cominciato a indagare in proposito con mentalità scientifica – mentre si occupavano di Euclide e di leggi della rifrazione.

Per cui direi che non hai ragione di sentirti inquieto.

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* Pag. 125, traduzione mia.

** Per mezzo di un medium che si rivelerà un grandioso truffatore, ma questo è un altro discorso.

Metafisica Elisabettiana

Mentre vagabondavo per la rete in cerca di qualche altro particolare in fatto di spettri elisabettiani, mi sono imbattuta in Magickal Realism, il sito in cui Alastair Gentry racconta del suo omonimo spettacolo teatrale incentrato su John Dee e il soprannaturale dell’epoca.

MR combina narrazione, divulgazione, musica, video e tradizioni teatrali piuttosto disparate per parlare di superstizioni, credenze, credulità, fiducia, verità e finzione. Visto da lontano, sembra notevole – e un nonnulla inquietante.

Per dire, nello spettacolo questo video, chiamato Elizabethan Metaphysicks, fa da sfondo a un’infarinatura sulle credenze dell’epoca in fatto di magia, fantasmi, diavoli e compagnia…

D’atmosfera, non c’è che dire…

Buona domenica.