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Mag 2, 2013 - gente che scrive, Poesia    Commenti disabilitati su Heaney A Virgilio, Heaney & Virgilio

Heaney A Virgilio, Heaney & Virgilio

seamus heaney, virgilio, bann valley eclogueSeamus Heaney torna a Mantova – e per la precisione torna a Virgilio.

Ci torna per incontrare gli studenti dei Licei, sabato mattina – e dite se non è un’occasione straordinaria per questi ragazzi, che non solo lo ascolteranno parlare di Poetrty Stories – the Strange and the Familiar, ma avranno anche modo di rivolgergli delle domande e di interagire con lui…

E poi domenica Heaney incontrerà il pubblico generale all’AvisPark di Cerese per una conferenza a tre su Virgilio nella poesia contemporanea, insieme a Pietro Andreotti di Alias e a Giorgio Bernardi Perini dell’Accademia Nazionale Virgiliana. E sarà anche l’occasione per presentare Seamus Heaney – Virgilio nella Bann Valley, bel librino di traduzioni e saggi cui ho collaborato anch’io.

E adesso indovinate: chi sarà l’interprete di Heaney in queste intense giornate?

Ebbene sì, o Lettori: c’est moi.

Dire che sono elettrizzata è sottovalutare la situazione in grande stile…

Ci vediamo, se siete nei paraggi e se vi va di sentir parlare uno dei grandi poeti del nostro tempo, domenica mattina alle dieci a Cerese.

L’invito in PDF – con tanto di cartina – lo trovate qui.

Invito1.JPG

Set 6, 2012 - Festivaletteratura, Poesia    Commenti disabilitati su Festivaletteratura 1 – Seamus Heaney

Festivaletteratura 1 – Seamus Heaney

Ok allora, funziona così: fino alla fine di questa settimana, anziché un post consistente ogni due giorni più il Bollettino Notturno, ci sarà un piccolo post quotidiano e festivaliero. Sul Bollettino non mi pronuncio – molto dipenderà da quel che riesco a fare, perché infilare cinque post come quello di ieri sera non mi pare né divertente né istruttivo.

festivaletteratura, mantova, seamus heaneyDetto ciò, onwards, e cominciamo con Seamus Heaney, ormai civis mantuanus. , come lui stesso si è definito nel discorso con cui ha accettato la cittadinanza onoraria.

Nonostante qualche apprensione della deliziosa Mrs. Heaney, ieri sera il Cortile della Loggia di Palazzo S. Sebastiano era pieno come un uovo. E un uovo festoso: Mantova si era già innamorata del suo nuovo Virgilio lo scorso anno, ed è accorsa in abbondanza, aspettandosi qualcosa di speciale.

Non è rimasta delusa.

Dopo una presentazione di Massimo Bacigalupo (Università di Genova), che dell’opera di Heaney ha messo in rilievo la dualità tra fondamenta classiche e rigore formale da un lato, e una qualità fisica, quasi terragna, dall’altro, il poeta in persona ha introdotto e letto sei delle sue poesie. Ad affiancarlo c’era il poeta e accademico virgiliano Mario Artioli, ottimo lettore delle traduzioni*.

Ascoltare un’opera dalle labbra del suo autore, così come l’autore l’ha concepita, con il ritmo, la voce, il colore e le enfasi (o mancanza di) con cui è stata pensata e voluta, è diverso da qualunque altra possibile lettura – a patto di essere fortunati e incappare nell’autore che sa fare questo mestiere. E Heaney lo sa fare con una meravigliosa spontaneità, autorevole e unassuming al tempo stesso. E per di più è un parlatore profondo, intenso e ironico, dalla voce ghiaiosa e dal sorriso pronto. Ascoltarlo mentre sollevava appena il velo dalla meraviglia dei suoi lavori, rivelando lampi d’ispirazione, aneddoti famigliari, ricordi di scuola, ostriche, aquiloni, tinche melmose e punti di vista sulla poesia, è stata un’esperienza affascinante oltre ogni dire.**

E sì, sono in completa adorazione nei confronti di quest’uomo e della sua poesia, ed è molto probabile che il resto delle mie cronache festivaliere sia un nonnulla meno lirico, ma lasciate che mi diffonda ancora su una qualità speciale della poesia di Seamus Heaney: l’iridescenza del linguaggio.

Bacigalupo ne ha parlato a proposito dei titoli heaneyani, che hanno sempre più di un significato – ma in realtà questo è vero di ogni verso, in cui le parole si allacciano sempre in un sovrapporsi di strati di significato, assumendo colori diversi a seconda di come li colpisce la luce dell’attenzione del lettore. Lo ripeto: iridescenza è l’unica parola adatta.

Magari potrebbe esservi venuta voglia di leggere qualcosa di questo straordinario poeta, e potete farlo sia in originale (caldamente consigliato) che in traduzione italiana. Qualche raccolta: Station Island, The Haw Lantern (La Lanterna di Biancospino), District And Circle, Electric Light, Human Chain (Catena Umana)…***

Ah no, scusate: ancora un’ultimissima cosa che mi sta molto a cuore. Mi è davvero piaciuto il modo in cui sia Bacigalupo che Heaney hanno insistito sul fatto che in poesia (ma si può dire in letteratura in generale, e in realtà in qualsiasi forma d’arte) la forma è sostanza. Arte = formalizzazione dell’esperienza.

E con questo ho davvero finito. A domani, Festival.

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*Nota di merito anche al bravo interprete – di cui, mi vergogno un filo ad ammettere, mi è sfuggito il nome.

** E qui potrei dire di avere goduto di questo genere di conversasione in forma privata per tre magnifici giorni lo scorso ottobre, quando sono stata la sua interprete e guida in occasione del Premio Virgilio. Potrei persino dire che oggi pomeriggio, durante l’acceptance speech, ha ricordato la mattina in cui la sua interprete e guida lo ha accompagnato a conoscere per la prima volta il Mincio di Virgilio… Ma non lo farò. Sperio che apprezziate l’eroico self-restraint di cui dò prova non facendolo. Perché è ovvio che le note non contano.

*** Sono tutte tradotte (mi pare per Mondadori). Dove non ho indicato un titolo in Italiano è perché la raccolta è stata pubblicata con il titolo originale.

Set 5, 2012 - lostintranslation, Poesia    2 Comments

Di Attese E Di Vento

Ci siamo – si comincia.

Seamus Heaney è a Mantova e oggi pomeriggio alle cinque, nella Sala Consiliare di Via Roma, riceverà la cittadinanza onoraria. Poi stasera parlerà di poesia a Palazzo S. Sebastiano (e non in Piazza Castello come stabilito in origine).

Domani vi racconterò, ma intanto, per farvi un’idea…vi è mai capitato di sentire la prora del vento?

Had I Not Been Awake

Had I not been awake I would have missed it,
A wind that rose and whirled until the roof
Pattered with quick leaves off the sycamore

And got me up, the whole of me a-patter,
Alive and ticking like an electric fence;
Had I not been awake I would have missed it,

It came and went so unexpectedly
And almost it seemed dangerously,
Returning like an animal to the house,

A courier blast that there and then
Lapsed ordinary. But not ever
After. And not now.

E abbiate pazienza con la mia traduzione:

Se Non Fossi Stato Sveglio

Se non fossi stato sveglio mi sarebbe sfuggito,
Un levarsi di vento e un turbinare finché il tetto
Fremette sotto la pioggia di foglie del sicomoro

E mi levò dal letto, tutto un fremito a mia volta,
Acceso e crepitante come il filo elettrico di un recinto:
Se non fossi stato sveglio mi sarebbe sfuggito,

Tanto repentino venne e andò
E quasi mi sembrò pericoloso,
Come un animale che tornasse a casa,

Una folata messaggera che al momento
Calò nell’ordinario. Ma mai più
Da allora. E non adesso.

Da Human Chain*. E no, non gli ho reso giustizia, ma ho fatto del mio meglio.

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Seamus Heaney, Catena Umana – Mondadori (Lo Specchio), 2011.

Set 3, 2012 - Genius Loci, grilloleggente    Commenti disabilitati su Aspettando Festivaletteratura

Aspettando Festivaletteratura

Chiedo venia e imploro indulgenza. L’avete visto il bollettino?

Ecco, sono le tre e venti mentre lo pubblico, e ho tanto idea che domani mattina non sarò in piedi per postare in tempo.

festivaletteratura, mantova, seamus heaneyMi cospargo di cenere il capo, mi dò dell’improvvida e tutto – ma tutto quel che faccio è annunciarvi che mercoledì comincia il Festivaletteratura, e quest’anno sono riuscita a tenermi libera per occuparmene.

Ho prenotato tutta una serie di eventi tra poesia, storia, bibliorarità, libretti d’opera, metaletteratura…

Quindi in questi giorni aspettatevi post in materia – e si comincia con lo straordinario poeta irlandese Seamus Heaney, che torna a Mantova per ricevere la cittadinanza onoraria e per parlare di poesia, verità, fiducia e radici…

Intanto potete scaricare il programma del Festival qui.

Ott 17, 2011 - considerazioni sparse    5 Comments

Piccole Cronache Virgiliane

* Non avrei mai creduto che un convegno di virgilianisti potesse essere così entusiasmante. Interessante sì, stimolante anche, ma entusiasmante? E credevo male.

* Credevo di averne avuto più che abbastanza di Virgilio con il Liceo. Sbagliavo: ero solo in attesa di qualcuno che me ne mostrasse davvero la bellezza invece di infliggermene in insipide quantità.

* Forse, dopo tutto, la metempsicosi non è da escludere a cuor leggero. Ditemi una volta o due che Seamus Heaney è Virgilio redivivo, e non mi troverete incredula.

* Si può mangiare in tre giorni e mezzo l’equivalente di un pasto leggero ed essere perfettamente felici. Intenso lavoro, tensione e giubilo rendono i pasti ridondanti.

* Tradurre simultaneamente à l’impromptu il discorso a braccio di un Nobel è come fare delle evoluzioni sul trapezio. Senza rete. 

* Mantova si è perdutamente innamorata di Seamus Heaney. E sarebbe stato difficile il contrario.

* Da parte mia, I have a bad case of hero-worship.

* Per l’autostima, non c’è niente come un teatro stracolmo di gente intenta ad applaudire il tuo lavoro.

* A un certo punto ho avuto l’impressione di vedermi da fuori: dopo il teatro, a cena con la compagnia, molto limitatamente lucida per la combinazione di applausi, calo di tensione e vino bianco, vestita di chiffon grigio… era una scena di quello che non mi azzardo a chiamare il mio primo romanzo, scritto quindici anni fa. A volte succede.

* La cucina antico-romana è deliziosa. Lo dico per sentito dire, perché è stata la sera di Di Uomini E Poeti e francamente non ho nessun ricordo di quel che ho mangiato. Mi limito a riportare l’opinione di tre Irlandesi di buon appetito.

* “Ti abbiamo nominata spesso, durante le prove,” mi dice Virgilio con occhiata significativa. “Non ti fischiavano le orecchie?” A quanto pare, le prove sono state… er, interessanti.

* Quando si è cominciato a parlare di questo fine settimana, più di un anno fa, sembrava incredibilmente lontano – ed è già passato.

* Franz Liszt aveva una passione per Virgilio, e spargeva motti virgiliani per i suoi spartiti. Va’ a sapere.

 * È possibile che questo post contenga più errori di stumpa del consueto. Siate indulgenti: sono ancora un po’ dream-lagged.

* Credevo che avrei avuto molto di cui bloggare a proposito di Heaney… e in effetti molto ci sarebbe, ma in gran parte è diventata una faccenda così personale e profonda che mi scopro molto protettiva e gelosa riguardo a quel che è stato in questi giorni. Yeats (se davvero era lui – potrei sbagliarmi…) aveva ragione: la poesia ha una sua sacralità. E non intendo offenderla facendo rumore.

* Ritornare alla normalità sarà… be’, vi saprò dire.

 

 

Ott 16, 2011 - musica    Commenti disabilitati su Rakoczy March

Rakoczy March

Ieri sera, a coronare quello che Mrs. Heaney ha giustamente definito a day to remember, abbiamo avuto un magnifico, trascinante concerto di Michele Campanella, con un programma interamente Lisztiano. Sapevate che Liszt (di cui tra l’altro si celebra il bicentenario) aveva una passione per Virgilio? Io no, but there we are.

E qui c’è quello che è stato il nostro bis: la Rapsodia Ungherese n°15 con la Marcia Rakoczy, che era il jingle, per così dire, dei sergenti reclutatori ungheresi dell’epoca.

Ecco, non posso portarvi qui Seamus Heaney (oggi Premio Virgilio e presto cittadino onorario di Mantova), ma un po’ di Campanella – questo sì.

Adesso vado a recuperare il mio mirabile gruppetto per un’altra intensa giornata. Buona domenica a tutti!

 

 

Ott 14, 2011 - gente che scrive    2 Comments

In Buona Compagnia

“Ma ti vedo agitata,” mi dice ieri il tassista mentre andiamo a Bologna a recuperare la comitiva dall’Irlanda, “sta’ tranquilla: in fondo sono persone come noi…”

E invece no: Seamus Heaney non è una persona come noi.

Oh, non fraintendetemi: è un delizioso anziano signore, cortese e spiritoso, disponibile e curioso di tutto. E Mrs. Heaney è effervescente e simpaticissima, e Peter Fallon ha un’aria sorniona e battute irresistibili… Solo che poi cammini per Mantova con loro, e siedi a cena con loro e traduci in Inglese il menu di tortelli e luccio in salsa, e intanto la conversazione è a dir poco scintillante, mentre ricordano lezioni, pubblicazioni, prime teatrali, e amici di casa dai nomi semi-leggendari come Friel e Guthrie… E poi a un tratto ricordano il matrimonio italiano della sorella di Mrs. Heaney, e il viaggio solitario che Heaney fece per raggiungere tutti quanti in Toscana…

“Oh, Professor, isn’t there this beautiful poem of yours, about coming to Italy with a grey wedding-guest suit, and etruscan sepulchres, and climbing up a hill… Might this be…?”

E lui s’illumina come un ragazzino, e dice che sì, ma allora ho proprio letto i suoi lavori! E poi procede a raccontare come, tanti anni fa, aveva distillato le impressioni del viaggio in quella poesia…

“And whole lots of Chianti wine, you know…” dice Fallon a un certo punto.

E Heaney fa finta di pensare per un attimo e poi dice che sì, anche quello, in effetti…

E da quello si passa all’Antigone che Heaney ha tradotto, alle Georgiche che invece ha tradotto Fallon, e della volta in cui, passeggiando per Battery Park a New York, Mrs. Heaney trovò una poesia del marito incisa nel bordo di un sentiero…

Quindi no: sono incantevoli persone, ma non sono – proprio non sono – persone come noi.

Oh, e stasera è la gran sera. Pensatemi…

Ott 12, 2011 - gente che scrive, Poesia    Commenti disabilitati su Seamus Heaney

Seamus Heaney

Ogni tanto scopro un poeta e resto folgorata.

È successo anche con Seamus Heaney, straordinario poeta irlandese, premio Nobel per la Letteratura nel 1995, cantore di un’Irlanda amara, nebbiosa e verdissima, di schegge di pietra e pattuglie inglesi, di personaggi mitici reincarnati in viandanti nelle campagne, di leggende mediterranee e celtiche inestricabilmente annodate tra di loro. Ma soprattutto, Heaney canta l’anima, la coscienza e il tormento di chi non ha combattuto, di chi è rimasto a guardare con sgomento mentre IRA, orangisti e “occupanti” inglesi insanguinavano l’Irlanda. E qual è il ruolo del poeta in tutto ciò? Questo è il rovello che Heaney esplora e scava da decenni, venendo gradualmente a patti con la sua posizione di osservatore e distillatore, novello Virgilio estromesso dalla sua terra e forgiatore di versi per se stesso e per l’umanità.

Il risultato è una poesia asciutta, possente, che mescola questioni metafisiche, mito, rugiada sui campi e dettagli quotidiani.

Questa è una delle sue poesie miliari, in cui accosta scrittura e lavoro dei campi, se stesso e la sua famiglia di contadini: una diversa fatica, altrettanto scavare…

DIGGING

Between my finger and my thumb   
The squat pen rests; snug as a gun.

Under my window, a clean rasping sound   
When the spade sinks into gravelly ground:   
My father, digging. I look down

Till his straining rump among the flowerbeds   
Bends low, comes up twenty years away   
Stooping in rhythm through potato drills   
Where he was digging.

The coarse boot nestled on the lug, the shaft   
Against the inside knee was levered firmly.
He rooted out tall tops, buried the bright edge deep
To scatter new potatoes that we picked,
Loving their cool hardness in our hands.

By God, the old man could handle a spade.   
Just like his old man.

My grandfather cut more turf in a day
Than any other man on Toner’s bog.
Once I carried him milk in a bottle
Corked sloppily with paper. He straightened up
To drink it, then fell to right away
Nicking and slicing neatly, heaving sods
Over his shoulder, going down and down
For the good turf. Digging.

The cold smell of potato mould, the squelch and slap
Of soggy peat, the curt cuts of an edge
Through living roots awaken in my head.
But I’ve no spade to follow men like them.

Between my finger and my thumb
The squat pen rests.
I’ll dig with it.

Solo in Inglese, abbiate pazienza. La recente full immersion nell’opera di Heaney mi ha fatto perdere ancora un po’ di fede nella traduzione letteraria – specialmente in fatto di poesia, e più di tutto una poesia densa come quella di Heaney, dove ogni parola intreccia fasci di significati. Vale la pena di fare qualche sforzo con l’originale, credete.

Ecco, domani vado a Bologna ad accogliere Seamus Heaney che arriva per ricevere sabato mattina il Premio Internazionale Virgilio. Fino a lunedì sarò la sua interprete e, se tutto va molto, molto, molto bene, assisterà anche a Di Uomini E Poeti venerdì sera. Non so dirvi quanto sia emozionata in proposito. Heaney è il più grande scrittore che abbia mai avuto il privilegio d’incontrare.

Vi farò sapere.

Set 7, 2011 - Digitalia, Gl'Insorti di Strada Nuova, teatro    Commenti disabilitati su Good Things Coming

Good Things Coming

L’autunno si prospetta interessante.

Tanto per cominciare, Gl’Insorti di Strada Nuova torna… stavo per scrivere “in libreria”, ma non è proprio così. Strada Nuova è il mio secondo romanzo, un meta-arnese pubblicato sei anni fa con uno di quei microeditori senza promozione e senza distribuzione. Adesso è giunto il momento per lanciarlo nel mare digitale. Per cominciare, qui trovate qualche informazione e l’incipit. Nel corso delle prossime settimane vi terrò aggiornati, qui e su Twitter, sulle mie vicissitudini e tribolazioni di self-publisher. Seguitemi nella mia avventura, volete?

Poi il 14 di ottobre l’Accademia Teatrale Campogalliani debutterà al meraviglioso Teatro Bibiena di Mantova con il mio atto unico Di Uomini E Poeti – ovvero Il Testamento di Virgilio. L’occasione è importante: convegno virgiliano in occasione del 150° e conferimento dell’edizione speciale del Premio Virgilio honoris causa al poeta irlandese Seamus Heaney – Nobel per la letteratura 1995. Per cui, sì: un Nobel per la letteratura assisterà al mio atto unico. Non so quanto ne capirà, ma immaginate il mio stomaco invaso da tutto un gaio sciamare di lepidotteri. Grossi come altrettanti B52. L’Accademia Campogalliani riprenderà DUeP nel febbraio 2012: guardate qui e scendete* fino a Dal 9 Febbraio. Anche di questa faccenda, inutile che ve lo dica, sentirete parlare ancora.

Con la Campogalliani non ho finito – o meglio la Campogalliani non ha finito con me, visto che nella nuova edizione dei Lunedì del D’Arco, dedicata al 150°, offrirà letture drammatiche di Aninha e della Giudi. Tra novembre e dicembre – sarò più precisa.

E per finire una piccola novità che riguarda Senza Errori di Stumpa. Mattia Nicchio di Sudare Inchiostro ha dedicato un post a Lo Scrittore di Buon Senso, parlandone bene e tirandomi un pochino le orecchie perché non faccio molto per renderlo facilmente reperibile. Che dire? Mattia ha ragione – e io agisco. Come forse avrete notato, qui di fianco è germogliata una pagina dedicata al mio piccolo cotillon. Scaricate, leggete, fate circolare, venite a discuterne… Per ora c’è solo la versione .pdf, ma conto di arrivare a breve con MOBI – e probabilmente anche con ePUB.

E altre novità bollono in pentola per me e per SEdS, ma non ve le dico. Non ancora, almeno – perché, come tutti i narratori, torturo la gente di mestiere con vaghe promesse, premesse, prefigurazioni e appendimenti alle scogliere.

Stay tuned!

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* “Scrollare,” mi dice C. “Si usa scrollare!” Ma io non posso usare il verbo scrollare senza evocare immagini di enormi cani bagnati che si scuotono spargendo acqua ovunque… o almeno gente che fa spallucce. Per cui, nel senso di “far scorrere una pagina web usando il topo” continuerò a usare il buon vecchio scendere, o magari anche scorrere.

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